Perché Internet, perché una Compagnia teatrale sceglie di puntare su un mezzo come Internet ? Nel nostro ambiente c’è molta diffidenza verso questo mezzo di comunicazione, va da se, una pratica antica, come quella teatrale, composta di gesti, suoni, odori, fisicità insomma, mal si concilia con la rete, la tecnologia digitale, i bites. Nonostante gli  sforzi encomiabili, di alcuni realtà teatrali, su tutte la Fura del Baus, di conciliare la tecnologia con il Teatro, in una forma che peraltro non penalizza affatto la componente fisica, ma anzi, probabilmente la esalta, il Teatro continua a vivere ai margini della rivoluzione tecnologica in atto sul pianeta. A dire il vero a partire dagli inizi del Novecento, più specificatamente con la nascita del cinema, il Teatro pian piano si è eclissato, si è confinato, o forse sarebbe più giusto dire, è stato confinato ai margini di quelle cerimonie collettive, che dai teatri, si sono spostate nei cinemas, costringendo molti edifici teatrali a soccombere. Divenendo così un attività, che da popolare che era, ricordiamo che il Teatro nasce come cerimoniale di massa, se pensiamo solo alle migliaia di spettatori che affollavano i teatri greci più di duemila anni fa, diventa quasi elitaria. Dicevamo della nascita del cinema che senz’altro ha contribuito ad offuscare la popolarità del Teatro. La magia delle immagini in pellicola, che finalmente ci permette di visualizzare, tutto quello che prima il Teatro ci raccontava, che ci porta con lo sguardo a ridosso degli occhi del protagonista, ha in se un impatto sicuramente più semplice, immediato, comprensibile. Ma in questo ultimo secolo appena trascorso abbiamo avuto un'altra grande rivoluzione legata all’immagine, la televisione. Più dirompente del cinema, più diffusa del cinema, ormai già da diversi anni in ogni casa troviamo un apparecchio televisivo. Però mentre per il cinema qualche ardito arriva a parlare persino di forma d’arte, la televisione sappiamo è ben altra cosa, è un mezzo creato per diffondere informazioni ed intrattenimento, una radio con le immagini, un giornale con le fotografie che si muovono, un fumetto animato. Quindi il Teatro trovò spazio, in quanto “ informazione culturale “, agli albori della civiltà televisiva, nei palinsesti delle allora uniche reti nazionali, quelle pubbliche. Anche io nonostante abbia solo qualcosa di più di trenta anni, ricordo con piacere la prosa trasmessa in televisione. In quegli anni, siamo all’incirca verso la fine dei settanta, la televisione si occupava del Teatro e la frattura, che doveva arrivare successivamente, non si avvertiva nemmeno, la gente era ancora consapevole, dell’esistenza del Teatro, lo sapevano i giovanissimi quale io ero in quegli anni, e se lo ricordavano i più anziani. Purtroppo però arrivarono gli anni ottanta e per chi come me è nato nella fine degli anni sessanta, questi rappresentano un triste segno indelebile, nella propria esistenza. Gli anni ottanta ricordate, gli anni dei paninari, degli yuppies, di Craxi, Reagan e la Tatcher. Se in questo secolo non ci fossero state le due grandi guerre, sicuramente gli anni ottanta verrebbero ricordati come il periodo buio del Novecento. Ebbene in quegli anni, progressivamente il Teatro sparì dalla televisione, dalle seppur sporadiche prime serate, viene relegato alle seconde, terze, quarte serate e poi il buio. Sappiamo bene quale sia il potere della televisione, che entra in tutte le case, che parla un linguaggio facile accessibile a tutti, di come questa rappresenti in un certo senso la piazza, lo spazio fisico, dove una volta le comunità si riunivano e discutevano. La scomparsa del Teatro dai palinsesti televisivi, decretò definitivamente l’inizio di una lenta agonia di morte per la pratica teatrale, che a tutt’oggi stenta a trovare una via di guarigione. Il Teatro quindi come attività destinata a scomparire ? Certamente no, anche oggi con l’avvento di Internet, che supera in un colpo solo cinema e televisione, il Teatro, seppur malato, continua stoicamente a regalare emozioni. Noi, Associazione Teatro Meteco, abbiamo fatto questa scelta, infilarci perentoriamente nella rete. Qui abbiamo trovato molti amici, sono in tanti coloro che vogliono parlare di Teatro su Internet, così come sono tanti coloro che, come noi, hanno dato vita a progetti riconducibili al Teatro, esclusivamente per la Rete. Torniamo ora all’interrogativo iniziale, perché abbiamo scelto di puntare su Internet ?  Perché le donne e gli uomini che si dedicano alla pratica teatrale, sono innanzitutto componenti di una società, si spera, civile e pertanto partecipano attivamente, forse anche più di altri, alla vita pubblica. Internet appartiene oramai alla nostra civiltà, siamo ancora all’età della pietra, tra quindici o venti anni, ripenseremo con tenerezza alle tecnologie che usiamo oggi, e che ci appaiono potentissime, ai nostri computer ad Internet così come è adesso. Noi prima come donne e come uomini e poi come componenti del mondo teatrale, non abbiamo paura di Internet, anzi riponiamo in questo mezzo una grande fiducia, una speranza di unione e comunione. La rete è autonoma, libera, almeno fino ad ora, ed il nostro compito è far si che rimanga tale. Non ci possono essere ingerenze, anche se in molti ci provano, il passaparola, la tanto inseguita “ unione, che fa la forza “, adesso con Internet è possibile. Basta fare alcuni esempi : la rivolta di Seattle e poi quella di Praga, masse di anarchici, comunisti, pacifisti, scouts, cristiani, tramite la rete si sono organizzati, hanno dato concretezza alle loro rivendicazioni e si sono mossi tutti insieme, per la libertà, la democrazia. Fino a quando Internet resterà libera, nessuno potrà pensare mai di compiere atti gravi contro la società civile, restando impunito. Esageriamo ? No, pensiamo di no, le potenzialità sotto questo punto di vista devono ancora venir fuori. Pensiamo al Peer to Peer, al sistema cioè di condivisione di informazioni, non tra Pc locali e server, ma tra Pc e Pc, Napster per intenderci, o Gnutella o tanti altri, la rete è ricca di questi sistemi. Cos’altro sono se non la realizzazione di una sorta di comunismo delle informazioni, dove ognuno mette a disposizione e condivide con altri le proprie ricchezze intellettuali, mentre il mondo fuori, quello reale si preoccupa di diritti, brevetti, soldi, soldi, soldi, soldi, soldi. Linux, molti di voi sapranno di cosa si tratta, è un  Sistema operativo creato da un giovane norvegese, Linux Thorwald, ebbene questo ragazzo non ha mai registrato nessun copyright sulla sua creatura, ma l’ha diffusa in rete liberamente, invitando gli altri a migliorarla e a diffondere a loro volta le novità apportate, è un Sistema che vive nella rete, e si nutre di questa, a disposizione di chiunque, aperto a qualunque modifica e nessuno potrà mai impossessarsene. Nulla a che fare con le “ finestre “ del nostro caro amico Gates, che i suoi sistemi operativi e relativi aggiornamenti li fa prima acquistare e poi testare da chi li ha appena comperati, così noi prima lo paghiamo per acquistare il suo prodotto, e poi gli consigliamo come migliorarlo, paghiamo per dargli un servizio utilissimo, furbo il caro Bill Gates, no ? Torniamo adesso, dopo questa piccola divagazione, all’argomento che ci interessa il Teatro ed Internet. Il nostro sito nasce per sfruttare a fondo le potenzialità, riferite al Teatro, a cui abbiamo accennato. La nostra intenzione è quella di creare, come prima cosa, un luogo di scambio, di incontro. Sappiamo che in questi ultimi anni, in Italia c’è stata una riscoperta del Teatro, fortunatamente si è superati lo scoglio degli anni ottanta, e sappiamo che sono in molti quelli che hanno cosa interessanti da dire, e che magari non trovano spazi per far sentire la propria voce. Perché il Teatro non ha a disposizione grandi spazi, eccetto qualche piccolo spazio sui quotidiani nazionali, riservati peraltro sempre agli stessi personaggi, oppure le poche riviste di settore, ma a sanare questa lacuna nazionale ci abbiamo pensato noi. Nel nostro piccolo, determinati a diventare grandi, noi abbiamo portato in rete il progetto AGHIASOPHIA, ovvero la voce di tutti. Dicevamo prima del Peer to Peer dei sistemi di condivisione, questi si occupano di software, giochi, fotografie e soprattutto MP3, ecco è nostra intenzione mettere in condivisione le idee. Praticamente tutto questo cosa significa ? Potrebbe significare tante cose, uno spettacolo ad esempio realizzato a Bologna, verrebbe pubblicizzato in tutta Italia e magari potrebbe essere realizzato con l’aiuto, i consigli di qualcun altro che abita a Messina. Attenzione quando dico pubblicizzato, non intendo reclames, market-ing, ma reso pubblico, comunicato a tutti non nella realizzazione, ma nelle idee, uno spettacolo o meglio l’idea che lo sospinge, questa è pubblicizzata, resa pubblica, condivisa. Certamente il progetto AGHIASOPHIA non sarà abbandonato al caso, per questo ci faremo promotori di alcune iniziative, la prima è quella di un laboratorio di drammaturgia “virtuale”. Laboratorio inteso come spazio dove si sperimenta, dove si versa nelle provette del liquido magico, e si resta in attesa di un esplosione o di una semplice nuvola di fumo denso e colorato. Pertanto non avremo docenti ad insegnare come si elabora una drammaturgia, ma una comunità di allegri studenti affamati di conoscenza e saggezza che si parlano, si nutrono di idee per crescere vorticosamente insieme.

 

 

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