COMITATO
PER I DIRITTI CIVILI DELLE PROSTITUTE
Dal 23 ottobre i muri di molte città italiane
saranno tappezzati di manifesti giallo/neri, fatti affiggere dal Comitato per i
Diritti Civili delle Prostitute.
“Oltre la tolleranza e la compassione per il
riconoscimento dei diritti” è lo slogan con cui si intende
aprire un autunno di lotta coinvolgendo cittadine e cittadini per
l’affermazione del diritto e della giustizia.
L’iniziativa è la nostra risposta all’ondata di
moralismo bigotto ed ipocrita che ha di fatto
portato alla caccia indiscriminata di clienti e prostitute su tutto il
territorio nazionale.
Le “crociate” per salvare le presunte vittime
della tratta in realtà non sono altro che una violazione dei diritti e delle
libertà di tutti ed un attacco clericale allo stato di diritto.
Queste “crociate” sono un alibi per giustificare
la repressione in atto contro le prostitute, infatti le espulsioni di queste
donne sono sistematiche. Le retate sono ormai quotidiane, le Questure comunicano
ogni giorno le loro brillanti operazioni alla stampa corredate dei numeri delle
decine di donne espulse.
Eppure tutti sanno che queste persone una volta giunte nei
loro paesi di origine vengono riprese dagli sfruttatori e ricollocate nel
mercato della prostituzione in Europa. Questo nuovo viaggio aumenta il loro
debito con il racket. In Albania alcune donne rimpatriate sono state assassinate
dai familiari per cancellare il disonore subito, in Nigeria vengono arrestate
all’aeroporto d’arrivo ed incarcerate.
Pertanto coloro che invocano la lotta alla
prostituzione avvallando quanto detto non possono dichiararsi dalla parte delle
vittime, essi si trovano loro malgrado schierati dalla parte dei torturatori di
queste donne.
Infatti le poche centinaia di donne che in tutta
Italia sono state strappate ai racket sono veramente una minoranza rispetto a
quelle che si trovano sulla strada. Le altre migliaia, sia che si tratti di
prostitute autodeterminate o vittime del raket subiscono anche la repressione
delle polizie; non è poca cosa per chi è clandestino, privo di diritti di
cittadinanza, in balia delle mafie, sfruttabile nel mercato del sesso, ma anche
nel mercato “rispettabile” dei lavori tradizionali.
Le azioni di polizia contro pochi clienti sono una
aberrazione giuridica, ma ancor di più lo è la persecuzione delle donne che si
prostituiscono.
L’iniziativa è già stata sottoscritta da
centinaia cittadine e cittadini, associazioni,
ed anche da rappresentanti del mondo politico.