IN IRAQ LA VITA DI UN BAMBINO VALE UN DATTERO


Datteri iracheni "contrabbandati" dalla associazione "Un ponte
per..." come atto di disobbedienza civile alla legge italiana
sull'embargo all'Iraq sono in vendita in tutta Italia per protestare
contro l'embargo e come atto di solidarietà verso la popolazione
irachena colpita con oltre un milione di vittime.

Da 11 anni continuano a morire 4.500 bambini al mese.
Facciamo che la vita di un bambino valga una vita.

I datteri sono in vendita nelle Botteghe del Commercio Equo e
Solidale e nelle piazze.

Il 22 dicembre giornata nazionale di disobbedienza civile
con tavoli di vendita publica in tutt'Italia.


COMUNICATO STAMPA

Per la seconda volta l'embargo all'Iraq è stato apertamente e
pubblicamente violato con una iniziativa di "disobbedienza civile"
alla legge 298/90 promossa dalla associazione di volontariato "Un
ponte per.".

L'iniziativa, consistente nella importazione "illegale" di 20
tonnellate di datteri iracheni, intende essere una ulteriore forma di
pressione sul governo italiano perché dia attuazione alla risoluzione
approvata il 21 giugno 2000 dalla Camera dei deputati che lo
impegnava, anche sotto la pressione di 30.000 firme di una petizione
popolare, a "prendere una posizione ufficiale nelle sedi
internazionali per la revoca delle sanzioni all'Iraq", "sbloccare i
fondi iracheni congelati nelle banche italiane e promuovere
iniziative umanitarie.

"Siamo stufi di aspettare che il governo si muova - hanno detto gli
organizzatori - non riconosciamo più validità ad una legge con la
quale anche il nostro paese partecipa al genocidio della popolazione
irachena, che ha pagato già con oltre un milione di morti."

I datteri sono stati acquistati direttamente da contadini del sud
dell'Iraq, sono stati sterilizzati, essiccati e confezionati in Iraq
ed importati in Italia, dopo aver passato due frontiere ed aver
cambiato due volte identità. Prima della importazione il prodotto è
stato fatto analizzare sia da un laboratorio iracheno che da uno
italiano per verificare la conformità alle norme sanitarie italiane
e per verificare la assenza di uranio impoverito. I proventi della
iniziativa verranno utilizzati in un progetto di riabilitazione di un
centro di salute nella zona di provenienza dei datteri.

Iniziative analoghe avverranno in Canada, Gran Bretagna e Francia ove
i datteri iracheni sono stati riesportati dall'Italia.

I datteri (di cui l'Iraq era il primo esportatore mondiale) erano,
prima della guerra del Golfo la seconda voce nelle esportazioni
irachene. L'embargo, chiudendo i mercati esteri, ha colpito molto
duramente i contadini e tutte le attività connesse alla lavorazione e
alla trasformazione del prodotto.