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NUOVE SOSTANZE

 

"Da un secolo la storia dell'arte in Europa non è soltanto una serie di azioni e di reazioni particolari ma un movimento di coscienza collettiva. Riconoscere questo significa trovare l'apporto dell'architettura attuale."

Su questo mi piace riflettere. Per più giorni ho provato a ragionare su questa frase ed ogni volta mi trovavo ad arrendermi di fronte all'angoscia che inesorabilmente il foglio bianco mi trasmette.

Cos' è realmente un movimento di coscienza collettiva?

Casualmente mi è capitato tra le mani un libro comprato durante i  primi anni di università del quale mi era sempre stato detto "questo non puoi non averlo!".

Lo avevo letto. Distrattamente.

Lo sfoglio.

Le Corbusier scrive "Verso una Architettura" nel 1923 raccogliendo in una sorta di manifesto gli articoli comparsi sull' "Esprit Nouveau", rivista fondata nel 1919.

"Una grande epoca è cominciata.

Esiste uno spirito nuovo.

Esiste una quantità di opere improntate a uno spirito nuovo; si ritrovano soprattutto nella produzione industriale.

L'architettura soffoca nelle abitudini.

Gli "stili" sono una menzogna.

Lo stile  è un'unità di principio che anima tutte le opere di un'epoca e è il risultato di un carattere spirituale.

La nostra epoca esprime ogni giorno il suo stile.

I nostri occhi, purtroppo, non sanno ancora vederlo."

Come allora è iniziata una nuova epoca e come allora inevitabilmente questa si accompagna ad una crisi. Come allora si abbattono le regole ed i punti di riferimento per crearne di nuovi.

Nel secondo decennio del Novecento gli architetti moderni accettano il ruolo di artisti d'avanguardia ed iniziano a lavorare sugli stessi temi sui quali si confrontano, portando così avanti un lavoro collettivo.

Nel 1918 Walter Gropius fonda a Dessau il Bauhaus, una scuola-laboratorio, ben lontana dalla scuola prettamente accademica, dove il programma fondamentale era quello di intessere rapporti tra architettura, arte ed industria. Mies van der Rohe dirige un quartiere sperimentale a Stoccarda dove architetti di tutto il mondo sono chiamati a realizzare progetti.

La città è ancora vista come un tutto unico dove però si riconoscono le diverse funzioni e dove si predilige il settore produttivo.

Oggi la società industriale è stata sostituita da quella informatica e all'industria si è sostituito il terziario. Il computer ha preso il posto della grande macchina e grazie a questo si è potuto riconquistare anche il rapporto con la natura.

"Nascono in questo contesto le figure dei flussi, dell'onda,dei gorghi, dei crepacci liquidi e la Fluidità diventa parola chiave".  E' in quest'ottica che l'opera di Zaha Hadid si presenta come un monolite con al centro un grande canyon o ancora le linee del Museo d'Arte Contemporanea a Roma rimandano alla scia di una barca a vela o ai graffi di un felino.

L'architettura così non è più solo funzione, diventa quindi pura narrazione.

Viviamo dunque una nuova epoca che forse ogni giorno fissa il suo stile. I nostri occhi forse non lo vedono.

"Il tempo nuovo è una realtà; esiste indipendentemente dal fatto che noi lo accettiamo o lo rifiutiamo..........Quel che importa non è il "che cosa" ma unicamente e solo il "come". Il come è nostro".