da: Agorà, n. 5, Anno II, aprile-giugno 2001, pagg. 54-59

Carlo S. Manfredini: Jules Verne e la Sicilia

1. Conoscere Verne

Il valore e i meriti dell'opera di Jules Verne vanno ben oltre le facili e assurde etichette, degenerate in noioso luogo comune, di "scrittore per l'infanzia" o di "strabiliante profeta", con cui una conoscenza diffusa ma presuntuosamente superficiale e limitata sembra avere in maniera definitiva catalogato questo autore (1).

In realtà, Verne è stato un grandissimo divulgatore e l'iniziatore di un genere narrativo capace di interpretare e descrivere le prospettive, in positivo come in negativo, che lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle abilità tecniche del suo tempo sembravano offrire all'umanità. Gli oltre ottanta volumi dei Viaggi straordinari rappresentano una enciclopedia nella quale si raccoglie, sintetizza e proietta nel futuro possibile tutto quanto scienziati, naturalisti, ingegneri, viaggiatori andavano esplorando, scoprendo, realizzando, alla vigilia del XX secolo.

Le cosiddette "previsioni strabilianti", che vorrebbero un Verne preveggente da baraccone, non erano frutto di sogni premonitori né di capacità divinatoria: pubblicazioni scientifiche e atti accademici del tempo trovavano in Verne lucida e sapiente sintesi, in un contesto organico e plausibilmente reale, che permetteva di interpretarne il significato concreto e di ipotizzarne sviluppi e conseguenze.

Ad accendere e risolvere le situazioni da cui trarre spunto per le sue narrazioni, intervenivano accattivanti espedienti, la cui originalità, accompagnata da quei toni di particolare humour che tradiscono la passione dello scrittore per il teatro, riesce plausibile e ben accetta anche al più disincantato dei lettori.

2. La Sicilia di Jules Verne

In quel pittoresco ma meticoloso inventario del mondo che sono i Voyages, dove le isole trovano particolare attenzione, non manca la Sicilia, attraversata da più di uno degli avventurosi itinerari escogitati, con i pretesti più fantasiosi, da Verne.

Oltre alle citazioni di luoghi, cose e personaggi all'interno dei vari elenchi abilmente proposti nel contesto della narrazione, Verne dedica all'arcipelago siciliano diversi riferimenti ben precisi e ampi, facendo di alcuni luoghi il teatro di episodi o di interi capitoli dei romanzi in cui sono organizzati i Viaggi.

Nella visione verniana della Sicilia, vissuta non solo come realtà geografica ma anche quale riferimento ideale di valori culturali, si avverte l'eco delle cronache dei viaggiatori intellettuali che già dal secolo precedente hanno percorso quel Grand Tour in cui l'isola è stata tappa essenziale, secondo l'intuizione di Goethe, che vedeva in questa terra la chiave per la comprensione dell'intera realtà italiana.

Il riferimento alla Sicilia come mèta romantica di richiami classici e valori culturali è presente nel romanzo Il Castello dei Carpazi (2). Il protagonista, il giovane conte romeno Franz de Télek, a completamento della sua formazione culturale, sente la necessità di visitare le città più importanti d'Europa, iniziando il viaggio proprio dall'Italia. Da Napoli, raggiunge la Sicilia, per "terminare il viaggio con l'esplorazione dell'antica Trinacria".

Un altro nobile balcanico, il conte ungherese Mathias Sandorf (3), ha...

 

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