Il Naturalista: una visione olistica


La parola "naturalista" ha sempre evocato una figura ben precisa: uno scienziato girovago, curioso, attento alla natura nella sua globalità. Vengono in mente ritratti ottocenteschi di personaggi barbuti, in marsina, dotati di retini o complicate attrezzature; libri letti nel passato, il viaggio di Darwin, i ricordi di Fabre…

Uno scienziato che era sì uno zoologo o un botanico in senso classico, ma anche un ecologo ante litteram: Darwin scrisse con la medesima competenza di fringuelli, piante, atolli, evoluzione, filosofia.

È proprio il mantenimento di questa particolarissima visione globale del vivente e del non vivente, ma soprattutto delle relazioni che tra questi intercorrono, che caratterizza ancora oggi la preparazione del naturalista, la sua unicità.

Tuttavia le nuove sensibilità e le nuove emergenze ambientali strappano al dottore in Scienze Naturali questo alone di romanticismo, per assegnargli un compito che sarà fondamentale nelle politiche di gestione ambientale degli anni a venire.

Egli incarna la figura di controllo che si renderà necessaria per coordinare tutti gli interventi umani nell’ambiente e sull’ambiente, proprio in virtù della sua preparazione interdisciplinare: un "medico condotto", che riconosce e interpreta i sintomi e indirizza il lavoro degli specialisti: biologi, geologi, agronomi, architetti, ingegneri…

Una figura fondamentale, perché non ci si può più permettere di agire "per compartimenti stagni": ne è un esempio la complessità delle conoscenze per operare una valutazione di impatto ambientale.

È da ritenersi, inoltre, che il naturalista abbia per formazione la nozione del "bello naturale". Se per un architetto il "bello" è uno spazio verde geometricamente ordinato, e per un ingegnere un fiume ben regimentato, per il naturalista "il bello" è la foresta vergine. Un esempio un po’ semplicistico per evidenziare comunque il rispetto con cui il naturalista guarda alla natura; storicamente per primo egli si pone al di fuori della visione antropocentrica che caratterizza la nostra cultura, e accetta il suo ruolo di specie nella complessità dell’ecosistema.


Per favorire la riqualificazione della figura del Dottore Naturalista è nata l’Associazione Italiana Naturalisti (A.I.N.), a cui possono aderire come soci tutti i Laureati e gli Studenti in Scienze Naturali e, come aderenti, tutti i professionisti che, operando nell’ambiente, ne condividano le finaltà e non siano iscritti ad albi o associazioni professionali.

Da anni l’A.I.N. promuove la discussione parlamentare della proposta di legge per l’istituzione dell’Ordine professionale; sostiene l’inserimento di questi professionisti all’interno delle commissioni di Pubbliche Amministrazioni competenti in materia di ambiente; agisce, utilizzando tutti gli strumenti giuridici messi a disposizione della vigente legislazione, contro ogni atteggiamento discriminatorio nei confronti dei Dottori Naturalisti; ha prodotto, aggiornandolo annualmente, un elenco delle prestazioni competenti con relativi onorari; infine le sedi regionali organizzano escursioni in aree protette e in altri ambienti naturali di particolare interesse guidati da specialisti in grado di mettere in evidenza le emergenze delle diverse località, oltreché convegni e seminari di studio, fondamentali strumenti di formazione e aggiornamento.

Tutto questo perché solo la definizione precisa della nuova professionalità distruggerà l’idea che il naturalista non sia altro che un buon insegnante per le scuole superiori, o un ricercatore classico e un po’ retrò.

(fb)


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