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39.000 TONNELLATE DI RISO ITALIANO
DA OGGI ALL'ASTA PER USO ZOOTECNICO

di Guido Pollice
Presidente nazionale di VAS


Le eccedenze di tre anni di raccolto del riso (39.000 t. in Italia; 7.850 in Spagna; 3.200 t. in Grecia) sono da oggi all'asta, in una gara riservata agli operatori del settore mangimistico, come obbligatoria applicazione di uno scriteriato Regolamento emanato
della Commissione UE. Un Regolamento, il 1940 del 2 ottobre 2001, letteralmente imposto dalla Commissione nonostante la ferma opposizione dei paesi Ue produttori di riso, Italia compresa.

Si tratta di stock di riso perfettamente conservato, di qualità eccelse (ci sono persino partite di pregiatissimo Carnaroli) che in  Italia sono stoccate nei magazzini dell'Ente Risi e che, sino al 19 dicembre 2001, le industrie mangimistiche potranno acquistare per
mettere all'ingrasso il bestiame.

Siamo con ciò di fronte ad uno scandalo di proporzioni bibliche.
Basti pensare, infatti, che la sola quantità di riso stoccato in Italia sarebbe sufficiente a sfamare, per un intero anno, ben 400.000 persone nelle aree sottoalimentate del pianeta e per le quali il riso costituisce la dieta abituale.

L'unica concreta possibilità, perché la Commissione sia indotta a riconsiderare il proprio orientamento, è che l'asta in corso vada deserta. In questo senso ho sollecitato il Presidente dell'associazione degli industriali mangimisti a farsi interprete di "un'obiezione di coscienza umanitaria", che induca gli industriali del settore ad astenersi dal presentare offerte d'acquisto. Se così fosse la Commissione non avrebbe altra scelta che destinare
l'immenso patrimonio alimentare ai programmi di aiuto gestiti dalla FAO e dalle Organizzazioni non governative.

Roma, 17 ottobre 2001