Esame e controesame nel processo penale
Diritto e Psicologia
di Luisella de Cataldo Neuburger
CEDAM Editore
- Padova, 2000
Utile e brillante impresa è
stata per l'Autrice affrontare il tema relativo all'arduo compito della
raccolta della prova testimoniale al dibattimento attraverso il controllo
dei requisiti di scientificità degli strumenti utilizzati in ambito
peritale.
Utile in quanto mancava in letteratura un'analisi così puntuale
e rigorosa del funzionamento del processo penale nei suoi aspetti tecnici,
in particolar modo nella fase del controesame e della testimonianza in
genere. Brillante in quanto, il saper accettare la complessità dei
fenomeni trattati, regola che l'Autrice ha adottato per affrontare questo
libro, presuppone il fatto di riconoscerne tale complessità.
Il riconoscimento di ciò ha permesso l'espressione di una delle
più creative integrazioni tra il diritto e la psicologia: il capire
del giurista e il comprendere dello psicologo.
La duplice competenza presente nella formazione e nell'attività
professionale dell'Autrice permette di evidenziare la particolare sensibilità
nel processo di formalizzazione di teorie, attraverso modelli strategici
attivati in contesti e fasi specifiche del processo penale, sempre estremamente
coerenti, dal punto di vista tecnico, metodologico e strumentale, con l'obiettivo
da raggiungere: accertare la conoscenza e la coscienza della verità.
L'analisi descrittiva, interpretativa ed esplicativa dell'esame testimoniale,
dei testimoni e quindi della certezza della prova testimoniale mostrano
come la struttura comunicativa e comunicazionale degli strumenti tecnici
utilizzati tenda continuamente a correggere le possibili distorsioni che
possono inficiare la certezza di un fatto/reato fondata sulle prove.
Il giudice deve acquisire la certezza, attraverso le prove raccolte,
per ricostruire il fatto/reato nel processo penale.
Al fine di accertare i fatti il giudice utilizza, come strumenti del
suo giudizio, altri giudizi o meglio giudizi di altri oltre che del proprio;
per cui un'impostazione del controesame, così come è proposta
dall'Autrice, attraverso modelli scientificamente attendibili in quanto
sperimentati e concretamente utilizzabili per un contesto critico come
quello processuale, può sempre più garantire elementi di
prova che, per il loro valore rappresentativo, necessitano di massima garanzia
di veridicità.
Anita Lanotte
|