EL TRAVET DEL VIGENTIN
Gli autori della
commedia "El travet del Vigentin" ci propongono in modo
inequivocabile una serie di considerazioni nelle quali ognuno di noi viene
coinvolto perché i motivi essenziali che si svelano e si concretizzano
attraverso i suoi personaggi ci immergono in situazioni che senz'altro abbiamo
vissuto da protagonisti. Queste vicissitudini altro non sono che i pettegolezzi
e la curiosità di ufficio e di condominio della signora Carando; le invidie di
tutte le comodità moderne dei vicini di casa da parte del la signora Giacomina
e di sua figlia Tullia; gli imbrogli, l'accondiscendenza ad azioni senza
scrupoli, le alterigie e le sopraffazioni dei vari commendatori e cavalieri
Volpini, Ferretti e Pasquini; gli equivoci e le derisioni derivanti
dall'infermità del signor Carando; tutte vicende che, analizzate attentamente,
sono uno stralcio del nostro vivere quotidiano. Rimane Vincenzo che, malgrado
il cedimento alle assillanti esigenze del «progresso», rimane fedele ad una
virtù fondamentale di vita: l'onestà. Onestà che difende caparbiamente con
determinazione e fermezza soprattutto nei confronti di coloro che vorrebbero
farlo soggiacere alle proprie volontà. Ed è un esempio stupendo di coerenza e
di affermazione dei principi che contribuiscono a non soffocare la personalità
individuale. Se la morale semplice e sincera di Vincenzo Bonini riporta l'uomo
nella sua reale dimensione con tutte le sue preoccupazioni, le sue ansie, i
suoi timori, le sue incertezze ed i suoi scrupoli, conferma altresì che
l'umiltà non offusca, come spesso crediamo, ma stimola ed esalta la dignità
umana. La commedia pur offrendoci validi motivi di riflessione del nostro
comportamento verso gli altri, ci concede momenti di rara e schietta comicità;
ed è giusto che sia così perché la vita si completa unendo alla serietà negli
impegni, l'euforia nel divertimento.