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Progettazione architettonica assistita - Prof. Antonino Saggio - a.a. 2002-203

Undicesima lezione - Quarto ciclo

 

TRAIETTORIE E FOGs

 

Rispetto al lavoro di Gehry, Eisenman si pone in maniera senz'altro più "bidimensionale", per lui la parola chiave è VETTORE, per Gehry TRAIETTORIA.

1. Assemblare

Gerhy nasce nel 1929, è un "prodotto" del primo dopoguerra, si forma negli anni '50. Presto si trasferisce con la famiglia a Los Angeles nel 1947; a metà degli anni '50 si laurea in architettura e prosegue gli studi di Urbanistica alla Harvard University Graduate School of Design.

Dopo aver lavorato con gli architetti Victor Gruen y Pereira & Luckman a Los Angeles, e con André Remondet a Parigi. A Parigi studia le chiese tardo romaniche e grande importanza avrà per lui la figura di Borromini.

Negli anni '60 torna in America dove fonda la ditta Frank O. Gerhy & Associates. Da allora Gerhy ha svolto una solida carriera professionale nel corso di quarant'anni progettando edifici pubblici e privati in America, Europa e Asia.

Casa studio Danziger - Hollywood 1964-65

                                            

 

Sul finire degli anni '70 capisce che il suo lavorare all'interno dei soliti canono professionali americani non motiva realmente il suo essere architetto.

Questa trasformazione prevede:

- una forte riduzione dello studio

- una nuova ricerca estetica.

Il momento di nascita di questo periodo coincide anche con la nascita di una nuova casa, la cui logica è quella dell'assemblaggio con l'utilizzo di vari materiali.

                   Il cheapscape

Superato lo strutturalismo si arriva al Post strutturalismo detto anche Decostruttivismo.

Gli schizzi di Gehry sembrano quasi delle caricature, possono essere chiaramente spiegati con le parole. Il concetto di esagerazione è sempre un concetto formativo.

In Eisenman il concetto di luogo viene aggredito anche se con stratificazioni. Gehry come tutta la sua generazione non può ignorare il problema del luogo. Nasce il cheapscape, il paesaggio delle frange urbane, povero, caotico.

Quest' intuizione di Gehry si rivelerà fondamentale: in campo architettonico prima di lui questo non era stato fatto da nessuno, nel campo dell'arte il tema di riportare in primo piano gli oggetti quotidiani è stato sviluppato dalla Pop Art.

La vera grande forza di Gehry si è rivelata essere la ricerca costante di nuovi territori.

2. Spaziare

Ghery inizia a studiare volumi che creano lo spazio ed interagiscono con esso. La logica per volumi permette di creare in maniera adeguata gli ampliamenti successivi.

                                                                 

Per gli edifici della Loyola Law School a Los Angeles, Gerhy disarticola il programma in edifici distinti; non conta più la singolarità dell'edificio, ma questa è stata sostituita dallo spazio pubblico.

3. Separare

Celane, uno dei primi critici che si è fermato a studiare l'opera di Gerhy, sottolinea la grande forza TRANCIATRICE sia in pianta che nel volume.

 

4. Fondere - Slanciare

Nel 1986 Gerhy riapre un capitolo che chiamare scultoreo è assolutamente banale, in realtà è proprio Boccioni che parla dell'opera di Gerhy come di una scultura architettonizzata.

 

Nel Museo Vitra, in Germania, gli incastri, le collisioni, il mescolamento dei volumi sembrano assumere uno status di scultura.

Se in Eisenman lo stesso processo avveniva con il piano, in Gerhy interviene la plastica futurista, l'oggetto futurista rompe il piedistallo per espandersi fuori da sè.

Nel Guggenheim non ha affatto abbandonato il concetto di cheapscape, è proprio Gerhy che sceglie il luogo, il caos urbano.

Il museo si trova su una delle sponde del fiume Nerviòn, vicini ad un ponte sospeso di grande passaggio che, da subito, Ghery concepì come un elemento in più del progetto. Le scalinate e gli ascensori che conducono i visitatori dal ponte elevato fino al livello del museo occupano una costruzione verticale di acciaio e pietra.

I materiali prevalenti dell'esterno sono la pietra arenaria e i pannelli di titanio, impiegati rispettivamente nelle forme rettangolari e nelle curve scultoree. Un enorme muro-cortina offre una magnifica veduta del fiume e della città.

Il design del museo venne influenzato dalle dimensioni e dalla struttura di Bilbao: evoca infatti i materiali utilizzati nelle antiche costruzioni industriali sulle rive del fiume e dimostra un profondo rispetto per le tradizioni storiche, economiche e culturali della zona.