BRIGANTI

liberamente tratto da 

"La mia guerra contro i briganti in Abruzzo nell'anno 1806" di Rèmy D'Hauteroche ed altri documenti dell'epoca

" Lu cuntadine nza' chi è lu pane fatte nghè lu grane e se magne solo la pulente di randigne o quelle chi jargale la terra matrigne "

"Il contadino non conosce pan di grano, nè vivanda di carne, ma divora una poltiglia innominata di spelta, farro e segale, quando non si accomuni con le bestie a pascere le radici, che la terra matrigna da a chi l'ama"  Questa frase la scriveva F.S. Sipari nel 1863 riferendosi alla condizione dei contadini abruzzesi dell'epoca. E la stessa costituisce anche l'incipit, recitato a due voci, una in vernacolo, l'altra in lingua,dello spettacolo "Briganti",  per l'unico momento più specificatamente teatrale dell'ultima produzione dei Guasconi. "Briganti" è uno spettacolo nuovo per la Compagnia che per la prima volta adotta la pratica del teatro di strada. Senza luci, senza palco e praticamente senza costumi la Compagnia si sposta per i paesi abruzzesi, narrando per il tramite di due attori, Viola Carboni e Orazio Di Vito, le vicende di un giovane tenente piemontese arrivato in Abruzzo, nell'Italia post-unitaria. Attingendo ai documenti dell'epoca ma sopratutto a "La mia guerra contro i briganti in Abruzzo nell'anno 1806" di R. D'Auteroche è nato il progetto drammaturgico "Briganti". Nel testo utilizzato per la performance ci sono svariati riferimenti a briganti realmente esistiti, anche se non inseriti nel loro originario contesto storico e locale. E' il caso ad esempio di Marianna Oliviero, che viene citata nella narrazione, ma che in realtà non era una brigantessa abruzzese, come viene presentata, bensì calabrese. Oppure del brigante Michele Ferranti, che è realmente esistito in Abruzzo, ma sessant'anni prima, rispetto all'epoca in cui è ambientato il lavoro. Un spettacolo quindi che non si pone nessun fine politico o civile, che non cerca ricostruzioni, seppur imparziali. In realtà la Compagnia tenta, con questo, che a ragione si può definire , per la nostra storia, un esperimento, il recupero di una forma antica e primaria del Teatro, la narrazione. Senza intenti civili, come oggi nei teatri italiani, con eccellenti risultati, si sta facendo. Ma con un unica preoccupazione, quella di recuperare fin dove sarà possibile, il piacere di stare insieme e narrare/ascoltare una storia che viene dal passato, legata alle nostre tradizioni, rielaborando l'antico strumento della trasmissione orale. L'idea che sottende tutta la preparazione del lavoro e sopratutto la sua rappresentazione, nasce da un immagine; un gruppo di amici, che una sera d'inverno, dopo aver cenato, si ritrovano con i bicchieri ancora colmi, davanti al camino, inspiegabilmente, tutti insieme, contemporanemente, ed in questi casi c'è sempre qualcuno che inizia a raccontare una storia e gli altri, interessati, stanno li ad ascoltarlo. Questo è quanto sarà nostra intenzione ricreare all'aperto nelle piazze, prescindendo dallo spazio fisico, quella atmosfera intima e familiare, nella quale è bello perdersi in un racconto. Sarà perciò privilegiato un rapporto ravvicinato e confidenziale con il pubblico, che non dovrà trovarsi di fronte due attori impegnati nella pratica della recitazione, ma due amici che si sono ricordati di una vecchia storia, tramandata dai vecchi, e che vorranno avere il piacere di condividerla con chiunque avrà deciso di fermarsi ad ascoltare. Allo spettacolo partecipano anche Andea Consorti e Marco Filippone due giovani musicisti diplomati al Conservatorio di Pescara, che lavorando su  arie e motivi classici, hanno rielaborato delle personalissime musiche, che fungeranno da tappeto sonoro alla narrazione. Ai due narratori, infine, si aggiunge un terzo personaggio, in maschera, a costituire un filo rosso con le passate esperienze nella Commedia dell’Arte, della Compagnia . Questo, adoperando il vernacolo abruzzese, racconterà un altro punto di vista su quegli anni travagliati, disicantato, amaro e grottesco. La regia di quest'ultimo personaggio è curata da Maurizio Sborgia.  

 

LE FOTO

 

                                  

 

ATTORI

VIOLA CARBONI

ORAZIO DI VITO

 

PERSONAGGI

NARRATRICE

NARRATORE

Musiche Originali 

ANDREA CONSORTI e MARCO FILIPPONE

Regia della Maschera 

MAURIZIO SBORGIA

Progetto drammaturgico e regia  

ORAZIO DI VITO

 

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Sommario Spettacoli

FINE