PROFILO
DEL RELATORE

 

L'OMOTOSSICOLOGIA NELL'APPROCCIO AL PAZIENTE ODONTOIATRICO
Palermo Federico

Negli ultimi anni si è potuto riscontrare un notevole aumento di interesse per quel grande gruppo di "proposte di salute" che spesso vengono definite genericamente "medicine alternative". Nello studio dell'argomento sono sicuramente necessari alcuni distinguo, per evitare di confondere pratiche in tutto e per tutto sovrapponibili all'approccio accademico, con originali fantasie prive di ogni fondamento.
Se noi compiamo una analisi storica, seppur superficiale, di quella che è stata la ricerca scientifica in tutti i campi, non possono non venire sotto i nostri occhi personaggi molto "alternativi" per la loro epoca, quali Galileo o Leonardo, i quali, visti con il senno di poi, ci appaiono depositari di profonde e innovatrici verità.

 

Personalmente ritengo che l'approccio più corretto verso le medicine alternative sia quello di considerarle piuù "complementari" che "antitetiche", valutando, caso per caso, la miglior "terapia biologica" per quel paziente, intendendo con questo termine un approccio terapeutico che si collochi "pro e non contro" le forze della natura.

Il concetto di "medicina funzionale" si applica in questo caso in modo efficace. Infatti la grande lacuna della medicina clinica è che i sintomi funzionali prima, durante e dopo la malattia vengono solo raramente identificati. Con tutti i vantaggi dei procedimenti moderni, il significato di sintomo funzionale è ancora molto limitato. Quando un buon clinico, dopo faticose ricerche di reperti, comunica al paziente tormentato da disturbi funzionali: "i suoi disturbi sono solo di tipo funzionale", egli ha senz'altro indovinato la giusta diagnosi, ma nella maggior parte dei casi non propone alcuna soluzione diagnostica o terapeutica. In questo caso vengono applicati i metodi della medicina funzionale la quale non vuole essere una polemica contro la medicina scolastica, ma solo un'integrazione sensata la' dove la medicina clinica non può raggiungere ulteriori risultati.
La medicina funzionale può essere meglio spiegata con una contrapposizione. Mentre la medicina clinica si occupa in primo luogo dei cambiamenti morfologici degli organi e dei tessuti, diagnosticabili e valutabili con metodi adatti, la medicina funzionale si occupa del riconoscimento dei cosidetti disturbi energetici regolatori, in termini medici, funzionali.
Tali disturbi funzionali si manifestano sempre all'inizio di un processo patogeno, ma anche nel caso in cui un processo morfologico si manifesti in forma di malattia clinica.
La medicina attuale ha raggiunto standard molto alti nella diagnosi di malattie clinico-morfologiche, ma manca di quel background culturale e strumentale che permette di diagnosticare i disturbi funzionali.

Nell'odontoiatria quotidiana i rimedi che sicuramente sono più facilmente applicabili sono quelli di derivazione omotossicologica. L'omotossicologia nasce nei primi decenni del '900 grazie al dottor Hans-Heinrich Reckeweg, al quale va il merito di aver confrontato l'omeopatia classica (Samuel Hahnemann 1755-1843) con le conoscenze scientifiche acquisite.

Un punto fondamentale della teoria omotossicologica è che la vita si realizzi per mezzo di continue trasformazioni chimiche, e che il perfetto funzionamento di questi processi sia alla base di un corretto stato di salute.
L'omeopatia anti-omotossica, o piuù semplicemente omotossicologia, ricerca tutti quei fattori, endogeni od esogeni, che si comportano come lesivi per l'uomo. In quest'ottica le "malattie" altro non sarebbero che l'espressione della lotta dell'organismo per eliminare, neutralizzare, espellere questi fattori lesivi, genericamente chiamati tossine.

Un corretto approccio terapeutico omotossicologico si impernia su alcuni punti fondamentali. In sintesi possiamo ricordare:

  1. Disintossicazione
    -alimentazione
    -ambiente
  2. Ricerca della causa e utilizzo dei rimedi di causalità
  3. Utilizzo di rimedi di lesione e di funzione alterata (sintomatici)
  4. Utilizzo di altri rimedi (d'organo, di fase, di danno cellulare, di costituzione) (di utilizzo più complesso)
  5. Utilizzo del "simillimum" (non sempre) I rimedi omotossicologici si possono dividere in due grandi gruppi:
    • COMPLESSI (Sinergia e complementarietà di azione)
      -COMPOSITUM
      -HOMACCORD
    • UNITARI-INJEEL (singoli rimedi)
    I farmaci di più semplice impiego sono sicuramente i complessi, in quanto si riesce ad avere un cocktail in cui i singoli componenti interagiscono in sinergia tra loro, e con una azione complementare, ottenedo risultati più immediati e riproducibili.
    Il loro impiego è utilissimo nelle patologie acute.

    Vediamo ora brevemente, a titolo puramente indicativo, quali possono essere alcuni dei tanti campi di utilizzo dell'approccio omotossicologico in odontoiatria:

    • scelta dei materiali da otturazione
    • malattie della bocca ( es. afte)
    • regolazione della "simbiosi"
    • foetor ex ore
    • tossicosi focale
    • malattia parodontale
    • glossite
    • disturbi della dentizione (terapia sintomatica)
    • terapia post-chirurgica
    • terapia di supporto antibatterica e antivirale
    A prescindere dai singoli farmaci proposti, quello che ci deve fare riflettere analizzando la teoria omotossicologica, è sicuramente l'approccio olistico, unitario, dell'individuo.

    Con il progredire delle scoperte scientifiche siamo stati costretti a "superspecializzarci" in ristretti settori, portando sicuramente dei benefici, ma perdendo necessariamente la "visione d'insieme della patologia". Penso che orientarsi verso una "terapia biologica" porterà dei risultati eclatanti nella nostra pratica clinica, guadagnando la profonda stima dei nostri pazienti, che vedranno la loro bocca curata non come un'entità a se stante, ma come una parte del tutto: l'organismo umano.