AJELLO, oggi

Situato a 10 km. dal mare, raggiungibile in circa dieci minuti, Ajello (3.411 abitanti) è però un unicum per la coesistenza di una selva boscosa, anch'essa ad un quarto d'ora di macchina, e pregevolissima per la sua verginità, che ci riporta ai tempi dei Normanni. Il territorio si estende, infatti, tra i 77 ed i 1.146 metri d'altitudine, per circa 39 kmq. (l'antico "stato" superava addirittura i 92 kmq.).

lì centro abitato, a 502 metri, rappresenta quindi una piacevole via di mezzo tra il mare e la montagna, ma soprattutto offre una pausa rilassante. Sarà la calma atmosfera, sarà la dignità di uno stile di vita, retaggio di una storia elevata, sicuramente la soddisfazione estetica e culturale che possono dare le sue opere d'arte, soprattutto una cura per l'ordine, la pulizia, la conservazione delle memorie: il tutto concorre a far provare quasi un senso di meraviglia, anche in chi - come me - ha soggiornato ad Ajello per diverso tempo. I paragoni con altri centri storici sarebbero impietosi per questi ultimi, o meglio per chi avrebbe dovuto averne cura, o per chi vi è intervenuto in maniera devastante, quindi non ne parliamo.

Ed Ajello, "Comune d'Europa", continua nella sua opera in un certo senso stupefacente: ben lastricato, in pietra locale e senza preziosismi, il centro storico, si darà inizio quanto prima a riportare alla luce l'importantissimo castello.

Nè sono state trascurate le sistemazioni dei rioni, le nuove costruzioni, e le infrastrutture, in particolare la strada che, costeggiando il fiume Olivo, ed attraverso una galleria, porta velocemente in alto.

E le occasioni di relax non sono "limitate" all'arte ed alla storia. E' nota, sin dall'epoca dei Normanni, la locale - ancorché limitata poiché privata, ma comunque reperibile - produzione di vino, particolarmente robusto quello rosso, ed aromatico (zibibbo) quello bianco; i cenni storici ci hanno ricordato l'antica tradizione degli allevamenti suini e quindi degli insaccati di ottima qualità; ancora più noti, ed esportati ovunque, sono i fichi secchi, squisitamente confezionati (Aloisio).

Estemporanee manifestazioni, con musica, mostre, danze, vi si svolgono durante l'anno, ma vanno qui ricordate quelle consolidate da anni, o da secoli (già nel 1700 Ajello era centro d'attività musicale, ed ha avuto sino a poco tempo fa un'ottima banda): a febbraio, il Carnevale Ajellese, coi concorsi per le maschere; il 25 marzo la Festa dell'Annunziata, con la fiera; la prima domenica di maggio, la Festa Patronale di 5. Geniale, con solenni celebrazioni religiose, intrattenimenti e l'antica "gara del formaggio"; il 2 luglio, la Festa della Madonna delle Grazie, con processione notturna, fiaccolata, fuochi d'artificio e manifestazioni collaterali, tra cui la fiera; a novembre, la Sagra del vino e della gastronomia; a dicembre, l'immacolata con gli zampognari per le vie e le case, S. Lucia e l'altra Sagra gastronomica, con gli zampognari in concerto. Ed ancora, intense manifestazioni legate ai riti della Pasqua e del Natale, anche con scambi di specialità gastronomiche e dolciarie locali, e, nell'anno, numerose fiere-mercato, specialmente di bestiame.

A chiusura, quale buon augurio alla continuata conservazione di questo ingente patrimonio, vogliamo riportare un antico proverbio inciso su una lapide conservata tra i reperti di Florindo Longo "lu tempu é mastru, e tu speri ca vidi" (il tempo è maestro, spera e vedrai)

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