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Che cosa è un trapianto?

Il trapianto è oggi la migliore terapia, ed in molte occasione l’unica, per pa­zienti colpiti da patologie con un danno irreversibile di organo o tessuto. Grazie ai progressi acquisiti, attraverso il trapianto è possibile salvare e migliorare la qualità di vita di molti pazienti. Lo scarso numero di donatori e di organi disponibili ne limita però l’utilizzazione.

Quali organi e tessuti possono essere trapiantati?

Attualmente si possono trapiantare:

ORGANI: reni, cuore, fegato, polmoni, pancreas e intestino.

TESSUTI: pelle, osso, cornee, valvole cardiache, vasi sanguigni, tendini e car­tilagini.

Quando avviene la donazione di organi?

Solo dopo che è stato fatto tutto per salvare il paziente; quando cioè è stata accertata la morte encefalica, o morte cerebrale, stato definitivo irreversibile.

Come fanno i medici a stabilire che una persona è morta?

La diagnosi di “morte cerebrale” può essere formulata dopo una serie di accerta­menti clinico-strumentali che hanno evidenziato la contemporanea assenza di:

  • riflessi che partono direttamente dal cervello;
  • reazioni agli stimoli dolorifici;
  • respiro spontaneo;
  • stato di coscienza;
  • qualsiasi attività elettrica del cervello (elettroencefalogramma piatto).

L’accertamento e la certificazione di morte cerebrale è effettuata da un colle­gio di tre medici (un medico legale, un rianimatore ed un neurofisiopatologo), diversi da quelli che costituiscono l’equipe di rianimazione che assiste la per­sona o l’equipe di prelievo e trapianto. Questi medici verificano il perdurare delle condizioni che hanno determinato il momento della morte per un periodo di osservazione di 6 ore per gli adulti ed i bambini in età superiore ai cinque anni, non inferiore a 12 ore per i bambini di età compresa tra uno e cinque anni, e non inferiore alle 24 ore nei bambini di età inferiore ad un anno.

 
In una persona morta il cuore può battere ancora?

Si. La morte di una persona è determinata esclusivamente dalla morte del cer­vello, indipendentemente dalle funzioni residue di qualsiasi organo. Per questo motivo, in un soggetto deceduto in condizioni di “morte encefalica” se si mantiene una ventilazione meccanica, il cuore può battere per alcune ore. La donazione di organi può essere effettuata solo in questi casi.

Che differenza c’è tra morte cerebrale e corna?

Nella morte cerebrale tutte le cellule cerebrali sono morte e non è possibile rilevare alcuna attività vitale.

Nel corna il paziente è vivo, anche se la coscienza è assente; i riflessi sono presenti, l’attività elettrica cerebrale è rilevabile, così come la risposta agli stimoli dolonfici; il paziente in corna viene curato, spesso con ottimi risultati, e riprende una vita normale.

Le procedure diagnostiche consentono di escludere con sicurezza la possibilità di confondere il corna con la morte cerebrale.

E’possibile decidere a chi verranno trapiantati i propri organi dopo la morte? No. Gli organi vengono assegnati ai pazienti in lista di attesa in base alle con­dizioni di urgenza ed alla compatibilità clinica ed immunologica del donatore con le persone in attesa di trapianto.

E’ illegale comprare o vendere organi umani. La donazione è sempre gratuita ed anonima.

I costi del trapianto sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Come vivono i trapiantati?

Riprendono a vivere, dopo essere stati gravemente ammalati e, spesso, vicini alla morte. Riprendono a lavorare, viaggiare, fare sport. Rinascono.

I soggetti in età fertile posso avere figli, le giovani donne trapiantate possono portare a termine una gravidanza.

Ormai i casi di rigetto sono sempre più rari e controllabili dalla terapia farmacologica.

Fino a quale età si possono donare organi e tessuti?

Non esistono limiti di età: in particolare le cornee ed il fegato, prelevati da donatori di età superiore ad 80 anni, sono frequentemente idonei ad essere prelevati e trapiantati.

 
Attraverso organi e tessuti possono essere trasmesse gravi malattie?

Ogni potenziale donatore viene obbligatoriamente sottoposto ad accurati ac­certamenti clinici, laboratoristici e strumentali che garantiscono ampi margini di sicurezza.

Perché io dovrei donare?

Spesso evitiamo questa domanda, ritenendo che il trapianto sia estraneo alla nostra vita. Donare i propri organi e tessuti significa salvare vite umane o cura­re gravi malattie. Ognuno di noi potrebbe aver bisogno domani di esser curato con un trapianto.

Cosa prevede la normativa sui trapianti?

La normativa sui trapianti è dedicata a tre diversi aspetti:

  • l’accertamento di morte;
  • la manifestazione di volontà alla donazione;
  • l’organizzazione del sistema trapianti.

L’accertamento di morte è regolamentato dalla Legge 578/93 e dal D.M. 582 / 94, che precisano in modo chiaro e definitivo le procedure per accertare la morte, in ogni caso rese obbligatorie indipendentemente dalla possibilità di effettuare prelievi di organi e tessuti.

La manifestazione di volontà è regolamentata dai primi 5 articoli della Legge 91 / 99 che prevedono:

  • l’informazione dei cittadini sulle tematiche della donazione e del trapianto;
  • la manifestazione di volontà in una prima fase attraverso un meccanismo di consenso esplicito (i cittadini sono chiamati ad esprimere un “si” o un “no”) e in una fase successiva attraverso il silenzio-assenso (si considera donatore ch non ha espresso il proprio “no” dopo che tutti i cittadini sono stati singolar­mente informati).

L’organizzazione del sistema trapianti è regolamentata dai successivi 23 arti­coli della Legge 91 / 99 attraverso:

  • un centro nazionale, centri interregionali e regionali, che presiedono l’in­sieme delle attività e, in particolare, la gestione delle liste di attesa e l’assegnazione degli organi;
  • la definizione di una nuova funzione sanitaria (il coordinamento ai prelievi) dedicata all’incremento dell’attività di donazione e prelievo ed ai rapporti con i familiari dei donatori;
  • la realizzazione di un sistema informatico nazionale dedicato a tutte le atti­vità collegate con il trapianto.
Come si esprime la volonta' di donare?
  • Vengono previste due modalità per esprimere la volontà:
  • attraverso una dichiarazione scritta che il cittadino porta con sè con i propri documenti;
  • attraverso la registrazione della volontà (positiva o negativa) effettuata presso la USL o il medico di famiglia.

Con questa iniziativa si da la possibilità (non l’obbligo) di esprimere la propria volontà. Il sistema scelto non è il silenzio-assenso ma il consenso o dissenso esplicito (come previsto dall’art. 23 della Legge 91 del I aprile1999). Se un cittadino non si esprime, è prevista dalla Legge la possibilità per i familiari (la legge indica quali: coniuge, convivente more-uxorio, figli, genitori) di opporsi al prelievo. In ogni caso il prelievo non ha luogo se viene presentata una di­chiarazione del potenziale donatore, contraria alla donazione, successiva alla precedente dichiarazione positiva.

Qualunque nota scritta che riporti: cognome e nome, data di nascita, codice fiscale (non obbligatorio), dichiarazione di volontà, data e firma, è considerata valida ai fini della dichiarazione di volontà.

Dal mese di ottobre ogni cittadino potrà registrare la propria volontà anche alla USL, in questo caso i suoi dati verranno inseriti presso il Centro Nazionale Trapianti che è collegato con i Centri Interregionali.

In caso di possibile donazione in un soggetto in cui venga accertata la morte ai sensi della Legge 578 del 29 dicembre 1993 e del decreto del Ministero della Sanità 582 del 22 agosto 1994, i medici rianimatori verificano se il soggetto ha con sé la dichiarazione o ha registrato la propria volontà nel registro informatico. Possono verificarsi tre casi:

  • il soggetto ha espresso in vita la volontà positiva alla donazione : in questo caso i familiari non possono opporsi;
  • il soggetto ha espresso volontà negativa alla donazione : in questo caso non c’è prelievo di organi;
  • il soggetto non si è espresso : in questo caso il prelievo è consentito se i familiari non si oppongono.

In ogni momento si può cambiare idea con una nuova dichiarazione.

Sono portatore di epatite B / C, posso donare i miei organi?

Non ci sono controindicazioni assolute. E’ vero però che il prelievo degli organi si può effettuare solo in assenza di malattie trasmissibili. Tuttavia la valutazione di idoneità clinica del potenziale donatore viene eseguita dai medici solo al momento dell’eventuale prelievo. Ogni cittadino dovrà esprimere la propria volontà a prescindere dal suo stato clinico.