Fin dalle prime opere A. L. Rossi dimostra di aver compreso pienamente la
lezione di Wright, senza accontentarsi però di facili manierismi. Concentrando
l'attenzione sull'opera più matura e più visionaria del maestro americano ma
senza trascurare gli apporti delle altre avanguardie (espressionismo, futurismo, neoplasticismo, costruttivismo),
elabora uno stile fra i più originali dell'intero panorama architettonico
contemporaneo, basato sull'esplosione controllata della scatola edilizia e sullo
sviluppo centrifugo delle costruzioni a partire da un nucleo resistente
centrale, mediante matrici geometriche generalmente circolari.
Nel corso della sua carriera l'architetto si è mosso fra tre grandi temi senza
separarli mai completamente: l'utopia radicale delle macrostrutture,
l'attenzione alla dimensione territoriale e paesaggistica, la concretezza
realizzativa in contesti anche storici.
La sua ricerca protesa verso il futuro, privilegiando l'aspetto dionisiaco
dell'iter progettuale e assegnando gli unici ruoli di protagonisti allo spazio e
alla vita che in esso si svolge, lo ha posto in una condizione di isolamento
rispetto all'ambiente accademico ancora legato al trilite, al telaio, alla
griglia ortogonale, al mimetismo storicistico, al facciatismo, allo spazio
statico e normato, insomma alle forme ipocrite del razional-classicismo e a
quelle inumane del razional-funzionalismo.
A. L. Rossi è nato a Napoli nel 1933. Insegna Progettazione Architettonica alla
Facoltà di Architettura della stessa città.