Storia Della Chiesa Di San Francesco

 

  Non sono stati inizialmente gli Alaesi a volere la costruzione della piccola chiesa di San Francesco, ora tanto cara a tutta la popolazione, ma una volontà divina e probabilmente il fraticello di Assisi in persona. La storia di questa chiesa ha infatti molto di sovranaturale e inizia verso il 1904, quando una notte un Alaese, Giovanni Piscera,( ritratto nella foto ) contadino, padre di una famiglia numerosa vide in sogno un uomo col saio che gli chiedeva la costruzione di una chiesa. L’uomo che non disponeva di grandi possibilità, si giustifico dicendo dicendo che non poteva eseguire questa richiesta perché non aveva i mezzi finanziari. Giovanni, la mattina appena sveglio racconto il sogno alla moglie e tutto finì lì. La notte successiva il frate torno alla carica e rifece la stessa richiesta a Giovanni che, ancora una volta, rifiutò spiegando la santo, ( che ancora non aveva conosciuto ) le sue modeste condizioni economiche. Il santo lo incoraggiò consigliandoli di coinvolgere nella costruzione alcune persone benestanti del paese che non avrebbero opposto resistenza alle sue richieste di aiuto ed inoltre ben presto avrebbe ricevuto aiuti pure da persone forestiere. ( cosa che in effetti accadde. Appena si seppe della costruzione di questa nuova chiesa una signora di Buddusò e un uomo di Bitti fecero una offerta consistente ).  Giovanni non ebbe più il coraggio di rifiutare e si mise alla  dei soldi, però non aveva ancora ben preciso il punto esatto dove costruirla. In un sogno successivo esterno i suoi dubbi al Santo che, sempre in sogno lo accompagno attraverso sentieri stretti e tortuosi fino al punto prescelto è qui col suo bastone segnò sulla neve il perimetro della chiesa con una richiesta ben precisa sulla posizione della porta che doveva essere posta a Nord. L’indomani mattina, Giovanni andò a Norile  per verificare la veridicità del sogno e con suo grande stupore, vide nella realtà ciò che aveva sognato: sulla neve erano stati tracciati segni delle fondamenta. A questo punto della storia, si erano raccolti  un pò di soldi e si poteva iniziare al costruzione e infatti si inizio. Il muratore ebbe una diatriba con Giovanni e volle costruire la porta in un altro punto. La notte successiva Giovanni sogno ancora il Santo che si lamentava per la disubbidienza e quando l’indomani gli operai andarono a riprendere il lavoro, inspiegabilmente trovarono tutti i muri per terra. Dopo questa dimostrazione, nessuno osò disubbidire, e dopo qualche anno la chiesa fu conclusa e venne apposta una lapide con i nomi dei benefattori. L’ultimo era quello di Giovanni Piscera che sempre in sogno si lamentò col santo, lo tranquillizzo dicendogli che sarebbe rimasto ultimo anche su questa terra. E cosi avvenne, infatti Giovanni mori a 101 anni compiuti. ( Questo però non fu l’unico segno della gratificazione del Santo; molti , che all’inizio erano scettici, sperimentarono sulla loro pelle la severità del Santo che seppe anche punirli ).

I festeggiamenti religiosi in onore del Santo si aprono il 2 ottobre con una coinvolgente processione fiaccolata a cui partecipa tutta la popolazione per portare la statua nella chiesa parrocchiale di Alà. La stessa poi viene ricondotta la mattina del 4 ottobre al santuario accompagnata da una gran folla di fedeli alaesi e non giunti anche dai paesi lontani, tanto si è estesa la devozione al santo di Alà. La processione è qualcosa di grandioso e di spettacolare canti, preghiere, suoni, colori si colgono lungo il percorso campestre fino alla chiesa; cavalli e cavalieri con bandiere venuti pure dai paesi vicini,bambini, ragazzi, giovani che indossano i costumi facenti parte della tradizione storica. Insomma un momento di fede vissuta, ma anche di arricchimento culturale e alla fine……….pure gastronomico.

                                                                                        Testo di Caterina Bua   

 Le Foto