GUARABIRA

Città dello stato brasiliano Paraiba in cui lavora mons. Luigi Pescarmona dal 1976?. Qui, non solo le condizioni climatiche, con frequenti periodi di siccità, condizionano pesantemente l’economia agricola ma anche gli estesi latifondi.
E’ in questo problematico ambiente che si sviluppano le attività di Dom Luiz e la sua CPT (commissione pastorale della terra).
Gli obiettivi sono quelli di riaffermare  la lotta per la terra e per la Riforma Agraria intesa come equa ridistribuzione dei terreni, ricercando sempre l’ appoggio dell’ opinione pubblica.
Grazie a questo impegno centinaia di famiglia di senza terra hanno potuto acquisire il proprio appezzamento di terreno o rientrare in possesso di quello perduto.
Per ottenere questi risultati si sono pagati prezzi assai in alti in termine di minacce, violenze fisiche, addirittura morti, perché il potere latifondiario da sempre si regge sull’uso della forza di vere e proprie milizie private.


La CPT opera dapprima facendo l’iscrizione delle famiglie senza risorse (terra o lavoro) e quando il numero raggiunto è sufficiente a formare un accampamento individua “la fazenda” con terreni incolti da espropriare. La condizione necessaria per effettuare un’occupazione è proprio l’improduttività dell’appezzamento.
La CPT quindi si fa carico dell’ organizzazione e della realizzazione dell’ entrata in fazenda delle famiglie in modo tempestivo per prevenire la reazione dei mercenari contrattati dal proprietario.
Da adesso in avanti inizia il duro braccio di ferro con il “fazendeiro” e con l’autorità governativa deputata a dirimere la controversia, l’INCRA a cui è stata inoltrata una richiesta di intervento.
Oltre ai pericoli di controffensive, la vita in un accampamento si rivela subito per la sua durezza e non solo per i bambini.
La CPT deve quindi provvedere ai fabbisogni degli occupanti fornendo loro cibo, vestiario, materiale domestico, attrezzi agricoli e sementi.


Nel frattempo gli uomini iniziano a lavorare la terra in “mutirao” , tutti insieme per la collettività, coltivando fagioli (con il riso entra nell’alimentazione quotidiana), ortaggi vari e piantando alberi da frutto.
In possesso di questi requisiti gli accampati rimangono in attesa del responso del giudice, consapevoli che ciò potrebbe avvenire in tempi lunghi.
Le possibilità in questi casi sono molteplici. A volte succede che l’INCRA non sia imparziale e decida per la restituzione dei terreni al fazendeiro. Ma con altrettanta frequenza accade il contrario, optando per l’esproprio con o senza ingiunzione di pagamento.


In anni di attività la CPT può vantare un centinaio di espropri e alcune migliaia di famiglie insediate.