da: Agorà, n. 9, Anno III, aprile-giugno 2002, pp. 78-80

Carlo S. Manfredini: Celebrazioni belliniane: fatti che restano


 

Cristina Grasso Naddei (cur.), "A Vincenzo Bellini nel bicentenario della nascita l'Archivio di Stato della sua Città natale offre. Catalogo della mostra documentaria", Archivio di Stato, Catania, 2001.

• Istituto Musicale Vincenzo Bellini - Catania, "Vincenzo Bellini 1801-2001, con un'appendice su Francesco Pastura", a cura di Roberto Carnevale, I Quaderni dell'Istituto, II, Libreria Musicale Italiana- LIM Editrice, 2001.

• Istituto Musicale Vincenzo Bellini - Catania, Bicentenario Belliniano 1801-2001. Intorno a Bellini. Dodici composizioni contemporanee su temi di Vincenzo Bellini, Edizioni Musicali Suvini Zerboni - Milano, 2001 (con CD).

 

"Il rapporto tra Catania e il suo Cigno è stato, e rimane univoco: la città ha ricevuto da Vincenzo Bellini, in cultura e prestigio, molto più di quel che gli ha dato."

L' incipit del prof. Giuseppe Giarrizzo, comune ai saggi di prefazione per i primi due volumi qui presentati, può ben essere esteso a bilancio puntuale e doloroso di tutte le occasioni mancate dai Catanesi di manifestare in maniera particolare il riconoscimento dovuto al proprio grande concittadino.

Anche il 2001, ricorrenza del bicentenario della nascita, come già il primo centenario e il centocinquantenario, ha generato la sua cronaca, promessa eredità della storia a venire, di polemiche, aspettative mancate, propositi irrealizzati circa l'adeguatezza e degnità delle celebrazioni da tributare a Bellini. Ancora una volta, non è secondario, in tutto ciò, il ruolo non esaltante recitato dalle amministrazioni locali.

Il concomitante anniversario della morte di Giuseppe Verdi, con la preminenza di mezzi e di conseguente risalto sulla ribalta nazionale è poi un vulnus che tradizionalmente si viene ad aggiungere a quanto già ricordato. Non hanno mancato di ricamarvi sopra, con noioso conformismo retorico, le competenti firme della stampa nazionale: valga per tutti l'immagine evocata da Sandro Cappelletto del ragazzo-cigno soffocato dall'uomo-quercia.

Tuttavia, passate le deluse speranze di allestimenti faraonici e scritture proibitive, consumate le serate confezionate con repertori di maniera e voci di richiamo popolare, archiviate le vicende di comitati travagliati dal tira-e-molla di stanziamenti sventolati e ritirati, evaporato, in sintesi, l'effimero - realizzato o mancato - rimane anche stavolta la testimonianza del buon lavoro che qualcuno riesce pur sempre a fare e lasciare, comunque.

Frutto dell'anniversario del 2001 sono gli stimoli di reale valutazione e aprofondimento della figura e dell'opera di Bellini, a superamento della consueta celebrazione agiografica e della coltivazione del mito, a partire dal progetto di grande respiro, avviato da Casa Ricordi e fatto proprio dal Comitato nazionale, per l'edizione critica dell'opera omnia belliniana, cui si aggiungono i contributi elaborati per il Congresso internazionale di studi tenutosi a Catania e quello di Parigi organizzato dalla nostra Università insieme alla Sorbona. Anche le pubblicazioni di cui ci occupiamo rientrano in questo versante di contributo positivo di costruttività che vogliamo evidenziare.

La mostra documentaria organizzata dall'Archivio di Stato di Catania rientra nella feconda e meritoria azione di “scavo” condotta dalla Direttrice Cristina Grasso Naddei e dal suo degno staff per la proposta e valorizzazione del patrimonio documentario locale, essenziale alla conoscenza delle vicende e dell'identità della nostra comunità.

Le vicende della famiglia Bellini insieme alle circostanze di conduzione delle istituzioni locali non hanno consentito la conservazione e trasmissione di un fondo archivistico specifico utile a documentare le vicende del nostro, peraltro largamente svoltesi lontano da Catania. La ricognizione di tutte le tracce del breve passaggio di Bellini per la nostra città come pure quelle della sua famiglia, insieme a tutta la disponibile documentazione legata alla costruzione del suo mito, possono ben essere offerte come valido materiale su cui impiantare l'oggi sentita esigenza di revisione e valutazione critica dell'opera e della vita del musicista, anche attraverso la comprensione della costruzione della sua immagine.

Al materiale istituzionalmente proprio dell'Archivio, come gli atti notarili e quelli delle amministrazioni locali (compreso il recupero dei notoriamente perduti atti comunali, fortunatamente recuperati attraverso le copie conservate da altri enti), la mostra così organizzata ha potuto aggiungere quanto recentemente acquisito del restante archivio (la parte principale si trova presso l'Archivio di Stato di Cosenza) del fu benemerito Real Circolo Bellini, insieme alla collezione offerta in prestito dal Maestro Nicolò Scuderi.

Presentato dal prof. Fabrizio Della Seta, Presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Belliniane 2001, preceduto da uno scritto del prof. Giuseppe Giarrizzo e da una rassegna della recente bibliografia critica a cura del prof. Dario Miozzi, il volume-catalogo della mostra raccoglie l'inventario dei documenti esposti, organizzati per capitoli tematici, ciascuno premesso da un denso saggio riepilogativo ma ben degno di vita autonoma.

Il primo capitolo, a cura della dott.ssa Serafina Picciolo Palermo, ricostruisce particolarmente le vicende della famiglia Bellini a Catania attraverso le tracce lasciate dai suoi componenti e individuate in vari atti depositati in archivio.

La dott.ssa Anna Maria Iozzia presenta ulteriori informazioni d'archivio nel capitolo successivo, dedicato alla casa natale del musicista, grazie alla pubblicazione di quattordici atti inediti riguardanti l'ingresso e la presenza della famiglia Bellini in casa Gravina, con una certezza documentaria che suffraga e supera, per dettaglio e articolazione delle vicende, l'acquisita tradizione. La storia della casa è completata dalla documentazione, fra cronaca e atti amministrativi, delle travagliate vicende del suo riscatto e destinazione a degno luogo di memoria.

Ancora un'altra vicenda fra cronaca polemica e storia, delineata dal dott. Gaetano Calabrese, è quella del rimpatrio della salma di Bellini, avvenuto nel 1876, con le conseguenti iniziative di celebrazione, compresa l'erezione dei monumenti in Duomo e in piazza Stesicoro.

La dott.ssa Serafina Picciolo Palermo si occupa del capitolo dedicato al Real Circolo Bellini, espressione di quel Cav. Giuseppe Giuliano che, “solo e a proprie spese... quando fallirono le feste pubbliche indette per il centenario di Vincenzo Bellini, seppe ricordarlo al suo Paese e alle Genti d'Italia” con il monumento rappresentato dal volume “Omaggio a Bellini” (1901).

Ancora la dott.ssa Anna Maria Iozzia propone una documentazione sui luoghi belliniani, istituzioni di varia natura nel tempo create e intitolate in omaggio a Bellini, dal Giardino pubblico, all'Osservatorio etneo fino al prestigioso Liceo (ora Istituto) Musicale.

La dott.ssa Cristina Grasso Naddei, con una documentata analisi dell'influenza delle condizioni politiche sull'organizzazione delle celebrazioni nella prima metà del '900, con vicende non liquidabili con la semplice accettazione delle polemiche registrate dalla stampa del tempo, conclude il volume ma sicuramente apre, insieme agli altri temi scaturenti dal materiale proposto dalla mostra, sicure prospettive di ricerca e spunti di approfondimento.

Da una delle istituzioni realizzate dal desiderio dei catanesi di coltivare la memoria belliniana nel più diretto e concreto dei modi, ovvero la coltivazione delle vocazioni e dei talenti per la musica, quell'Istituto Musicale V. Bellini, finalmente costituito, dopo lunga e travagliata gestazione, in coincidenza del 150° anniversario della nascita del musicista, nel 1951, provengono le altre due iniziative che desideriamo consegnare alla memoria positiva di questo 200° anniversario.

Giunta al secondo numero, la pubblicazione scientifica “I Quaderni”, insieme ai contributi di docenti dell'Istituto accoglie anche due saggi di prestigiose firme esterne per un omaggio monografico a Bellini, esteso a una una figura ad esso indissolubilmente associata per i meriti nello studio e nel riconoscimento, il maestro Francesco Pastura.

Apre il Quaderno dell'Istituto un saggio dell'insigne storico Giuseppe Giarrizzo, che con la magistrale ampiezza e profondità di visione e d' espressione che gli sono propri, affronta il problema dell'ideologia di Bellini, specie con riferimento a I Puritani, analizzandone l'esperienza dal contesto catanese a quello europeo dell'epoca.

Altro contributo esterno di grande qualità è quello proveniente dal Dott. Antonio Carroccia, catalogatore presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli. A parte il contributo del Prof. Friedrich Lippmann, è questa la prima e sistematica catalogazione ad essere pubblicata dei materiali belliniani manoscritti esistenti nella biblioteca napoletana, prezioso e mitico luogo per quanti si interessano di musicologia.

I materiali catalogati comprendono 73 manoscritti musicali di opere, musica strumentale, musica sacra e 92 lettere, per la maggior parte destinate all'amico Francesco Florimo.

Il prof. Dario Miozzi presenta un circostanziato saggio su Divagazioni sul mito e sulla fortuna di Bellini in Italia nell'Ottiocento; un'approfondita ipotesi di lettura su La melodrammaturgia incompiuta di Betarice di Tenda viene proposta dalla prof.ssa Graziella Seminara; il prof. Aldo Mattina, partendo dalla premessa che “tra i grandi operisti dell'Ottocento italiano, Vincenzo Bellini è sicuramente il più ignorato, se non bistrattato, dalla musicologia ufficiale” affronta criticamente la sinora lacunosa catalogazione delle composizioni vocali profane “impropriamente e parzialmente definite Ariette.

L'analisi melodica di un campione di quattro composizioni vocali da camera di Vincenzo Bellini viene affrontata dai proff. Angela Arcidiacono (Dolente immagine di Fille mia), Giuseppe Cantone (Vaga luna che inargenti), Antonella Fiorino (Vanne, o rosa fortunata), Letizia Spampinato (Malinconia, ninfa gentile).

Segue la ragguardevole Appendice “Su Francesco Pastura (1905-1968). Per una ricognizione della biografia e dell'attività critica”. I proff. Riccardo Insolia e Antonino Marcellino, con i loro Appunti per un profilo biografico di Francesco Pastura offrono, con ricchezza di testimonianze e documenti, alla generale conoscenza e al potenziale approfondimento la figura di uno studioso che ha svolto un ruolo importante nella cultura musicale locale e nazionale negli anni 50 e 60 del secolo appena trascorso, delineando inoltre un più ampio, variegato e vivace contesto intellettuale. Studioso e compositore di canzoni popolari, giornalista, conferenziere, ricercatore, docente, direttore dei gruppo dei Canterini Etnei, Pastura diviene nel 1950 direttore del Museo Belliniano per rimanervi fino alla morte. Nel 1951 riesce a concretizzare il progetto di un Istituto musicale pubblico, l'attuale Istituto che oggi gli rende omaggio associandolo alle celebrazioni belliniane.

Nel quadro della ricognizione della figura e dell'opera del Maestro Pastura si inserisce il progetto di schedatura della sua attività giornalistica. Le studentesse Donatella Giordano e Cristina Saitta danno conto dell'attività in corso, con la proposta di un elenco di 36 articoli su temi belliniani, la metà dei quali viene integralmente riportata, rivelando spunti e riflessioni di originalità e attualità.

E per concludere degnamente sul tema del “fare” concreto, su cose che restano, segnaliamo, ancora da quella fucina di cultura, fiore all'occhiello della città che è l'Istituto Musicale V. Bellini, la pubblicazione di un album di dodici composizioni originali ispirate e sviluppate da cellule musicali belliniane ad opera di compositori (docenti, ex allievi, specializzandi) che operano all'interno o intorno all'Istituto, cui si sono aggiunti due docenti esterni di alto prestigio come Aldo Clementi e Alexander Müllenbach. Alle composizioni sono associate, in un progetto non nuovo per la già sperimentata sinergia fra Istituto Musicale e Accademia di Belle Arti, altrettante creazioni artistiche figurative su soggetti belliniani ad opera di docenti dell'Accademia.

Carlo S. Manfredini


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