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Difficoltà e complessità d'approccio psicologico e metodologico in contesti giuridici differenziati di
Psicologo, Psicoterapeuta
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Il Punto su ... Noi e i diversi da noi. Editoriale di Luisella de Cataldo Parere dell'Esperto Talvolta anche il buonismo può uccidere. di Gustavo Sergio Giurisprudenza Sentenza Cassazione n.10090 del 12 marzo 2001: Mobbing sul lavoro, maltrattamenti e violenza privata. Recensioni Adolescenti e Violenza. Strategie di diagnosi e riabilitazione. di Lino Rossi Franco Angeli Editore Notizie dalla Associazione Convegni e Seminari Siracusa: 9-11 novembre 01 La Formazione Difficoltà e complessità d'approccio psicologico e metodologico in contesti giuridici differenziati. di Paolo Capri Lo stato della formazione in Italia per gli operatori psicologico-giuridici. di Stefano Mariani |
La necessità di una programmazione organica della formazione nell'ambito della Psicologia Giuridica nasce dalla constatazione che, non esistendo competenze particolari affidate al settore da ordinamenti specifici, lo psicologo trova rilevanti problemi nello svolgere la propria attività nel contesto giuridico, anche a causa della carenza di strutture formative adeguate. I problemi più comuni che lo psicologo, esperto e non, si trova ad affrontare nel momento in cui opera o vorrebbe operare come psicologo forense possono essere sintetizzati nel modo seguente: A) Difficoltà di rintracciare l'ambito operativo
e il settore di maggiore interesse all'interno della psicologia forense.
A) Per quanto riguarda il primo problema (settori d'intervento), prendendo spunto da E. Ferri (1925) e G. Gulotta (1987), credo si possa suddividere la psicologia giuridica in cinque differenti campi d'indagine ed operativi: 1) la psicologia criminale, che si occupa dello
studio della personalità di un individuo in quanto autore di un
reato, dei concetti di criminalità e devianza, di devianza minorile,
dei modelli di analisi e delle teorie interpretative;
B) Rintracciato l'ambito dove voler operare emergono una serie di difficoltà legate al tipo di formazione, in quanto appare evidente che non può essere considerato sufficiente un addestramento generale sulla psicologia clinica, sull'età evolutiva o sulla psicodiagnostica. Questo perché all'interno del contesto giuridico è necessario che tutti gli operatori si uniformino attraverso, non solo il linguaggio giuridico, ma anche e soprattutto l'applicazione delle norme e degli articoli dei codici di procedura penale e civile. Ciò appare necessario e fondamentale per la figura
dello psicologo forense in quanto la difficoltà successiva
ad un eventuale incarico peritale, ma anche in generale, è rappresentata
dalla scarsa comunicazione e scarsa conoscenza con i magistrati, legata
anche ad una poco corretta terminologia giuridica utilizzata dallo
psicologo forense.
C) Altra problematica che emerge è la scarsa
consapevolezza delle proprie competenze e dei propri limiti, con difficoltà
nell'affrontare ad esempio alcuni tipi di quesiti proposti in modo quantomeno
disinvolto dai magistrati. In altri termini, non vi è ancora la
capacità di comprendere fin dove possono arrivare le risposte alle
domande che vengono poste, naturalmente tenendo in debito conto della presenza
di una sorta di sudditanza psicologica o dipendenza psicologica verso il
magistrato, soprattutto per uno psicologo all'inizio della professione.
Da sottolineare, però, a questo proposito, che molto spesso il maggiore
problema consiste nel fatto che lo psicologo non sa esattamente di cosa
si deve occupare nella risoluzione di un quesito, in quanto possono essere
confusi i livelli professionali fra i "vissuti" di un soggetto da esaminare
- adulto o minore che sia - e le prove di una sua eventuale colpevolezza,
aspetto quest'ultimo che non compete alla valutazione del perito-psicologo.
Tale "conflitto", peraltro, molto spesso per lo psicologo non esiste, in
quanto viene immaginato come "investigativo" il suo ruolo, soprattutto
nei casi di abuso sessuale su minore o nelle cause di affidamento minorile,
laddove peraltro la conflittualità è più elevata.
Ciò viene anche riferito alla formulazione dei quesiti da parte del giudice in contesto peritale e dunque sull'opportunità che possa, lo psicologo, fornire il proprio contributo senza entrare nel merito investigativo-giudiziario che, ovviamente, non gli compete. D) Nello specifico, come altra problematica, direttamente
conseguente a quella precedente del punto C), vi è anche la difficoltà
di comprendere i differenti ruoli fra lo psicologo giuridico e lo psichiatra
forense, fra avvocato e CTP, fra CTU e CTP, fra perito e magistrato e fra
CTP e le parti in causa, sia in civile che in penale.
E) Un'altra rilevante problematica che emerge nell'ambito
psicologico-giuridico è la mancanza di criteri e parametri metodologici
nello svolgimento di una perizia o CTU da parte dello psicologo e,
di conseguenza, nella stesura della relazione peritale. Molto spesso gli
psicologi si trovano in difficoltà nell'affrontare un incarico peritale
proprio per questo tipo di lacuna metodologica e ciò porta a determinare
anche una ulteriore divaricazione professionale dallo psichiatra forense
(figura spesso vicina a livello operativo) che, al contrario, possiede
in senso generale, per i suoi studi, maggiori confini e tracce prestabilite
nello svolgimento di una perizia che lo preservano quantomeno dalle critiche
di soggettività nella procedura e nella prassi. A questo proposito,
l'art. 6 delle Linee Guida Deontologiche dello Psicologo Forense, 1°
comma ("Nell'espletamento delle sue funzioni lo psicologo forense utilizza
metodologie scientificamente affidabili"), suggerisce un aspetto importante
per la chiarezza nella comunicazione con tutti gli operatori giuridici.
Infatti, in questo articolo viene chiaramente specificato che lo psicologo
forense è tenuto ad utilizzare metodologie scientificamente affidabili
e ciò sembra particolarmente importante per ridurre gli aspetti
soggettivi e non riconosciuti dalla comunità scientifica dei metodi
utilizzati in ambito forense.
Anche in civile, in casi di affidamento minorile in coppie separate, l'esame della personalità viene spesso richiesto addirittura a tutti i componenti del nucleo familiare. In questo tipo di consulenza, a livello metodologico l'esame psicodiagnostico dovrebbe essere orientato, tra gli altri esami, all'utilizzo dei Test di Personalità e Proiettivi integrati ad una lettura psicodinamica e relazionale della situazione e degli individui, quindi del contesto familiare. Concludendo queste brevi note sulle difficoltà e sulle problematiche che lo psicologo forense incontra nello svolgimento della propria attività, non resta che auspicare di poter affrontare - nei seminari, nelle sedi didattiche e formative, e nella programmazione - in modo concreto e pragmatico tutti i nodi emersi, secondo linee progettuali che possano assumere un carattere ed una connotazione di ampio respiro culturale nel confronto importante e necessario con le altre categorie professionali legate alla psicologia giuridica. |