Sidera

Bollettino di Informazione Astronomica dell’Associazione Lucana di Astronomia  Solstizio d'Estate 2002_______________________________

 

 

 

 

SOMMARIO

LA MATERIA OSCURA.. 1

PILLOLE DI RICERCHE SULLA MATERIA OSCURA.. 1

CRONACA DI UNA OSSERVAZIONE.. 3

DOMANDE E RISPOSTE.. 3

MONTAGNA E CIELO.. 4

GALLERIA DI IMMAGINI. 6

Informazioni  Dall’ Associazione.. 13

LA COSTELLAZIONE DEL MESE.. 13

 

LA MATERIA OSCURA

Per capire come e di che cosa sia fatto l’universo gli astronomi devono fare accurati lavori di censimento degli oggetti celesti, cercando di misurarne la distanza e di assegnare loro una massa. In questo sono aiutati dalla meravigliosa semplicità delle leggi della fisica, che noi supponiamo si applichino a tutto l’universo.
Le sorprese, per fortuna, vengono subito a ricordarci che siamo molti lontani dall’avere le idee chiare. Da decenni sappiamo che la materia luminosa - quella che «vediamo» perché emette radiazione elettromagnetica, cioè luce, onde radio, raggi X e gamma - è solo una frazione insignificante di tutta la materia che esercita un’azione gravitazionale. Questo è il famoso problema della «materia oscura», una delle sfide più entusiasmanti dell’astrofisica attuale.
Materia oscura è certamente un nome evocativo, visto che stiamo parlando di qualcosa che è contemporaneamente di natura ignota e di difficile individuazione. Non diversamente dai buchi neri, la materia oscura sfugge alle nostre osservazioni dirette. Sappiamo che c’è soltanto perché ne vediamo gli effetti sulla materia luminosa.
Iniziamo allora chiedendoci come ci si possa rendere conto dell’esistenza della materia oscura. La risposta non è univoca, poiché si applicano metodologie diverse secondo gli oggetti che si considerano. Informazioni importanti su quantità e qualità della materia oscura si ottengono dallo studio delle proprietà globali dell’universo. Secondo il modello cosmologico standard, l’universo è uno spazio con curvatura costante, che può unicamente espandersi o contrarsi durante la sua evoluzione. Ma se lo spazio è omogeneo e isotropo, non può esistere alcun «centro dell’universo» rispetto al quale avvenga l’espansione o la contrazione. L’universo si è espanso fin dalla sua origine nel big bang, avvenuto intorno a 15 miliardi di anni fa. Nell’ambito del modello cosmologico standard, l’espansione cosmica è sempre decelerata, a causa dell’attrazione gravitazionale fra gli oggetti che lo compongono. Sia la geometria dell’universo sia la sua evoluzione dipendono dalla quantità di materia che esso contiene.
Ma quanta materia c’è, nell’universo? Cominciamo col censire tutta la materia luminosa. Si tratta di atomi simili a quelli dei quali siamo fatti noi, costituiti da protoni e neutroni, che tecnicamente sono chiamati barioni. La densità dei barioni luminosi corrisponde a un valore della costante cosmologica non superiore a 0,005. Tuttavia che la materia oscura gioca un ruolo preponderante. Dobbiamo quindi trovare una strategia per valutare la densità di tutta la materia. Lo studio della radiazione cosmica di fondo ci offre la possibilità di misurare la costante cosmologica
W. Solo di recente si è raggiunta una precisione strumentale tale da permettere di decodificare la grande quantità di informazioni che la radiazione cosmica di fondo ci offre sulle proprietà globali dell’universo. In particolare, i dati raccolti dalla missione Boomerang implicano W = 1. La conclusione è sconvolgente: da un lato, il 95 per cento della massa dell’universo è costituita da materia oscura non barionica. Dall’altro, il 90 per cento dei barioni è oscuro. Che forma assumono i barioni oscuri? Ma, soprattutto, di che cosa è fatto il resto dell’universo, ovvero la maggior parte della materia? Si tratta di un ulteriore, gravissimo colpo all’antropocentrismo.
Quattro secoli fa abbiamo dovuto accettare di non essere al centro del cosmo. Ora scopriamo di essere fatti di una materia che costituisce una minuscola frazione dell’universo che ci circonda

 

PILLOLE DI RICERCHE SULLA MATERIA OSCURA

-13.09.1999 Risolto l’enigma della materia oscura? Le nane bianche potrebbero essere molto più numerose di quanto si pensi. 1

-15.05.2000 Confermata l’esistenza della materia oscura. Rivelata grazie all’effetto di deformazione gravitazionale di sorgenti luminose molto distanti. 2

-09.01.2001 Una galassia di materia oscura. Scartata l’ipotesi di un getto da una galassia normale. 2

-20.02.2001 Quante nane brune nel cielo. La scoperta è di estremo interesse per gli astronomi, che hanno spesso attribuito a queste stelle una parte della massa mancante. 2

-24.04.2002 L’energia oscura dell’universo. 3

Né la materia barionica né quella oscura sono sufficienti per spiegarne la geometria. 3

-21.05.2002 Nuovi indizi della materia oscura Utilizzato l'effetto di lente gravitazionale di sette   differenti galassie. 3

 

13.09.1999 Risolto l’enigma della materia oscura?
Le nane bianche potrebbero essere molto più numerose di quanto si pensi.

Basterebbe qualche miliardo di nane bianche, sparse per l’immenso disco della nostra galassia, per fornire la soluzione di uno dei più profondi misteri dell’astronomia: quello della materia oscura.
L’ipotesi è stata avanzata da Harvey Richer, ricercatore della University of British Columbia, in un articolo pubblicato sulla rivista «Astrophysical Journal Letters». Le nane bianche rappresentano l’ultimo stadio dell’evoluzione di stelle di media grandezza come il Sole, la cui massa è minore di un valore critico noto come limite di Chandrasekhar. Quando all’interno di tali stelle viene a esaurirsi il combustibile nucleare, si determina un processo di contrazione che darà origine infine a un freddo e oscuro corpo di materia inerte. Durante il collasso gravitazionale, la stella è caratterizzata da una temperatura elevata (tale da farla classificare come stella azzurra) e da una luminosità estremamente limitata che rende le nane bianche oggetti astronomici di difficile rivelazione.
Nel 1995, l’estrema sensibilità del telescopio spaziale Hubble ha permesso ai ricercatori dello European Southern Oservatory di scoprire, nella piccola regione di spazio presa in esame, cinque possibili nane bianche. «La stessa area è stata monitorata nel 1997 - ha spiegato Harvey Richer - e abbiamo potuto verificare che gli oggetti in esame si sono spostati. Ciò significa che non possono essere galassie distanti, ma più probabilmente nane bianche. Ora non resta che attendere ulteriori dati sperimentali.» Supponendo che le nane bianche siano distribuite uniformemente nello spazio, è possibile stimare il loro numero nella Via Lattea nell’ordine di molti miliardi, un numero che candiderebbe tali oggetti cosmici a costituire circa il 90 per cento della materia cosmica non rilevabile ma necessaria affinché la galassia ruoti con la velocità attuale.
«Il lavoro di Harvey Richer non può essere considerato come risolutivo del problema della materia oscura - ha commentato Charles Alcock, astronomo del Lawrence Livermore National Laboratory, che ha sede in California - tuttavia le sue ipotesi sono molto affascinanti. Se fossero anche esatte occorrerebbe rivedere l’attuale modello della Via Lattea.»

15.05.2000 Confermata l’esistenza della materia oscura.
Rivelata grazie all’effetto di deformazione gravitazionale di sorgenti luminose molto distanti.

Una per una le grandi questioni irrisolte della moderna cosmologia sembrano aver trovato risposta nelle osservazioni astronomiche più recenti: dopo la scoperta della geometria piatta dell’universo è stata confermata anche l’ipotesi della presenza di materia oscura nello spazio cosmico. Il risultato è stato raggiunto dai ricercatori del National Science Foundation (NSF) grazie all’osservazione del fenomeno di «deformazione cosmica» previsto dalla teoria della relatività generale. Utilizzando la «Big Throughput Camera» appositamente progettata e montata sul telescopio da quattro metri dell’osservatorio interamericano di Cerro Tololo, situato in Cile, il team di astronomi ha potuto analizzare, da tre linee di vista diverse, la radiazione proveniente da circa 145.000 galassie molto distanti e di tracciare una mappa su larga scala della distribuzione di materia oscura.
Seconda quanto previsto dalla teoria generale della relatività, infatti, i raggi di luce vengono curvati in vicinanza di grandi masse. In presenza di materia diffusa, come nel caso di ammassi di galassie o di materia oscura, si può generare un effetto di «lente gravitazionale» in grado di far convergere i raggi di luce provenienti da sorgenti molto lontane. In concomitanza, le distorsioni imposte alla luce dall’effetto di lente gravitazionale possono far sì che gli oggetti di forma sferica appaiano ellittici, secondo un effetto di «deformazione cosmica».
«Il risultato della nostra ricerca è il primo passo verso una piena comprensione della distribuzione della materia oscura nello spazio» - ha commentato Anthony Tyson coautore dell’articolo apparso sulla rivista «Nature» e ricercatore presso i Bell Laboratories. «In particolare permetterà di verificare la mappa ottenuta recentemente dalla misurazione delle anisotropie della radiazione cosmica di fondo. Il grande puzzle non è ancora completo, ma ora siamo in grado di ricostruire gran parte della fisionomia dell’universo conosciuto. I nuovi metodi d’indagine permettono ora di verificare molti dei fondamenti teorici della cosmologia».

09.01.2001 Una galassia di materia oscura.
Scartata l’ipotesi di un getto da una galassia normale.

Un ponte di materia tra una galassia e il nulla, almeno apparentemente. È ciò che hanno scoperto gli astronomi Neil Trentham, Ole Moller e Enrico Ramirez-Ruiz dell’Istituto di astronomia di Cambridge. L’ipotesi più probabile – formulata nell’ultimo numero di «Monthly Notices of the Royal Astronomical Society» – è che si tratti di una galassia costituita interamente di materia oscura. Quest’ultima rappresenterebbe, secondo la cosmologia moderna, circa il 90 per cento dell’universo, pur non essendo visibile. Da che cosa sia costituita resta ancora un mistero, ma già si sospetta che il numero delle galassie di materia oscura possa superare il numero di galassie visibili di un fattore cento.
La conclusione dei ricercatori è dovuta alle attuali conoscenze a riguardo. Quando due galassie collidono, infatti, non è raro vedere strisce di materia stellare che vengono strappate da una galassia a un’altra e solo nel caso di galassie attive si osservano getti di materia.
«Sebbene la UGC 10214 sia apparentemente isolata – ha spiegato Trentham – crediamo che la striscia visibile sia un “ponte”, poiché è troppo sottile per essere un getto di materia da una galassia attiva. Inoltre parte del materiale è costituito da stelle, un fatto inverosimile per un getto.»
Trentham, che ha lavorato a lungo sulla teoria della formazione delle galassie oscure, crede che esse siano delle galassie «ritardatarie», e perciò incapaci di produrre stelle.
«Le galassie – ha continuato l’astronomo – si originano da perturbazioni nella materia oscura. Le galassie normali cominciarono a formarsi circa due miliardi di anni dopo il big bang. Man mano che l’alone di materia cresce induce i gas a formare stelle. Immaginiamo ora un’epoca compresa tra cinque e dieci miliardi di anni dopo il big bang: il gas non compreso nel materiale delle galassie è stato riscaldato dalla radiazione stellare e viaggia a gran velocità. Un alone formatosi più tardi non può trattenerlo al proprio interno a causa della velocità troppo elevata. E senza gas la galassia non può formare stelle.»
I possibili candidati per la materia oscura includono particelle o stelle mancate, le cosiddette nane brune.
In questo secondo caso, la radiazione infrarossa emessa potrebbe essere utilizzata per rilevare la presenza delle misteriose galassie oscure

20.02.2001 Quante nane brune nel cielo.
La scoperta è di estremo interesse per gli astronomi, che hanno spesso attribuito a queste stelle una parte della massa mancante.

Un’immagine della regione di formazione stellare nota come S106 ripresa dal telescopio per l’infrarosso Subaru, del National Astronomical Observatory giapponese, ha rivelato l’insospettata presenza di numerosissime nane brune. Le nane brune sono stelle mancate, che hanno una massa inferiore a 0,08 volte quella del nostro Sole e non possono quindi sostenere le reazioni termonucleari che fanno risplendere le altre stelle. In pratica si tratta di vie di mezzo fra le stelle e i pianeti giganti di tipo gioviano. Il fatto che le nane brune si formino in così grande numero è di estremo interesse per gli astronomi, che hanno spesso attribuito a queste stelle, difficili da osservare, una parte della massa mancante a spiegare la dinamica rotazionale delle galassie.
S106 è un oggetto che si trova relativamente vicino alla Terra, a una distanza di circa 2000 anni luce. Al centro della regione si trova una stella molto giovane, formatasi solo 100.000 anni fa, che ha una massa pari a 20 volte quella del nostro Sole ed è destinata a esplodere come una supernova entro pochi milioni di anni. Il livello di dettaglio delle immagini di Subaru ha permesso di osservare una strana dinamica nel potente vento solare della stella centrale, che fluisce principalmente in due getti. Secondo gli astronomi, questo sarebbe il risultato della presenza di uno spesso disco di polveri e gas, che «strozza» il flusso sul piano equatoriale della stella.

25.03.2001 Un pezzo di materia oscura.
Le nane bianche potrebbero costituire fino al 35 per cento della famosa massa mancante dell’universo.

Un gruppo internazionale di astronomi ha annunciato su «Science» di aver scoperto quella che potrebbe essere una fetta consistente della materia oscura delle galassie. Un’analisi di alcune immagini del cielo meridionale ha infatti rivelato 38 nuove nane bianche precedentemente sconosciute entro una distanza di circa 450 anni luce dalla Terra. L’analisi del moto ha permesso di stabilire che si tratta di oggetti dell’alone galattico, che sono in questo momento in «transito» attraverso il disco della Via Lattea. Assumendo che la densità di nane bianche nell’alone galattico sia costante, queste stelle potrebbero costituire fino al 35 per cento della famosa materia oscura.
Indipendentemente dal problema cosmologico di capire quanta massa ed energia siano contenute nell’universo, gli astronomi hanno scoperto da tempo che non è possibile spiegare la stabilità delle galassie con la sola massa che si osserva. In pratica, se le galassie fossero veramente fatte solo di ciò che vediamo, dovrebbero dissolversi nel giro di pochi milioni di anni. Lo stesso problema esiste anche per gli ammassi di galassie, in cui il moto dei singoli oggetti non può essere spiegato con la sola materia osservabile. L’unica possibilità è che esista un alone di materia invisibile che comprenda circa il 90 per cento dell’intera massa della galassia. Queste osservazioni risalgono a 70 anni fa, e da allora nessuno ha ancora visto questo alone, anche se le teorie proposte sono numerose.
Le nane bianche sono piccole stelle ormai morte, senza più reazioni termonucleari nel loro interno, che si stanno lentamente spegnendo. Poiché sono poco luminose, sembrano un candidato perfetto per spiegare almeno parte della costituzione dell’alone, poiché non sarebbero visibili a grande distanza. Inoltre, altre osservazioni hanno indicato da tempo che la materia dell’alone si presenta probabilmente sotto forma di piccoli oggetti compatti e non, per esempio, di qualche tipo di particella esotica, come molti astronomi hanno ipotizzato.

24.04.2002 L’energia oscura dell’universo

Né la materia barionica né quella oscura sono sufficienti per spiegarne la geometria

Alcuni anni fa l’osservazione di supernove in galassie distanti mostrò che l’universo sembra essere permeato da una forza invisibile che lo fa espandere sempre più velocemente. Ora gli astronomi sperano di poter imparare qualche cosa di più su questa forza studiando lo spostamento verso il rosso degli ammassi di galassie.
”Questi ammassi – ha spiegato Joseph Mohr, dell’Università dell’Illinois. durante il congresso della American Physical Society, tenutosi ad Albuquerque, in Nuovo Messico - consistono di migliaia di galassie legate gravitazionalmente in enormi strutture. A causa dell’espansione dell’universo, gli ammassi sembrano più densi a spostamenti verso il rosso più elevati, quando l’universo era più giovane e più denso. Un’estesa osservazione di questi oggetti può quindi fornire una grande quantità di informazioni riguardo sia la quantità sia la natura della materia e dell’energia oscure. Finora, gli ammassi di galassie sono stati usati solo per studiare la parte dell’universo composta di materia oscura. Ora vorremmo misurare la massa totale di un ammasso di galassie e poi determinare quale frazione è composta da normale materia barionica.”
Queste misure hanno mostrato che sia la materia barionica sia quella oscura sono insufficienti per spiegare la geometria dell’universo. Ora gli astronomi credono che l’universo stia espandendosi ad una velocità sempre crescente e che sia dominato da una misteriosa energia oscura, che sta spingendo l’espansione. Il prossimo passo sarà quello di cercare di capire alcuni aspetti specifici dell’energia oscura, come la sua equazione di stato. Studiando la distribuzione dello spostamento verso il rosso degli ammassi di galassie, dovrebbe essere possibile misurare l’equazione di stato dell’energia oscura, che fornirà qualche importante indizio a proposito della sua natura

21.05.2002 Nuovi indizi della materia oscura
Utilizzato l'effetto di lente gravitazionale di sette differenti galassie

Una nuova prova dell’esistenza della materia oscura nell’universo è stata trovata da due astrofisici dell’Università della California a San Diego e dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge, nel Massachusetts. Le osservazioni hanno evidenziato infatti la presenza di galassie circondate da aloni contenenti centinaia di invisibili galassie nane.
Lo studio, il cui resoconto è stato pubblicato sul numero del 10 giugno della rivista "Astrophysical Journal", ha riguardato sette differenti galassie che producono un effetto lente gravitazionale. In ciascun caso si producono quattro immagini di diversa luminosità di una galassia retrostante. Il numero e le caratteristiche di queste immagini multiple dipendono dalla distribuzione di massa delle galassie che costituiscono la lente gravitazionale: se queste sono circondate da altre galassie nane, la luminosità di una delle immagini dovrebbe essere molto aumentata a causa dell’allineamento con una galassia nana. Proprio questa circostanza, evidenziata dall’analisi dei dati, ha permesso di concludere che circa il due per cento della massa delle galassie-lenti deve essere costituto da galassie nane.

 

CRONACA DI UNA OSSERVAZIONE

Finalmente, dopo quattro tentativi di osservazione telescopica con la luna nuova non riusciti, causa maltempo, il giorno 8 giugno abbiamo potuto godere delle bellezze che il cielo ci dona.

La serata non era delle migliori; qualche nuvola di passaggio ed un vento freddo hanno fatto da sfondo agli intrepidi osservatori.

Le osservazioni sono iniziate verso le 21, non abbiamo atteso il crepuscolo astronomico, ed il primo obiettivo è stata la galassia Sombrero, M104 o NGC4594. Non era l’ora indicata per osservare questa galassia, ma il sito di Sellata ha l’ovest coperto e dovevamo fare in fretta per poterla inquadrare.

Il puntamento di questa galassia non è difficile: basta centrare Spica e spostarsi in a.r. di circa 45’  verso ovest. Con il rifrattore da 12cm e l’oculare da 32mm, la galassia appariva luminosa, si intravedeva la banda equatoriale di polvere e l’asimmetricità che la caratterizza.

Siamo passati ad osservare la famosa galassia Vortice, M 51 o NGC5194 e NGC5195. In realtà si tratta di due galassie interagenti, la più grande (NGC5194 sta risucchiando nelle sue spire la più piccola NGC5195). Catalogata da Messier come oggetto unico e da noi osservata come tale, nel riflettore da 114 appariva come una macchia con i due nuclei molto evidenti.

Dato che eravamo nei paraggi, non abbiamo potuto non cercare M101, tenue macchia lattiginosa cha non ha rilevato particolari.

 La costellazione dell’Orsa Maggiore è ricca di galassie e l’attesa degli intrepidi osservatori era quella di individuare almeno le più cospicue. Mappa stellare alla mano, i prossimi obiettivi sono stati M81 ed M82, inquadrati nello stesso campo con l’oculare da 32mm. Per individuarle, siamo partiti dalla stella Lambda Draconis (Gianfar) e spostandoci in a.r. verso ovest sono state facilmente rintracciate. Beta UMa (Merak) è stata il punto di partenza per altri due oggetti: M108 una galassia e M97 una nebulosa planetaria, anche questi due oggetti inquadrati nello stesso campo. Ultimo sguardo a M109 a  circa 1° da Gamma UMa (Phecda).

Arrivata la mezzanotte ed alta nel cielo era la costellazione di Ercole, non potevamo dare uno sguardo all’imponente ammasso globulare M13, risolto in stelle nel 12cm.

Ad est il grande triangolo estivo formato da Vega, Daneb ed Altair indicava l’approssimarsi della Via Lattea, niente più galassie, ma ammassi e planetarie.

La nebulosa Anello (M57), non poteva mancare nel carniere. Tentata una osservazione “spinta” con un 4mm, la nebulosa è scomparsa a causa della caduta di luminosità dovuta all’uso di questo tipo di oculare. La migliore visione dell’anello è stata con un Plossl da 16mm che ci ha fornito  62 ingrandimenti. Altra osservazione di nebulosa planetaria, la nebulosa manubrio o M27 individuata partendo dalla stella Gamma della Freccia (la punta per intenderci) e spostandoci verso nord in declinazione di circa 3°.

A Sud lo Scorpione era al culmine ed abbiamo cercato M4, grande ammasso globulare anch’esso risolto in stelle. Ci siamo spostati infine nella costellazione dell’Ofiuco per individuare altri ammassi globulari, e precisamente M12 ed M10

Nel frattempo un freddo vento si era alzato, sembrava inverno pieno, ed all’una di notte abbiamo riposto gli strumenti in macchina e fatto ritorno nelle nostre case molto soddisfatti della proficua osservazione.

DOMANDE E RISPOSTE

1) dov’è il polo nord?

Per compiere delle buone osservazioni bisogna stazionare correttamente il telescopio; allineare perfettamente (o quasi) l’asse orario con il polo nord può sembrare un’impresa difficoltosa se non si dispone del cannocchiale polare. Non è del tutto vero.

Il polo nord è compreso tra le stelle Alfa Polaris e Lambda UMi, dopo aver perfettamente  allineato il cercatore basta puntare nella zona di cielo indicata in figura1.

Le tre stelle visibili nel campo del cercatore ci indicheranno la via corretta per un perfetto allineamento.

2) quali sono gli oculari più adatti?

Tutto dipende da cosa si vuole osservare, ma a priori bisogna possedere un set di oculari con diverse focali. Facciamo l’esempio di un telescopio da 114mm di apertura ed 1metro di focale (f/8.7).

L’ingrandimento massimo sfruttabile (che dipende sia dalle caratteristiche ottiche dello strumento che, soprattutto, dal seeing) è all’incirca il doppio del diametro dell’obiettivo, ossia 230x che corrisponde ad un oculare di 4mm. Come detto prima però questo limite è poco sfruttabile (causa il seeing) ed a causa del decadimento della luminosità è sfruttabile solo sui pianeti o sulle stelle doppie più luminose. Per questi motivi l’oculare a focale più bassa che conviene possedere è il 6mm.

Non esiste, invece, un limite inferiore di ingrandimenti, conviene però disporre di almeno 25x, altrimenti il telescopio diventa un cannocchiale, il che significa un oculare con focale di 40mm.

Con questo tipo di oculare la luminosità è massima ed è possibile sia osservare sia oggetti al limite teorico di magnitudine dello strumento che oggetti di grande dimensione angolare.

Nel caso di un Plossl da 40mm, il campo reale inquadrato è di circa 2° il che consente di osservare nel loro insieme oggetti come M42, M7, M24, M44 e per ricercare le comete.

Stabiliti i due limiti, le focali intermedie potrebbero essere: 32mm, 25mm, 16mm, 10mm.

 

 

Figura 1. IL POLO NORD

 

Appuntamento per le prossime osservazioni il 13 e 14 luglio sul monte Volturino in occasione della manifestazione “Montagna e Cielo”.

 

 

MONTAGNA E CIELO

 

2002 Anno Internazionale delle Montagne

 

Montagna e Cielo

 

 

 

 

 Attività e manifestazioni celebrative della montagna

Monte Volturino, 13 e 14 Luglio 2002

 

                      

STAR PARTY organizzato dall’Associazione Lucana di Astronomia in collaborazione con il C.A.I.(Club Alpino Italiano) e con il No Limits Club (Volo Libero con deltaplani e parapendio)

Piano imperatore -Monte Volturino (Marsicovetere - Potenza) 1550slm

 

 

Programma

 

Sabato 13 Luglio

 

ore 15.00

 

         Presentazione del programma della manifestazione e delle Associazioni

 

          Club Alpino Italiano – Sezione di Potenza

               Presentazione delle attività sezionali

         Ore 15.30          Escursione su Monte Volturino

                                   Escursione in mountain bike

         No Limits Club (Federazione Italiana Volo Libero)

               Presentazione delle attività del Club

        Ore 15.30           Voli dimostrativi con deltaplano e parapendio

Serata

         Associazione Lucana di Astronomia

                Presentazione delle attività.

       Ore 20.00            Osservazione Astronomica degli astri con strumenti dell’Associazione e  descrizione  dei fenomeni visibili

 

 

Domenica 14 Luglio

Mattino:

         Club Alpino Italiano – Sezione di Potenza.

       Ore9.00:              Escursione su Monte Volturino

                                   Prove di arrampicata sulle vie attrezzate della Pietra del Brigante

                                   Escursione in mountain bike

         No Limits Club

      Ore 9.30 :             Voli dimostrativi con deltaplano e parapendio

        Associazione Lucana di Astronomia

      Ore 9.00/13.00     Osservazione astronomica del Sole

                                   Realizzazione di una meridiana

 

     Ore 18.00

 

         Fine delle attività e chiusura della giornata.

 

 

--- Per le sistemazioni alberghiere rivolgersi all’A.P.T. Basilicata tel.0971411839.

     E’ possibile campeggiare nelle immediate vicinanze del sito della manifestazione.

     Info line E-mail a: ala@memex.it

 

 

 

 

GALLERIA DI IMMAGINI

 

CLICCANDO SULLE DIDASCALIE, SI ACCEDE AI DATI SUGLI OGGETTI

 

 


M104 GALASSIA SOMBRERO

 

M51 GALASSIA VORTICE

 

M101

       

       M81 ED M82

       

M81

 

M82

 

 

M108

M97

 

 

M109

 

 

 

 

 

 

 

M13

M57

 

M27

 

 

 

 

 

 

 

 

M4

 

M10

 

M12

 


Galassia

M 104            NGC 4594          

Constellazione: Virgo

Dimensione:   8.6'x  4.2' 

Magnitudine:  8.00

Luminosità superficiale: 11.60

Descrizione:  !vB,vL,eE92,vsmbMN

H I 43;dark equatorial lane;Sombrero Galaxy

 J2000 RA:  12h40m00.00s   DE:-11°37'00.0"

 

 

 Galassia

M  81            NGC 3031          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:  24.9'x 11.5' 

Magnitudine:  6.90

Luminosità superficiale: 13.20

Descrizione:  ! eB,eL,E 156,gsvmbM,BN

brightest in group;fine spiral

 J2000 RA:   9h55m36.00s   DE:+69°04'00.0"

 

 

 

Galassia

M  82            NGC 3034          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:  10.5'x  5.1' 

Magnitudine:  8.40

Luminosità superficiale: 12.50

Descrizione:  vB,vL,vmE(ray)

M81 group;eruptive;H IV 79

 J2000 RA:   9h55m54.00s   DE:+69°41'00.0"

 

 

 

Galassia

M 108            NGC 3556          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:   8.6'x  2.4' 

Magnitudine: 10.00

Luminosità superficiale: 13.10

Descrizione:  cB,vL,vmE 79,pBM

H V 46;M 97 is 48' SE;nearly edge-on

 J2000 RA:  11h11m30.00s   DE:+55°40'00.0"

 

 

Galassia

M  51            NGC 5194          

Constellazione: Canes Venatici

Dimensione:  10.8'x  6.6' 

Magnitudine:  8.40

Luminosità superficiale: 12.90

Descrizione:  !!!,Great spiral nebula

Whirlpool Gal;interacting pair;classic spiral

 J2000 RA:  13h29m54.00s   DE:+47°12'00.0"

 

 

Nebulosa planetaria

M  97            NGC 3587          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:   3.4'x  3.3' 

Magnitudine: 11.00

Luminosità superficiale: 12.10

Descrizione:  !! vB,vL,R,vvg,vsbM

Owl Nebula;PK148+57.1

 J2000 RA:  11h14m48.00s   DE:+55°01'00.0"

 

 

Galassia

M 101            NGC 5457          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:  28.5'x 28.3' 

Magnitudine:  7.90

Luminosità superficiale: 14.90

Descrizione:  pB,vL,iR,g,vsmbM,BSN

P w NGC 5474;SN 1909;spir galax w one heavy arm;B knot E

 J2000 RA:  14h03m12.00s   DE:+54°20'60.0"

 

 

Galassia

M 109            NGC 3992          

Constellazione: Ursa Major

Dimensione:   7.5'x  4.4' 

Magnitudine:  9.80

Luminosità superficiale: 13.60

Descrizione:  cB,vL,pmE,sbM,BN

H IV 61;theta struc barred sp;Gamma UMa 40' NW

 J2000 RA:  11h57m36.00s   DE:+53°21'60.0"

 

 

 

Ammasso globulare

M  13            NGC 6205          

Constellazione: Hercules

Dimensione:  23.2'x 23.2' 

Magnitudine:  5.90

Luminosità superficiale: 12.00

Descrizione:  !!eB,vRi,vgeCM,*11...

Hercules cluster;Messier said round nebula contains no star

 J2000 RA:  16h41m42.00s   DE:+36°28'00.0"

 

Ammasso globulare

M   4            NGC 6121          

Constellazione: Scorpius

Dimensione:  26.3'x 26.3' 

Magnitudine:  5.90

Luminosità superficiale: 12.00

Descrizione:  Cl,8 or 10 B* in line,rrr

Look for central bar structure

 J2000 RA:  16h23m36.00s   DE:-26°32'00.0"

 

 

 

Nebulosa planetaria

M  57            NGC 6720          

Constellazione: Lyra

Dimensione:   1.4'x  1.0' 

Magnitudine:  9.40

Luminosità superficiale:  9.30

Descrizione:  Ring neb,B,pL,cE

Ring Nebula;central* var 14 to 16 mag;PK63+13.1

 J2000 RA:  18h53m36.00s   DE:+33°02'00.0"

 

 

 

Ammasso globulare

M  10            NGC 6254          

Constellazione: Ophiuchus

Dimensione:  12.2'x 12.2' 

Magnitudine:  6.60

Luminosità superficiale: 12.00

Descrizione:  B,vL,R,gvmBM,rrr

Lord Rosse reported dark lane in cluster

 J2000 RA:  16h57m06.00s   DE:-04°06'00.0"

 

 

Nebulosa planetaria

M  27            NGC 6853          

Constellazione: Vulpecula

Dimensione:   8.0'x  5.7' 

Magnitudine:  7.30

Luminosità superficiale: 11.20

Descrizione:  !!vB,vL,bi-N,IE,Dumbbell Neb

PK60-3.1;Lord Rosse drew 18* invl

 J2000 RA:  19h59m36.00s   DE:+22°43'00.0"

 

 

 

Ammasso globulare

M  12            NGC 6218          

Constellazione: Ophiuchus

Dimensione:  14.5'x 14.5' 

Magnitudine:  6.60

Luminosità superficiale: 12.00

Descrizione:  vB,vL,iR,gmbM

Somewhat loose structure

 J2000 RA:  16h47m12.00s   DE:-01°57'00.0"


 

 

 

 

Informazioni  Dall’ Associazione

 

- La nuova sede

Siamo quasi arrivati alla meta: il protocollo di intesa per la concessione da parte della Provincia di Potenza della Torre Guevara come sede e centro di divulgazione scientifica è stato firmato.

Alcuni intoppi burocrati hanno, però, fatto slittare l’inaugurazione fissata per il 18 giugno.

La data verrà comunicata a tutti i soci non appena risolti gli intoppi.

Il consiglio direttivo, conscio del gravoso compito che si è prefissato, chiede ai soci una disponibilità maggiore per far diventare la Torre Guevara un centro di divulgazione e di diffusione dell’astronomia.

Oltre all’acquisto di un telescopio da 30centimetri (stiamo valutando al momento le migliori offerte esistenti sul mercato) da sistemare sulla terrazza della Torre per effettuare osservazioni per i soci e pubbliche, la gestione di una biblioteca tematica e un giorno alla settimana da dedicare alla divulgazione (del tipo il giovedì dell’astronomia, con interventi di docenti universitari e addetti del settore), rientrano tra gli obiettivi da raggiungere.

 

- le informazioni

il bollettino di informazione Sidera avrà due versioni: la tradizionale cartacea e la versione web che sarà inviata via e-mail ai soci.

Le informazioni sugli avvenimenti organizzati dall’associazione verranno divulgati grazie al portale basilicatanet, http://www.basilicatanet.it/ nella sezione bacheca annunci- tempo libero- altro ed iscrivendovi alla mailing list del portale (riceverete direttamente le e-mail sul pc previa apertura della casella di posta elettrnonica su basilicatanet)

 

- Iscrizioni alla Associazione

Chi vuole iscriversi all’Associazione può farlo presso la sede in via Torraca n.9 o in oc­casione degli incontri stessi (le quote annuali sono di 30€ per gli adulti e 5€ per i ragazzi).

Chi volesse collaborare con i propri articoli può inviarli a: ala@memex.it,ak47@basilicatanet.it

 

 

 

LA COSTELLAZIONE DEL MESE

 

La costellazione più imponente in estate è certamente il Sagittario; oltre a contenere il centro galattico, contiene tutti gli oggetti visibili con un telescopio.

i pianeti visibile saranno Urano nell’Acquario, Nettuno nel Capricornoe Plutone in Ofiuco.

 


percorso di nettuno

 

percorso di urano