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LE VIE DEI SIMBOLI

 

Per simbolo si intende qualunque cosa abbia in sè un significato che va oltre quello apparente o letterale.

Tale accezione può essere estesa anche in ambito architettonico: molte sono le opere che sono state costruite ma solo alcune possono essere considerate simboli rappresentativi di un determinato momento storico che hanno aperto nuove strade di sperimentazione.

Negli anni '70 a Parigi si costruisce il Beabourg, un gigantesco contenitore tecnologico che, attraverso i metodi dell'High-Tech, svuota completamente i piani interni da qualsiasi ingombro strutturale tanto che la scala mobile è appesa all'esterno della facciata. Molte critiche furono mosse nei confronti del Centre Pompidou, e a queste Piano rispose:

" Ho capito, costruendo il Beabourg, di essere un architetto artigiano (...) Il Beabourg non è affatto (...) l'impressione di una tecnologia industriale avanzata, direi piuttosto il contrario: un grosso manufatto artigianale. L'edificio è stato costruito con metodi industriali, ma ci sono molti elementi fatti a "mano" (da "La technologie n'est pas toujours industrielle. Une interview de Renzo Piano", in "L'architecture d'Aujourd'hui" n 212 decembre 1980, pp. 2-7).

Anche il tema della nave era stato utilizzato più volte già a partire dall'Art Noveau. Verso la fine dellla prima metà del 1900 Kenzo Tange e Arata Isozaki hanno fatto riferimento alla barca come elemento di salvataggio.

Erskine attua invece il recupero di un'immagina biblica, l'Arca. Un'arca che giganteggia nella periferia di Londra e si incaglia tra una stazione metropolitana e un quartiere periferico consolidato.