Articoli & Recensioni

Articoli

 

L'autocontrollo

a cura del Dott. Giuseppe Romano - psicologo


 

L’autocontrollo viene spesso identificato come un’abilità che si sviluppa con l’età e viene definito in modi diversi a seconda delle teorie di riferimento.

Galimberti (1992, 120) descrive l’autocontrollo come la “capacità di dominare, selezionare, coordinare o inibire i propri affetti, desideri o pulsioni affinché la propria condotta non pregiudichi il raggiungimento di una o più mete considerate altamente desiderabili per sé”.

Watson e Tharp (1993), autori di orientamento cognitivo-comportamentale,  descrivono l’autocontrollo come una strategia operativa finalizzata all’auto-regolazione. Tale processo si svolge lungo l’arco evolutivo, attraverso diverse fasi.

Mahoney e Thoresen (1974) definiscono l’autocontrollo come un insieme di strategie apprese, attraverso le quali è possibile regolare il proprio comportamento, dirigere ed orientare le proprie azioni.

I contributi di diversi autori (Pope et Alii, 1992; Pellerey, 1990), inoltre, sembrano essere orientati ad includere nel processo di autocontrollo anche la capacità di organizzare tutte le informazioni a propria disposizione per creare un piano d'azione personale.

Riassumendo possiamo definire il processo di autocontrollo come l’insieme di tre componenti:

  1. la capacità di inibire i propri impulsi, che si realizza quando il soggetto tra due comportamenti possibili e tra loro incompatibili, sceglie l'alternativa immediatamente meno gratificante (Rachlin, 1995), dilaziona nel tempo la soddisfazione dei propri desideri (Mischel-Mischel, 1983) e controlla l'espressione delle proprie emozioni (Goleman, 1996);

  2. la capacità di programmare le proprie azioni che si realizza attraverso la pianificazione e l’organizzazione del proprio spazio e del proprio tempo;

  3. la capacità di resistere allo sforzo e alla fatica, mantenendo il proprio coinvolgimento in attività, sebbene poco gratificanti o noiose, per un periodo di tempo anche lungo, senza influire sulla qualità della prestazione.

La capacità di autocontrollo sembra essere fortemente correlata con il grado di sviluppo della persona. In particolare, sono stati individuati, tra l'infanzia e l'età adulta, sei stadi  attraverso cui si evolve il processo di sviluppo di autocontrollo (Pope et Alii, 1992).

All'infanzia di un individuo corrisponde lo stadio impulsivo, caratterizzato da azioni orientate all'immediata ricompensa o all'evitamento di una punizione. Lo stadio successivo è definito del tornaconto in cui l'azione viene guidata esclusivamente dalla acquisizione di un vantaggio personale. Nello stadio conformista, immediatamente successivo, il bambino orienta i propri comportamenti verso l'accettazione delle regole, perché  permettono di ottenere approvazione da parte degli altri. Lo stadio coscienzioso si contraddistingue per il controllo che l'individuo opera sui comportamenti "negativi" che mette in atto, per evitare sia il senso di colpa che la condanna da parte degli altri. Il successivo stadio è quello autonomo, durante il quale il ragazzo è in grado di riconoscere che i propri bisogni a volte possono entrare in conflitto con quelli degli altri e che esprimere il proprio malessere in modo impulsivo può arrecare danno. In questo stadio il ragazzo giunge alla conclusione che è possibile manifestare in modo immediato il proprio disagio nella misura in cui questo non comporti una sofferenza per gli altri.

Infine lo stadio integrato si caratterizza per la capacità di riconoscere i bisogni altrui e di conciliarli con i propri.

I ragazzi della fascia di età tra i 15 ed i 18 anni, si dovrebbero situare tra lo stadio autonomo e lo stadio integrato.

Gli studiosi (Pope et Alii, 1992) sostengono l'importanza del contributo che può essere dato dalle agenzie educative al fine di accrescere lo sviluppo della capacità di autocontrollo. La gestione della disciplina da parte dei genitori, le abitudini di vita, le amicizie, ecc. inoltre, sono solo alcuni dei fattori che influiscono sull'evolversi della capacità in oggetto. Tuttavia crediamo che sia possibile incrementare l'autocontrollo attraverso l'uso di alcune strategie finalizzate all'acquisizione di una migliore capacità di autoregolazione.

 

Kanfer (in Pope et Alii, 1992) distingue tre fasi attraverso cui si sviluppa il processo di autocontrollo:

 

  1. l'automonitoraggio che concerne la capacità di osservare le proprie azioni;

  2. l'autovalutazione che riguarda l'abilità di riconoscere se un determinato comportamento che si ha intenzione di attuare è accettabile o meno;

  3. l'autorinforzamento inteso come la capacità di riconoscere la validità del comportamento attuato ed eventualmente ricompensare se stessi per il risultato ottenuto.

Pellerey (1990), riferendosi alle strategie da attuare per incrementare l'autocontrollo, presenta una distinzione tra regolazione dei processi cognitivi, dei processi affettivi e di quelli metacognitivi. Il contributo dell'autore è rivolto prevalentemente all'applicazione dell'autocontrollo in riferimento all'apprendimento, tuttavia le strategie descritte ci permettono di tracciare delle linee guida per il nostro lavoro.

Le strategie di regolazione dei processi cognitivi riguardano il controllo dell'acquisizione delle informazioni, dello sviluppo dei significati e dell'uso delle conoscenze nell'interpretazione della realtà.

Le strategie di regolazione dei processi affettivi si riferiscono alla capacità di riconoscere e gestire le emozioni e i sentimenti, di valorizzare i propri stati d'animo e le reazioni emotive, di prendere coscienza degli atteggiamenti poco favorevoli verso i compiti da affrontare o le persone con cui interagire (Entwistle, in Pellerey 1990).

Le strategie di regolazione dei processi metacognitivi sono relative alla capacità di esercitare un controllo ed una guida adeguati sia dei processi cognitivi che di quelli affettivi mediante l'utilizzo di giudizi e di scelte legate alle strategie cognitive, alle forme di reazione emotiva e alle relazioni da attivare.

Soffermeremo maggiormente la nostra attenzione sulle strategie relative alla regolazione dei processi metacognitivi ed esuliamo dal descrivere le strategie relative alla regolazione dei processi cognitivi e affettivi, che ci sembrano meno inerenti al nostro contributo.

Nel descrivere le strategie relative alla regolazione dei processi metacognitivi, l'autore sottolinea l'importanza di quattro momenti fondamentali: orientarsi, pianificare, monitorarsi e valutare.

Pellerey (1990) descrive l’orientarsi come la capacità di prepararsi a svolgere un determinato compito esaminando le caratteristiche di esso, le eventuali conoscenze o abilità correlate, gli obiettivi che dovrebbero essere raggiunti, i percorsi da attivare per conseguirli e le esigenze, in termini di tempo e di impegno, cui si deve far fronte.

Il pianificare come la capacità di generare nuove alternative, nel caso in cui quelle che già si possiedono non risultino essere soddisfacenti rispetto alle nostre aspettative, e di progettare un percorso da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi che, inizialmente, si erano prefissati.

Il monitorarsi come la capacità di mantenere una costante osservazione dei processi e dei comportamenti messi in atto, rendendosi consapevoli del processo di attenzione selettiva cui si va incontro e modificando il proprio agire, o lo stesso piano, affinché si riesca a procedere verso l'obiettivo stabilito.

Il valutare come la capacità di confrontare i comportamenti messi in atto con gli obiettivi prefissati e di riconoscere eventuali discrepanze che andranno ad influenzare le successive decisioni da prendere.

 

Riferimenti Bibliografici

 

Galimberti U., Dizionario di psicologia, Torino, Utet, 1992.

Goleman D., Intelligenza emotiva, Milano, Rizzoli, 1996.

Mahoney M. J., Thoresen C. E., Self-control: power to person, Monterey, Brooks/Cole Publishing Company, 1974.

Mischel H.N., Mischel W., The development of children’s knowledge of self-control strategies, in Child Development, 54, 603-619, 1983.

Pellerey M., Controllo e autocontrollo nell’apprendimento scolastico, in “Orientamenti pedagogici”, 37, 1990, 480-485.

Pope A., Mc Hale S., Craighead E., Migliorare l’autostima. Un approccio psicopedagogico per bambini e adolescenti, Trento, CSE, 1992.

Rachlin H., Sel-control beyond commitment in “Behavioral and Brain Sciences”, 18, 1995, 109-159.

Watson D. L., Tharp R. G., Self-directed behavior: Self modification for personal adjustment, Pacific Grove, Brooks/Cole Publishing Company, 1993.

 

Home ] Indietro ]

aggiornato il 29/07/2001

a cura del dott. G. Romano