LE BRAVURE del CAPITAN SPAVENTO

da 

FRANCESCO ANDREINI

 

 

Virtù fama e onor ne fêr Gelosi

Il testo Le Bravure del Capitan Spavento scritto da Francesco Andreini agli inizi del XVII secolo è uno dei primi veri e propri copioni di Commedia dell'Arte infatti, fino ad allora, i comici dell'Arte inscenavano spettacoli seguendo dei canovacci o scenari perlopiù didascalici. Come è noto Francesco Andreini era uno dei più importanti comici dell'Arte italiani che, insieme alla moglie Isabella attrice anch'essa, faceva parte della Compagnia dei Gelosi. Egli comincia a scrivere in maturità e la sua lunga esperienza teatrale e di vita permea palesemente le sue " Bravure". Il testo prevede solo due personaggi/maschere, il capitano Spavento ed il suo servo Trappola che rappresentano, il primo la grandeur di una società alta e piena di sè, il secondo il disincanto tutto popolare di chi conosce bene le asperità della vita quotidiana. Il dialogo fra i due prende spunto ad ampie mani da tutta la tradizione letteraria del passato ma con esiti diversi, stupefacenti per la loro risibile ma sempre pungente critica della società. Il capitano Spavento racconta al servo la storia della sua vita, dal modo straordinario in cui venne al mondo, alla sua in-credibile educazione militare, dalle sue imprese rocambolesche (verrebbe da dire Don Chichottiane) al modo in cui divenne intimo amico di personaggi come la Morte ed il Destino. A questo il capitano aggiunge di conoscere un metodo infallibile per rinnovarsi e rinascere a nuova vita ogni cento anni e così, quasi fosse l'incarnazione stessa della Fenice in grado di perpetuarsi nei secoli, e avendo per questo vissuto approssimativamente fin dalla notte dei tempi, racconta le sue bravure, mischiandole grottescamente ai miti greci e romani, alla materia di Bretagna e a tutta la tradizione medioevale. La sua controparte, Trappola, che personifica da un lato la saggezza ma dall'altro il sempre mordace senso ludico popolaresco, di fronte ai tanti e tali sublimi spropositi non può che canzonarlo facendogli però credere d'essere assolutamente sbalordito davanti al suo "allucinato" raccontare. Il testo è fitto di citazioni e riferimenti e rivela la volontà dell'autore di giocare con il pubblico cui parla attraverso giochi linguistici e culturali ammiccando da dietro una maschera che gli copre il volto, ma che ogni volta che la indossa gli restituisce le mille vite di chi l'ha indossata prima di lui e di chi la indosserà dopo, rendendolo per questo immortale. E sarà proprio Trappola, quasi senza rendersene conto, a parafrasare questa volontà:       " Bellissima trasformazione, bellissima metamorfosi, bellissima mascherata da vedere! "

 

LE FOTO

 

               

 

ATTORI

MAURIZIO SBORGIA

GIANLUCA VIOLA

 

PERSONAGGI

CAPITAN SPAVENTO

suo servo TRAPPOLA

SCENOGRAFIE : Pier Paolo Bisleri

LUCI e SUONI: Music & Lights Service

TECNICO LUCE : Sganarello

DISEGNO COSTUMI : Monica Chiavarini

SARTORIA : Rosanna Travaglini

AMMINISTRAZIONE : Nadia Tortora 

ORGANIZZAZIONE : Viola Carboni

UFFICIO STAMPA :  Giada Trebeschi

FOTO DI SCENA : Maurizio " Kutropia" Leonzio 

 

REGIA

Silvano Torrieri 

 

 

Sommario Spettacoli

FINE