|
implicazioni psicologiche di
Psicologa Ministero della Giustizia
|
|
Il Punto su ... Mala tempora currunt La perizia ieri e oggi Editoriale
Parere dell'Esperto "A proposito della riforma della legge sull'adozione: quale funzione è riservata ai tribunali per i minorenni?" di Gustavo Sergio Recensioni Proposte di criminologia applicata 2000 di Carlo Serra Giufrrè Editore - Milano 2000 a cura di Barbara Giambra Dall'Estero Sopravvivere alle cause del trauma: prevalenza di segni silenti di abuso sessuale in soggetti che da adulti rievocavano ricordi di abuso sessuale nell'infanzia. di E. Musso e P. Nardi Notizie dalla Associazione Convegni e Seminari Siracusa: 8-9-10 novembre 2001 Affidamento bi-familiare: implicazioni psicologiche di M. A. Occulto |
La legge
4 maggio 1983, n. 184 ha rappresentato una conquista sociale di grandissimo
rilievo in quanto riconosce il fondamentale diritto del bambino ad avere
una famiglia.
Il minore e le famiglie:
nella concezione del Legislatore e degli studiosi dell’età evolutiva,
l’affidamento va inquadrato in un processo di sviluppo della personalità
del minore; diversamente non si capirebbe l’importanza ed il ruolo riconosciuti
alla famiglia come procreatrice e come fonte di sicurezza e di affettività.
- la condizione psicologica del minore; ossia la condizione di rischio e lo stato e il grado di sofferenza che egli vive a causa di situazioni di privazione affettiva o di gravi carenze educative o di degrado familiare ed ambientale; - la natura ed il grado di intensità del rapporto affettivo che il soggetto vive con i genitori e le altre persone del nucleo familiare; - i bisogni reali o simbolici, impliciti ed espliciti, che egli in qualche modo esprime e manifesta ; - le aspettative dei componenti il nucleo familiare nei confronti del minore da affidare; - i rischi , ben più gravi, anche in presenza di serie situazioni di carenze e di disfunzioni nella vita familiare, di un sentimento di abbandono o, peggio, di un sentimento di colpa che inconsciamente può essere riversato o vissuto dal bambino; - le fantasie di morte , piuttosto che di ri-generazione, che lo stesso bambino può elaborare di fronte alla prospettiva di "passare di mano" da genitori a "sostituti dei suoi genitori"; - il comportamento reattivo del minore come vissuto anticipatorio di abbandono per non "essere abbandonato" (Dell’Antonio, 1990). Studi e ricerche condotte sul comportamento di bambini,
come anche di soggetti in età di latenza e perfino preadolescenti
ed adolescenti, mettono in evidenza stati di passività e di chiusura
comunicativa e relazionale con il nuovo ambiente degli affidatari, oppure
stati di aperta conflittualità ed aggressività che sembrano
distribuirsi nei confronti delle due famiglie, entrambe considerate colpevoli
di un vissuto dove regna l’insicurezza, la paura, il senso di una perdita
di identità personale, o ancora forme di attaccamento angoscioso
ai propri genitori (Bowlby, 1982; Dell’Antonio, 1983; De Rienzo, Saccoccio,
Tortello, 1989; Dell’Antonio, 1990).
|