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Ristorante
Al Colombo

 

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La storia


…Fin dai primi anni del Settecento, una "locanda" all’insegna "delle tortorelle" occupava, i locali che oggi costituisconofoto il ristorante "Al Colombo"… Il locale, le case che si trovano tra il Colombo ed il Teatro Goldoni, non sono altro che l’antico enorme androne di pianterreno dello scomparso palazzo dei Dandolo, ed il residuo di qualche casa ad esso adiacente.
Questo palazzo, nel quale nacque Enrico Dandolo, il gran Doge che capitanò, quasi centenario, la Quarta Crociata e conquistò Costantinopoli, questo grande palazzo bizantino, di cui altra notizia non si ha, che quella della sua distruzione avvenuta per un grande incendio il 25 novembre 1523, si estendeva da quella che è oggi la Corte del Teatro, fino alla riva del Carbon…Sulle rovine delle case dei Dandolo erano risorte altre case, belle e ricche quelle prospicienti la riva del Carbon, piccole e povere quelle che davano nelle calli interne, che poi lasciarono il posto alla corte del teatro, allorchè previa demolizione di numerose catapecchie, i Vendramin eressero, intorno al 1622 il loro teatro, che si chiamò dapprima teatro di San Salvatore e che ebbe fama mondiale sotto il nome di Teatro di san Luca, quando Carlo Goldoni passò agli stipendi del patrizio Francesco Vendramin…il teatro di San Luca, dopo essersi chiamato Teatro Apollo, ha assunto nel 1875, il nome di Teatro Goldoni, che tuttora porta onorevolmente.
Con una vicinanza come quella del Teatro Vendramin, era ovvio che l’osteria delle "tortorelle" accogliesse tra la sua clientela i comici e i cantanti che si avvicendarono nel teatro…Nel 1891 l’oste Giovanni Battista benvenuti, già direttore di una trattoria al Ponte Noris, pensa di aprire un’osteria per conto suo e così accanto alle due "tortorelle" viene apposta l’insegna : trattoria al Colombo.
Naturalmente la trattoria di corte del teatro aveva subito accolto una clientela prevalentemente teatrale, tutte le compagnie teatrali, ma anche autori di prosa italiana e veneziana confluivano nei locali della trattoria desiderosi di mangiar subito, di mangiare bene, di spender poco…
Nel 1913, Piero Alzetta cameriere della trattoria, in società con un altro cameriere ed un cuoco, avevano acquistato da Benvenuti l’azienda che durante la grande guerra fu cenacolo di irredenti, fuggiti dall’ Austria per spingere l’ Italia all’intervento.
Clientela nuova dopo la guerra, ma vi sono ancora Pietro Alzetta e i suoi degni soci; e vi sono ancora alle quattro del pomeriggio e a mezzanotte, i comici del "Goldoni" affezionati più che mai alla trattoria.

Tratto da "Osterie Veneziane" di Elio Zorzi – Filippi editore - 1967