Pizzica Scherma o Danza delle Spade

 

                                                                                          Michele Rizzo

 

    Per comprendere il significato del termine "Pizzica-Scherma", è necessario considerare due fattori di notevole rilevanza: la festa di S. Rocco e la presenza delle popolazioni Rom o Zingare, insediatesi nel Basso Salento a partire dalla seconda metà del XV secolo.

   Il 15 ed il 16 Agosto di ogni anno, in una frazione di Ruffano, Torrepaduli, accanto ai festeggiamenti in onore del Santo si organizza una fiera di bestiame, di grande rinomanza nei tempi passati sia per i contadini che per i Rom, dediti per tradizione all'allevamento e alla vendita di animali, soprattutto cavalli. Tra due mondi così socialmente diversi naturale diventa il confronto ed inevitabile una commistione tra le due culture: sulla musicalità e sul ritmo della pizzica cantata e danzata dai contadini, gli zingari adattano una loro tipica danza, la Danza delle Spade appunto, creando una nuova espressione coreutico-musicale conosciuta come Pizzica-Scherma.

   All'interno di uno spazio circolare, definito "Ronda", che è destinato al ballo e costituito da musicisti e aspiranti ballerini, due uomini, con la testa, i polsi e le caviglie, adornati con i caratteristici nastrini colorati, detti "zigaredde", si confrontano in un vero e proprio duello al suono di tamburelli e armonica.

   Oggi non si usano armi: solo l'indice ed il medio della mano, uniti e protesi, simulano i coltelli di un tempo. Il complesso cerimoniale della danza prevede, dopo il saluto di inizio tra i duellanti, il passaggio ad una fase di studio dell'avversario, che culmina nella posizione di "chiamata": ovvero quando si incita l'altro a colpire facendo segno con le dita verso il proprio petto. Il vincitore è chi per primo tocca per una o tre volte l'avversario, che sconfitto esce dalla ronda.

   La scherma, ancora oggi, rappresenta per le famiglie Rom un valido strumento di risoluzione delle controversie interne e di affermazione della supremazia di un gruppo sull'altro. In tale contesto la festa di S. Rocco diventa lo scenario ideale per l'ambientazione del duello: infatti, attraverso la sfida, si rendono pubbliche e si risolvono le tensioni sociali senza spargimento di sangue. Chi vince, ottiene soddisfazione sotto gli occhi di tutti per il torto subito e riceve il rispetto della comunità, che lo riconosce come il più forte.

 

                                                                                                      Laura Pizzolante     

 

 

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