Intervista
al maestro Tonino Costanzo
"E' un grande, antico amore; ma da un paio d'anni l'ho accantonato".
Così si poteva leggere in una vecchia intervista di Gianfranco
De Laurentis a Tonino Costanzo, classe '34; ed invece eccolo lì,
a Lungotevere Flaminio 80, Responsabile del Cna regionale.
Giocatore di basket a 15 anni, strappato dalle porte di calcio; nazionale
dal '53 al '57, uno dei rarissimi duemetri italiano; costretto dalla
Mala Ars Medica di allora a smettere l'attività agonistica,
per problemi, oggi, facilmente curabili.
"Sentirsi dire a 23 anni che è il caso di smettere con
l'agonismo è atroce, ma l'ambiente attorno a me era il migliore
possibile; i compagni di squadra, meglio gli amici, disposti ad essermi
vicini, la prospettiva di allenare, interessante. E così è
passata quella svolta negativa.".
Ed eccolo allora, tecnico "Made in Rome" erede di Ferrero,
sulla panchina della Stella Azzurra, a portare la pallacanestro romana,
fatta di giocatori romani, a competere con Milano, Bologna, Pesaro
e Varese.
Fino a quando arrivano gli Yankee, il basket diventa professionista,
in cui un "College" per quanto esclusivo come quello di
Piazza di Spagna, non può più competere. Largo ai professionisti,
e quindi a Valerio Bianchini.
Tonino resta nella Pallacanestro a livelli compatibili con l'attività
lavorativa, fino alle parole riportate in apertura.
Profetiche, perché "accantonato" non significa "abbandonato".
Tira un'aria di riforma che prevede una maggiore rappresentatività
degli allenatori, per cui occorre dare una mano al C.N.A. laziale?
chiamiamo Costanzo.
La Stella Azzurra tenta il rilancio? Non può mancare Tonino;
sulla poltrona di Direttore Tecnico o sugli spalti a riempire il foglio
delle statistiche; ovviamente, osservando con spirito critico, magari
borbottando in silenzio qualcuna delle frasi che tuonava nel Palazzetto
quando un suo giocatore assumeva una iniziativa strampalata "PER
ANDARE DOVE ? A FARE CHE COSA?".
Sempre pronto ad entrare nel campo di allenamento per insegnare qualche
fondamentale ad un paio di ragazzi e se sono dei lunghi, ancora meglio.
Ora c'è Internet? C'è un sito dell'associazione allenatori
laziali, perché non proporre un semplice sistema di gioco,
rivolto alle squadre giovanili; "una cosa così, poi chiunque
può metterci dentro altre opzioni, quello che gli pare."