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Attualità e rilevanza dell'educazione alla solidarietà

a cura del Dott. Mario Becciu - psicologo - psicoterapeuta


 

La caduta delle ideologie, la fine di una cultura monolitica, verticistica, la crisi dello stato centralista, la perdita dello stato sociale per larghe fasce della popolazione, l'assenza di agenzie suppletive per intervenire con successo su alcune delle esigenze più elementari del cittadino, costituiscono solo alcune delle caratteristiche più drammatiche della società complessa nella quale viviamo. L'emergere di nuovi conflitti sociali, alimentati spesso da fenomeni etnici, miranti a salvaguardare l'identità e i privilegi di minoranze anche a scapito dell'intera collettività, rende sempre più urgente la presenza, all'interno della società, di soggetti e sistemi orientati alla realizzazione di forme di vita sociale nella prospettiva della solidarietà.

L'organizzazione delle società occidentali, sempre più influenzata da fenomeni di globalizzazione dell'economia e da nuove esigenze etiche che comportano, inevitabilmente, una revisione delle stesse leggi finanziarie e di mercato, dovrà necessariamente orientarsi più verso la realizzazione della solidarietà tra i popoli che verso la competizione tra le diverse economie (Camdessus, 1996).

Prima che, a livello macrostrutturale questo si verifichi, si assiste, nel quotidiano, all'emergere di nuovi soggetti sociali che cercano di rispondere con efficacia alle esigenze dei più deboli presenti nella nostra società. L'iniziativa privata, nel settore della solidarietà, supplisce con efficacia alle carenze strutturali presenti nell'organizzazione statale. Basti pensare alle diverse emergenze sociali, come la droga, le malattie mentali, le nuove povertà, la delinquenza minorile, il fenomeno dei profughi e degli extracomunitari, per evidenziare il ruolo esercitato, nell'attenuare l'impatto sociale di tali fenomeni, dalla famiglia, dalle organizzazioni di volontariato, dalle società non profit, dall'associazionismo in genere.

D'altra parte, la gestione delle varie emergenze non può essere lasciata solo all'iniziativa privata di coloro che - più sensibili al problema - si attivano per trovare una risposta ad esso. Si fa sempre più urgente la necessità di educare alla solidarietà le nuove generazioni, tale necessità è fra l’altro avvalorata da diverse ragioni.

Innanzitutto, un'intersoggettività improntata alla solidarietà procura maggiori vantaggi, sia sul piano personale che sociale, rispetto ad un'intersoggettività orientata alla sola autorealizzazione individuale e alla competitività.

Contrariamente alla convinzione diffusa che la competitività migliori le prestazioni del singolo facilitandone l'inserimento nella società, le ricerche tendono ad evidenziare una correlazione positiva tra successo personale e impegno solidale e tra collaboratività e potenziamento delle capacità espressive e produttive (Kohn, 1988).

Anche in ambito scolastico la competizione sembra influire negativamente sul rendimento: la tensione elevata che ad essa si correla interferisce, infatti, negativamente sulla prestazione; inoltre, l'allievo tende ad apprendere piuttosto strategie competitive che non l'esecuzione del compito.

Come osserva Kohn (1988) "...la competizione generalmente non promuove l'eccellenza perché cercare di far bene e cercare di battere gli altri sono semplicemente due cose diverse".

Pertanto, nei diversi ambiti, ma particolarmente in quello educativo, l'ottica della competitività sembra segnare il passo, lasciando progressivamente spazio a nuove forme di relazionalità caratterizzate da supporto, cooperazione, assistenza vicendevole.

Inoltre, un'ulteriore ragione a sostegno della promozione della solidarietà in ambito educativo risiede nel fatto che il comportamento solidale è considerato, attualmente, un fattore protettivo rispetto alla possibilità di incorrere in forme di disagio o devianza psicosociale e produce effetti positivi.

Ciò significa che bambini che hanno respirato un clima di solidarietà e che hanno sviluppato comportamenti in questa direzione sono più tutelati, crescendo, nella salvaguardia dei loro equilibri psicologici e comportamentali. Basti pensare che il comportamento altruistico viene oggi considerato come il miglior antidoto alla condotta aggressiva. Tale comportamento, infatti, è incompatibile con il comportamento aggressivo, per cui promuoverlo significherebbe anche prevenire lo sviluppo di condotte devianti.

In particolare, gli effetti, sul piano formativo, di un'intersoggettività positiva orientata in senso solidale, sembrano essere i seguenti:

  1. incremento della creatività e dell'iniziativa e attenuazione delle tendenze dipendenti;

  2. incremento dell'autostima e dell'identità personale;

  3. incremento dell'empatia interpersonale e sociale;

  4. promozione di una reciprocità positiva e di una maggiore disposizione ad aiutare l'altro;

  5. prevenzione di comportamenti aggressivi e antagonisti.

 

L'impegno per la realizzazione di stili di vita solidali assume un ruolo rilevante anche dal punto di vista della salute individuale. Infatti, l'uscita dall'io per andare verso l'altro, tipica dell'intersoggettività solidale, provoca il decentramento da se stessi costituendo una buona prevenzione delle patologie nevrotiche e ossessive. Recentemente, alcune ricerche psicobiologiche hanno messo in evidenza una stretta correlazione tra azione altruistica e benessere psicofisico della persona che la compie. E' emerso che lo svolgimento di azioni di aiuto provoca piacevoli sensazioni di distensione, calma, euforia, simili a quelle che si provano dopo uno sforzo muscolare. Si parla di "euforia del buon samaritano" (Luks, 1989).

Infine, dal punto di vista della realizzazione di un effettivo pluralismo culturale, la promozione di una intersoggettività orientata in senso solidale rappresenta un importante punto di incontro per chi professa differenti valori laici e religiosi.

Ciò consente a persone di diverso orientamento di dialogare e di lavorare insieme per un obiettivo condiviso.

In sintesi, concepire l'intersoggettività nel senso della solidarietà umana sembra rispondere non solo alle esigenze dettate dalle emergenze sociali, ma anche a quelle connesse alla salute e al benessere individuali. Pertanto, in quanto insegnanti e in quanto educatori non si può fare a meno di mobilitare le nostre energie e i nostri sforzi in tale direzione.

 

Riferimenti Bibliografici

 

Camdessus M., Abitare la città globale. Strategie e istituzioni economiche, in “Aggiornamenti sociali”, 1996, 3.

Kohn A., Le radici dell'altruismo, in “Psicologia contemporanea”, Firenze, Giunti, 1988, 92, 30-33.

Luks A., L’euforia del buon samaritano, in “Psicologia contemporanea”, 1989, 92, 34-35.

 

 

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aggiornato il 29/07/2001

a cura del dott. G. Romano