Ed
eccoci al secondo appuntamento con le religioni giapponesi. Questo
mese cercheremo di addentrarci nei misteri dello Shintoismo, secondo
me una delle religioni più affascinanti, e sicuramente la più
chiarificatrice di tante piccole usanze giapponesi. I termini in lingua
non si sprecheranno, come non si è sprecato il mio lavoro di
traduzione, e spero di essere stata il più precisa possibile.
Una precisazione: questo sarà un resoconto abbastanza schematico
in quanto lo Shintoismo non si può ricondurre a una sola dottrina,
ma vi sono molte sfumature e diverse "sette" (scusate il
termine improprio); purtroppo è quasi impossibile scrivere
qualcosa di molto esauriente in un articolo senza che questo diventi
un trattato scientifico stile enciclopedia (aiuto!), quindi spero
che gli spunti che vi darò vi appassionino a punto da ricercare
voi più esaurienti risposte alla vostra sete di sapere. A questo
punto non posso che augurarvi ancora una volta buona lettura! |
RELIGIONI
GIAPPONESI I° PARTE
Lo
Shintoismo
Lo
Shintoismo è la forma religiosa autoctona giapponese secondo
la quale l'imperatore (tenno: "signore del cielo") discende
direttamente dai karni ("divinità"). Shinto, se si
adotta la lettura sino-giapponese, o Kami no michi, se si leggono
gli stessi ideogrammi in lingua giapponese, significa "via degli
dei". Parte integrante della cultura giapponese, lo Shintoismo
è preesistente al Buddhismo (giapponese: butsudo, "via
dei Buddha"), che venne introdotto in Giappone intorno alla metà
del VI secolo d.C.
I centri di culto più importanti sono Ise e Izumo; è
invece pressoché impossibile fare una stima dei fedeli fin
quanto non si tratta di una confessione religiosa, bensì di
una fitta trama di riti e credenze, difficilmente riconducibili a
schemi, che vanno a formare il tessuto stesso della società
giapponese. La maggior parte dei Giapponesi si considerano oggi senza
problema alcuno sia devoti dello Shintoismo sia, contemporaneamente,
Buddisti o appartenenti ad altre religioni.
Il primo imperatore (mikado o tenno) del Giappone fu Jimmu, considerato
discendente della dea del sole Amaterasu Omikami, e il suo regno si
fa tradizionalmente iniziare nell'anno 660 a.C. Fu all'epoca del XXIX
imperatore, Kimmei (540-571) che venne introdotto in Giappone il Buddismo;
da allora shintoismo e Buddismo interagirono continuamente, come accade
nella dottrina denominata Zoku shinto (Shintoismo popolare) probabilmente
elaborata dal monaco Gyogi in epoca Nara (710-782); secondo questo
insegnamento non esiste differenza alcuna fra Kami ("dei")
e Hotoke (Buddha e i Bodhisattva). Saicho (o Dengyo Daishi, 767-822)
fondatore del Tendai Shu, e Kukai (o Kobo Daishi, 774-835) fondatore
dello Shingonshu, elaborarono concezioni filosofico-religiose all'insegna
di un analogo sincretismo, promuovendo quello che venne definito come
Ryobu shinto (Shintoismo bivalente).
Durante il periodo di Kamakura (1192-1333), l'imperatore mantenne
il potere solo formalmente, mentre il governo effettivo deI paese
passò nelle mani dello shogun, il più alto dignitario
dello stato. Fu in questo clima che lo Shintoismo assunse connotazioni
nazionaliste e tradizionaliste, allo scopo di rivalutare la figura
dell'imperatore.
I maggiori teorici di questo sistema furono Motoori Norinaga (1730-1801)
e Hirata Atsutane (1776-1843). L'imperatore
Meiji, salito al trono dopo la caduta dello shogunato Tokugawa, riconquistò
l'effettivo potere e procedette al rinnovamento del regime imperiale,
ispirandosi a Motori Norinaga. Lo Shintoismo venne infatti proclamato
religione di stato in un editto del 1868 e in segui- lo si stabili
che anche le varie correnti del culto ponessero come dogma principale
la venerazione dell'imperatore e dei suoi avi. Il sovrano si stabilì
a Edo (Tokyo
dal 1869) e nel 1871 un altro editto imperiale impose che lo Shintoismo
venisse considerato un sistema separato dal Buddhismo (Yuiitsu shinto,
cunico Shintoismo). Dal 1913 al 1945 lo Shiikyo kyoku, una sorta di
ministero delle religioni, esercitò un controllo molto stretto
su tutti gli altri movimenti religiosi. Lo Shintoismo cessò
di essere religione di stato dopo la resa del Giappone, al termine
della seconda guerra mondiale, quando l'imperatore Hirohito (1901-1989)
salito al trono come centoventitreesimo tenno il 24 dicembre 1926,
dovette rinnegare la propria origine divina, rinunciando a considerarsi
un kami vivente; egli perse inoltre molti dei suoi poteri politici
in seguito all'adozione della Costituzione nel 1947.
Lo Shintoismo odierno ufficialmente conta circa 22.000 sacerdoti officianti
negli 80.000 templi e oltre 145 scuole, in parte riconosciute dallo
stato. Fra queste meritano una menzione: Izumo taishako, Konkokyo,
Kurozumikio, Mitakekyo, Shinrikyo, Tenrikyo e Shinto taikyo.
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