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Progettazione architettonica assistita - Prof. Antonino Saggio - a.a. 2002-2003

Nona lezione - Terzo ciclo

 

SAGGIO SU EISENMAN

Eisenman segue i suoi studi in America dove si laurea e compie un dottorato a Cambridge.

Uno dei primi temi affrontati è quello denominato "Discendente", dove il lavoro viene concepito in maniera collettiva e prevede uno scambio attivo di suggerimenti e suggestioni.

Una figura molto importante per il giovane Eisenman è quella di Greg Lynn.

Colin Rowe è uno dei primi critici del secondo dopoguerra che non considera l'architettura legata ai temi storici e sociali ma cerca guardare all'opera architettonica come ad un mondo di relazioni sintattiche chiuse in se stesse.

Verso la fine degli anni '50 Eisenman sviluppa la sua passione per la scuola comasca e per il razionalismo italiano; è in questo periodo che nasce il suo amore per Terragni e per un periodo piuttosto limitato si confronta con la ricerca del Formalismo e con Palladio.

Eisenman è prima di tutto un teorico, successivamente realizza scritti, lezioni e progetti.

Scrive solo due saggi su due opere di Terragni:

                                         

Nella Casa del Fascio sottolinea l' "estrazione", un processo di estrazione della materia rispetto ad una forma primaria.

                                   

In un'altra opera  sottolinea il tema dell' "esplosione" rispetto ad un nucleo centrale dove i vari piani si muovono nello spazio.

Tra la fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 Eisenman inizia a progettare una serie di piccole case che non hanno un nome, si chiamano progressivamente "Casa I", "Casa II", "Casa III", e così via, a dimostrazione che esse non sono autoritratti dei loro abitatori, come concepiva Wraight, ma sono piuttosto tappe della ricerca del progettista.

                                   

La "Casa II" è basata su un processo di "implosione", il perimetro esterno rimane fisso e tutti i movimenti vengono compiuti all'interno.

Sempre in questo periodo organizza delle mostre con i Five architetects (Peter Eisenman, Michael Graves, Charles Gwathmey, John Heiduc e Richard Meier). I Five di New York rivendicano la piena autonomia dell'architettura dai condizionamenti eterodisciplinari.

                                   

Nella "Casa X", realizzata nel 1976, Eisenman tenta di conservare da un lato il raggiungimento sintattico e dall'altro cerca di far entrare in gioco dati oggettivi del programma. La casa è divisa in quattro quadranti collegati con scale. La costruzione è realizzata su  un declivio.

La logica dei 4 quadranti era già stata affrontata nella storia dell'architettura, la si ritrova nell'impostazione di Wright e nel Danteum di Terragni.

Nella "Casa X" si trova la compresenza di materiali diversi, il modello è concepito direttamente in assonometria ed in quest'opera Eisenman riaffronta temi del puro formalismo. La casa non verrà mai costruita per volontà del cliente.

Verso la fine degli anni '70 la fase astratta ed ipermodernista dei Five perde peso ed assume una posizione architettonica ribaltata:

a-storica ---> storica

a-semantica ---> semantica

rigidamente esclusivista ---> assolutamente inclusivista

Il ragionamento Post-moderno ribalta tutti i presupposti sui quali si erano mossi i Five.

Eisenman gestisce la IAUS, un'associazione culturale all'interno della quale è possibile svolgere un internato.

Alla fine degli anni '70 viene annunciata esplicitamente la condizione Post-moderna; il sapere postmoderno si basa sul fatto che non c'è più nessuna verità, non esistono più eroi nella storia contemporanea. Ognuno è rinviato solo a se stesso.

E' Paolo Portoghesi a fr decollare il post-modern con la mostra della Biennale di Venezia nel 1980, dal titolo "La Presenza del Passato".

Anche Aldo Rossi aderisce al nuovo movimento, egli infatti fin dagli anni '70 aveva predicato la forza della permanenza della forma antica nell'architettura della città, al di là della modifica della funzione.

In America Philip Johnson concepisce lo stile in quanto rinnovamento.

                                                          

Eisenman inizia a considerare il contesto come "palinsesto", egli realizza una serie di mappe, di segni presenti nel sito.

Nel 1978 per la prima volta a Venezia attua un meccanismo di griglie, il progetto appare da subito piuttosto gracile, ma sono chiare le enormi potenzialità di sviluppo.

                                                       

Questo processo viene attuato nell' ampliamento del Museo D'arte già presistente nell'area. Eisenman studia le mappe, le sovrappone, crea delle griglie semantiche ordinatrici di una serie di principi che consentono di organizzare una serie di eventi.

Negli anni '80 struttura il suo studio in maniera più forte, approfondisce e applica la geometria booleana, si crea un campo di sperimentazione matematica dato dallo spostamento di un cubo all'interno del quale valgono le leggi proprie.

Nel suo trattato A. Saggio afferma che "alcune tecniche futuriste basate sul movimento non hanno avuto applicazione nell'architettura ma restano ad uso esclusivo delle arti figurative".In Balla si assiste ad una vibrazione, ondulazione della forma.