Il Distruttore

Periodico di osservazione delle strane notizie che appaiono talvolta nei media (e non).
Anno 2, numero 6, 14/09/2k+2


EDITORIALE
Finalmente un po' di pausa dal noioso 'lavoro' di studente universitario, e la voglia di vedere oltre la patina lucida della pubblicità televisiva per capire quanto sia possibile che accadano alcuni avvenimenti che promuovono questo o quel prodotto...


Ma quanto grip hanno le scarpe con i tacchi?

Mia musa ispiratrice è stata questa volta quel gran pezzo... (occhiataccia della gentile visitatrice...) della stupenda&bellissima Megan Gale.
Tralasciando la veste grafica della suddetta, degna di un bel 1600x1200 a qualche miliardo di colori, vediamo un po' cosa combina in uno dei suoi ultimi spot.
Arriva con la macchina ad un party, parcheggia in quarta fila ('Tanto son figa, chi mi porta via la macchina?'), lascia (da cretina) il telefono nell'auto.
Ricordatevi di questo particolare perché sarà importante in seguito per dimostrare che il mondo degli spot non si avvicina nemmeno un po' a quello reale.
Cosa succederà mai adesso?
Anche il padrone del carro attrezzi pensa la stessa cosa di Megan ('Quanto è figa quella!') e proprio grazie al ragionamento gli porta via la macchina.
Segue un taglio nella scena di ben 10 secondi, quelli delle bestemmie quando lei si accorge che le stanno portando via la macchina.
Ma non si perde d'animo e salta giù dal balcone (un paio di metri almeno) per rincorrere (apparentemente) chi le sta portando via la macchina.
Ma le scarpe con i tacchi? Tacchi a spillo, si intende. A occhio e croce per la fisica come la conosciamo noi, nel momento dell'atterraggio i tacchi avrebbero dovuto disintegrarsi, con conseguente boccata da Guinnes dei primati della (poco furba) saltatrice di terrazzini.
Ma ammettiamo che i tacchi siano di titanio, rinforzati di diamante e altre cose che c'ha solo la Nasa.
Ora, la sympatica&prosperosa Megan si lancia in una corsa stile Hazard (Bo & Luke per intendersi) per tagliare la strada al carro attrezzi (ma ci va a piedi!!!).
Una macchina contromano!
Invece di essere spalmata sull'asfalto, la bella&procace cammina sopra la macchina e continua la sua rincorsa. Ma i tacchi di titanio, diamante &Co.? Non avrebbero dovuto lasciare dei buchi enormi sulla carrozzeria della macchina su cui ha fatto la sfilata? Ma soprattutto, che suola hanno quelle scarpe? Gliela fanno direttamente al reparto corse della Bridgestone? Usa lo stesso battistrada delle formula uno?
Mah...(dubbio che cresce...)
Rischia di nuovo di essere spalmata tipo formaggino, stavolta dal carro attrezzi, che però riesce a fermare.
Pensiero del lettore maschio (filtrato): un casto bacio sulla guancia e gli rende la macchina.
Pensiero del lettore maschio (libero e sincero): se rivoi la macchina, me la devi dà.
Ma lei non vuole la macchina... va, si china (e lì ho avuto veramente paura per lei, pensando che si scatenasse l'istinto predatorio del guidatore del carro attrezzi) e prende il telefonino.
Ma secondo voi, a lasciare il telefonino nel sedile di una macchina scoperta, senza nessuno in giro, in un qualsiasi posto di questa nazione, ma ce lo ritrovava?


Numero 5 del 25/05/2002
EDITORIALE

Non avendo avuto la possibilità di vedere molto la televisione negli ultimi tempi, mi dedicherò all'analisi del comportamento dell'"Homo pendularis", che non è un erotomane che gira nudo per le città, bensí la persona che per lavoro o per studio, ogni giorno, prende il suo bell'autobus e se ne va qualche kilometro più in là di dove dimora di solito.

Delle strane usanze dei pendolari...


Sono anche io uno di loro, quindi non pretendo di essere immune dalle piccole manie che andrò a descrivervi, ma già il fatto di notarle significa che sono sulla buona via per 'disintossicarmi' dal tipico comportamento maniacale del nostro esemplare.

In generale durante il viaggio non succede niente di impressionante, dato che una buona metà dell'autobus dorme. Se escludiamo quella volta che mi è capitato uno nel sedile di dietro che russava sonoramente, i bimbini odiosi che fanno caciara, ma soprattutto se tenete conto che quando sono stanco morto (ovvero quasi perennemente!) dormo durante il viaggio, potete capire che il vero punto focale è la salita sull'autobus, con conseguente scelta del posto a sedere.

Quelli che come me si dilettano ad andare alla fermata prima dell'arrivo del pullman, hanno il sottile privilegio di poter scegliere.
Questo non va bene, questo ha il montante del finestrino, qui c'è una gomma spiaccicata, qui c'è scritto "Forza Juve" e per principio non mi ci siedo...
E poi subentrano la logica e l'astuzia: i posti verso il fondo sono più larghi di quelli in cima (e a me in cima non mi c'entrano le gambe, nel senso che mi toccano le ginocchia nel sedile davanti, e a ogni asperità del terreno prendo delle legnate enormi).

Quelli che arrivano più tardi si accontentano di quello che c'è.
In generale finché ci sarà almeno una fila libera, il pendolare se ne andrà a sedere là, schivando il prossimo.
Non appena ogni fila ha almeno un passeggero, scatta la fase due: il pendolare sale e con uno sguardo rapido scruta il territorio...
Dopo venti nanosecondi decide se sedere nella prima o nella seconda metà dell'autobus. Forte peso su questa decisione lo ha la presenza di bambini caciaroni (di cui sopra) o individui che alle sei e mezza del mattino sono già al cellulare (il che indica che con buona probabilità quel maledetto telefonino squillerà una ventina di volte circa durante il viaggio).
Scelta la metà preferita (anche in base alla stanchezza e/o allo stato d'animo) si decide per il lato, e qui abbiamo quattro scuole di pensiero:
  1. Non ho sonno, non mi da noia il sole e mi piace il paesaggio anche se è quello di tutti gli altri giorni.
  2. Mi piace il paesaggio, non mi da noia il sole ma c'ho un sonno che muoio.
  3. Non ho sonno ma odio il sole in faccia.
  4. Ho sonno, fanculo il paesaggio e se vedo uno spicchio di sole mi incazzo.

Il pendolare del primo tipo (a cui sono fiero di appartenere ogni tanto, anche se spesso sono del tipo due!), si piazza sempre dalla parte al sole (mattino: lo vedi sorgere, sera: tramonto), tendina rigorosamente aperta, sguardo perso nel paesaggio.

Il pendolare del secondo tipo va indifferentemente a destra o a sinistra, anche se preferisce il lato dalla parte del sole. È presto spiegato il perché: quando hai sonno dormi anche se il 'bimbo caciarone®' ti spara negli occhi una lampada da 5 miloni di Watt, figurati che ti fa il sole... e soprattutto quando ti risvegli godi del paesaggio nella parte più luminosa del globo.

Terzo tipo, spesso corredato di giornale, si mette dal lato opposto a quello del sole, preferendo anche un posto stretto e accanto al montante del finestrino, piuttosto che una poltrona imperiale dall'altro lato dell'autobus... Non chiude la propria tendina per poter guardare fuori dopo aver letto il giornale, ma se proprio arriva quel raggio di sole impertinente all'occhio, chiede con educazione al suo simile dall'altro lato di tirare la tendina.

Il quarto tipo è quello a cui gli girano sempre e comunque. Vorrebbe il pullman blindato, con delle porte di titanio al posto delle tendine e nemmeno il parabrezza, secondo lui, dovrebbe essere così trasparente. Ama la galleria, specialmente se non illuminata, e raggiunge il massimo del piacere in inverno, di notte, magari con le nuvole e la pioggia...


Finita la breve digressione sul lato dell'autobus da scegliere, passiamo al posto specifico...
Il pendolare medio sceglie il posto accanto ad un occupante di pari o quasi età e sesso, fatta eccezione per il pendolare maschio giovane, che in preda a sindrome dell'"Ormone impazzito", cerca una femmina della stessa specie, preferibilmente carina&procace, con cui inevitabilmente cercherà di attaccare discorso per un possibile approfondimento una volta sceso dal pullman, e per la signora anziana che cercherà l'esemplare (possibilmente maschio) più giovane del territorio.

Arrivati in prossimità del posto scatta il rituale dell'appropriazione vera e propria del sedile, dove la mente assopita del povero pendolare si scatena nella ricerca delle più stupende banalità del cosmo.
La domanda più scontata è il classico "Posso?", come se l'altro occupante avesse il diritto esclusivo sul sedile accanto. Glielo concedo nel caso ci sia una borsa, uno zaino o una giacca, il che significa "Scusa, siccome anche io, povero mortale, dovrei sedermi, potresti togliere due passi dai *** le cose che hai messo sul sedile?". Il bello è che questa domanda viene fatta anche quando il sedile è palesemente libero (o forse qualcuno pensa che ci sia già seduto l'uomo invisibile!!!).
Altra fantastica domanda, in presenza di sedile deserto, è "È libero?".
...
...
...
Ma se siamo all'ultima fermata, la prossima la fanno tra cinquanta kilometri, e solo per discesa, sul sedile non c'è nulla e l'uomo invisibile non l'hanno fatto salire perché non aveva il biglietto, mi dico io, ma sarà libero? Forse sì, ma non sono sicuro, aspetti che chiedo...

Ma semplicemente sedersi e dire "Buongiorno!", no?

Forse è troppo difficile...

E per concludere, un'ultima nota: non potendo fare la domanda stupida per sedere, il pendolare non si siede affatto e cerca un altro posto. Spesso ascolto la radio con le cuffie per far passare un po' meglio il viaggio e il posto accanto al mio non viene occupato se non in mancanza di altri posti oppure se guardo negli occhi chi si vuole sedere (evidentemente non possono fare la domanda scontata, ma non vogliono nemmeno disoglierti dall'ascolto...). Per la riprova, basta, all'ultima fermata, togliersi le cuffie e sentirai subito un bel: "È libero?".


Numero 4 del 23/02/2002
EDITORIALE
Grazie (si fa per dire) ad un ritorno di fiamma di influenza ho trovato un pochino di tempo per guardare la TV e farmi un paio di domande su alcuni dei personaggi delle pubblicità e specialmente per rammaricarmi della prematura pensione di alcuni di essi

I miti delle pubblicità vanno in pensione...

Ebbene, era già qualche tempo che il cambiamento era stato fatto, ma lì per lì lo avevo considerato come un normale segno dell'avvicendarsi dei tempi, come le varie vecchine della candeggina, e della preponderanza della tecnologia ai nostri giorni.

Il caro, vecchio, capitan Findus l'hanno mandato in pensione. Ve lo ricordate il vecchio capitano, barba e capelli bianchi, figura autoritaria ma amata da noi bimbi dell'epoca... solcava i grandi mari per trovare e farci trovare il suo tesoro. Dorato sì ma non fatto d'oro! E il bimbo di turno, tutto felice, divorava avido tutto il pesce che gli si proponeva davanti, per la gioia delle mamme.
Quante volte vi sarà capitato, da bimbi, mangiando quelle barrette di pesce, di immaginare mille avventure, magari anche solo come mozzo, ma sempre agli ordini del capitano coraggioso?
Adesso il capitano, forse per l'età, forse per arginare l'irruenza di supereroi e mostriciattoli dei cartoni animati, è andato in pensione, sostituito da un ben più giovane capitano, che da quante ne fa sembra quasi McGuyver...
Ora non ha più il peschereccio... Ha una barca ipertecnologica (vi ricordate il telefilm con Hulk Hogan... come si chiamava.... insomma quelli lì), piena zeppa di aggeggi che farebbero impallidire James Bond. Forse il peschereccio puzzava troppo per lui... forse non andava troppo veloce... forse non assomigliava ad uno sparviero Klingon... chi lo sa!
Soltanto che da solo con un barcone da paura faceva ben poco...
Allora sai che ti faccio? Ti metto una banda di cattivoni, inevitabilmente rincitrulliti, che si divertono a fare i dispettini al capitano, tipo rubargli la ricetta dell'ultima trovata commerciale.
Allora con l'astuzia di un furetto, aiutato dal barcone superintelligente, il nostro giovane capitano trova sempre fantasiosi e nuovi metodi per far le scarpe ai pirati.
O li fa schiantare contro gli scogli, o finiscono in una secca, o comunque si bagnano le chiappe perché la barca del capitano è più potente e li ha sconfitti.
Il cattivo è, appunto, cattivo, è anche un po' rincoglionito, ma soprattutto ha un forte istinto di autoconservazione. Lo puoi lasciare due mesi in mezzo al mare, in una secca in mezzo all'oceano (ma è poi possibile?), o lo puoi far sciagattare sugli scogli. Come c'è una novità negli scaffali dei surgelati lui ritorna... come i film horror!!!
Ultima nota: secondo me, per come l'hanno fatto, questo è più un capitano per le mamme che per i bimbi :-)

Altra piccola delusione, anche se non forte come la precedente. È stato consegnato all'immortalità il vecchio, caro, testa pelata, Mastro Lindo!
Per evitare fenomeni di invecchiamento, tricotismo selvaggio o perdita di tono muscolare con conseguente pancetta da pensionato, il tizio pelato fissato col pulito è stato digitalizzato e adesso sta di casa in un pc.
Ammetto che la somiglianza con l'originale c'è e sono stati bravi, però quello di ciccia era più simpatico.
Quante signore, tirando a lucido i pavimenti, si saranno almeno una volta fermate a guardare in controluce se vedevano quel testone pelato, e che magari l'aiutasse a dare un po' il cencio (e fermiamoci qui...).

Alla radio invece imperversa da qualche giorno una pubblicità che ha come protagonisti dei maniaci ortofrutticoli. La pubblicità è quella di, mi pare, una banca che ha associato ad un suo prodotto (se così si può chiamare) come immagine, una zucca.
Le varie pubblicità vertono su coppie marito/moglie che battibeccano perché il babbeo di turno ha investito tutti i suoi risparmi in un qualche tipo di ortaggio o frutta che però non sono la zucca (compreso uno scontatissimo "che due pere" di un marito alla moglie, facendocela immaginare procace ma incapace di distinguere un frutto tutto sommato piccolo da un ortaggio grosso e arancione fosforescente che sta dappertutto ma di sicuro non sui peri!!!).
Ma un comunicato semplice e scarno, che non fa sentire l'ascoltatore ancora più stupido dell'interprete per il solo fatto che lo sta ad ascoltare, non sarebbe stato meglio?
Boh, che ne so io di pubblicità? Io la guardo (se proprio sono costretto), mica la so fare!

"Fatti mandare dalla mamma...".
Sulle note della famosa canzone un adolescente a due ruote molesta una bella bimba.
Come riassunto niente male, no?
Il tutto per pubblicizzare del latte, che si conserva per una settimana.
A prescindere dal "che cosa ci metteranno per farlo durare così a lungo?" vorrei far notare il... vediamo di essere educati... diciamo, il rincoglionimento dell'esemplare di maschio adolescente che appare in questo spot.
È una settimana che va a cantare sotto la finestra della ragazza la solita canzone.
È una settimana che lei gli dice che il latte è ancora fresco.
È una settimana che il ragazzo pensa "anche stasera 'un si tromba..."
Se lo scopo del ragazzo era quello di incontrare la ragazza, magari di appartarsi dietro il banco della verdura, che "sì fa freddo, ma ora ti scaldo io", insomma, di dare sfogo alle più normali pulsioni umane, ma non poteva inventarsi qualcosa di meglio?
...Fatti mandare a prendere il pane
No, sai com'è, si mangia il pane azzimo, quello dura anche un mese...
...Fatti mandare a prendere il vino
Lo facciamo in casa, ne abbiamo un tino da seicento litri in garage...
...Fatti mandare a prendere la carta igienica
La compriamo in confezione da trecento rotoloni in formato industriale, da duecento metri l'uno...
...Fatti mandare a prendere l'acqua
Beviamo solo quella di rubinetto...
...Ma è inquinata, marrone e puzza di carogna!
Abbiamo l'apparecchietto che la depura...

Amore, ma se la tu mamma 'un ti ci manda mai, lo sai che faccio? Ti ci mando io! Sì ma aff...


Numero 3 del 20/01/2002
EDITORIALE
Come non incentrare il primo numero del nuovo anno sulla moneta unica europea?
Anzi, non tanto sull'arrivo della moneta unica europea, quanto sull'uscita di scena della vecchia, con tutti i vantaggi (pochi), i difetti (molti) e i problemi (immani e numerosi) venuti a galla.

Arriva l'Euro... e mo so' cazzi!!!

Sarà che con i cambi di sistemi di riferimento ci sono abituato (non sono molto rari quando studi ingegneria), sarà che le virgole non mi fanno paura, sarà che sono uno dei pochi romantici convinti che la matematica è quella e che due più due fa sempre quattro sia che si sommino euro, lire o scimmie urlatrici.

Il fatto è che non tutti la pensano così.
Alla tv ben più di una volta mi è capitato di vedere sovraimpressioni che indicavano il tasso di cambio lire/euro. Per un euro a volte ci volevano 1927.36 lire, a volte 1936.27, altre 1926.37, altre ancora 1937.26. Vabbene, direte voi, i numeri sono quelli, ma il bello è capire quale sia veramente quello corretto. Magari ci si potrebbe mettere su qualcosa tipo 'Ok il cambio è giusto'.

Una cosa che mi ha fatto un po' alzare il sopracciglio sono stati i vari servizi dei telegiornali, girati per strada, dove facevano domande sull'euro alla gente. Spero vivamente per la popolazione che quelli dei tiggì abbiano scelto solo quelli che davano le risposte più fantasiose, perché altrimenti le cose andranno molto ma molto male.
Sì, insomma, sembrava che avessero aperto un concorso per cercare nuovi comici. A partire da chi semplicemente sbagliava il tasso di cambio (una lira vale 1900 euro, oppure un euro vale ventimila lire e così via..), seguendo poi con il bimbo da scuole medie che affermava che un gelato, con la nuova moneta, sarebbe costato una cinquantina di euro (al che ho sarcasticamente commentato "Con quella cifra ti ci affoghi nel gelato!!! :-D") alle varie signore disperate per tutte le monetine ma che inevitabilmente terminavano il servizio con la frase "IN COMPENSO LE COSE SEMBRANO COSTARE MENO!". Ma porca vacca, le cose sembreranno costare anche di meno, ma anche il tuo stipendio sembrerà di meno, no? Oppure te lo raddoppiano, così per simpatia?

Altra cosa che mi è rimasta qui (immaginatevi il gesto della mano che indica la bocca dello stomaco). Gli euroconvertitori. Non me ne vogliano i produttori di quelle simpaticissime (??) calcolatrici a doppio display, ma personalmente penso che non servano assolutamente a nulla. Penso che fintanto che la gente userà i convertitori per vedere 'quanto spendo in lire', avrà sempre un enorme casino in testa, perché non si farà un riferimento in euro, ovvero una mappa di 'cosa-costa-quanto'. Esempietto stupido stupido. Il giornale in lire mi costa 1700. In euro 0.88. Se per il solito giornale domani mi chiedono diecimila lire, io gli dico 'te sei tutto scemo, costa TROPPO'. TROPPO, ecco la parola chiave. Non è che se per il solito giornale mi chiedono 4 euro, io devo prendere di tasca il convertitore, accenderlo, spippolare sette o otto volte con i bottoni per capire quando e come devo inserire il valore in euro per avere la controparte in lire (succede l'80% delle volte) e solo allora, dopo aver pigiato l'apposito tasto di conversione, capire che me lo vogliono buttare..., scusate, sono stato preso dalla foga, insomma, non devo fare tutto questo casino per capire che mi vogliono fregare...
Fino a prova contraria, ancora una volta, che si parli di lire, euro o scimmie urlatrici, 0.88 è sicuramente (e di un bel po') minore di 4!
(Non fate l'osservazione da furbetti "Io 0.88 scimmie urlatrici non l'ho mai viste").
È questo che intendo quando dico che anche cambiando la moneta, per fortuna la matematica resta quella.

E invece no, passiamo ora alla prova sul campo di battaglia, ovvero nei negozi, in banca e agli uffici postali. Nei negozi ci sono file chilometriche di gente che conta 'gli spiccetti' o 'i centesimini' (odio quest'ultimo termine, sopporto il primo e uso correntemente il termine 'i soldi del Monopoli' per parlare degli euro!). Il signore che spende 3.99 cercherà con l'alacrità di un orsetto lavatore tutte le monetine.

"Allora ecco... una da due... ma sono uno o due questi... ah, no sono due, ecco poi una coll'omino dietro (sarebbe 1 euro N.d.AlexMfM, vorrò vedere quando ci saranno anche quelli degli altri stati!!!)... uno da cinquanta... uno da venti... poi gliene dò due da dieci perché da venti l'ho finiti... ecco poi cinque... quanto siamo? Novantacinque... mmm... allora mi serve una da due... ma porca... quelli da uno e da due sono uguali, non si riconoscono e 'un c'ho l'occhiali... maremma maiala... eccoli!! Uno da due e due da uno... novantanove! mi raccomando (rivolto al commerciante), le ricontrolli perché io non ci capisco niente con questi affari"

Risultato: due minuti di fila in più.
Poi arrivo io... "Quanto spendo?" - "3 euro e 99 centesimi" - "Eccole 4 euro!" - "E un centesimo di resto a lei, arrivederci" - "Arrivederci".
Io non ho la voglia di vendetta del tipo 'mi avete affibbiato tutti 'sti spicci, ma ora te le ridò io!'. Come si dice qui... sarò fatto male io!

Altro appunto: ci hanno dato ben 2 mesetti di tempo con doppia moneta per dare modo alla gente di spendere le lire senza dover fare le corse a cambiarle alla fine di dicembre. Risultato: un buon numero di persone andava alle poste e/o in banca a farsi cambiare tutte le lire che gli rimanevano. Meglio ancora, c'è chi si è rifiutato di usare la nuova moneta e voleva resti soltanto in lire, perché 'gli euro non li voglio'. Aspetta un paio di mesi e ridimmelo!!!

Ultima cosa e poi mi zitto. Ma perché tutti si rivoltano contro chi non ritiene quella dell'euro una cosa entusiasmante? Hanno coniato quel terribile termine che è "euroscettici", e per qualsiasi cosa uno dica contro alla nuova moneta, viene fatto tacere dicendogli "stai zitto, sei un euroscettico". Ma porca vacca, non è più possibile fare dei commenti, parlare del più e del meno senza venir tacciati di euroscetticismo e guardati storto quando passi?
Mi sembra che questa cosa non succede per cose ben più importanti, perché accanirsi contro chi invece la pensa differentemente? Non è obbligatorio andare a giro facendo manifestazioni o sagre paesane del tipo 'sagra di quanto è bello l'euro, e chi non c'è gli pigli...(aggiungere accidenti a piacimento)".

P.S.
Qual'è il plurale di euro? Folle a favore di 'euro', assemblee di comitati 'euri', io ho risolto. Come ho già detto li chiamo 'soldi del Monopoli'. "Euroscettico"?



Numero 2 del 18/11/2001
EDITORIALE
Le vacanze sono ormai finite e ci tocca tornare al duro lavoro, facendo ogni giorno la nostra brava crocetta sul calendario che segna il numero dei giorni che mancano alle vacanze del prossimo anno...
Comunque è possibile trarre utili lezioni da quanto accade nel periodo Luglio-Agosto, periodo per eccellenza delle vacanze, quando si ha molto più tempo per dar retta a tutto quello che ci rifilano tv, giornali e la vita di tutti i giorni. Buona lettura,
AlexMfM

Al supermercato

È già la seconda o la terza volta che mi capita di assistere ad un fatto molto divertente mentre sono in fila alla cassa di un supermercato. Davanti a me una signora con pargoletto di quattro, al massimo cinque, anni. Non so se ci avete fatto caso, ma per un non so quale motivo i preservativi vengono regolarmente messi accanto, o comunque circondati, dai dolciumi, caramelle e cose varie. Con il risultato che il pargoletto chiede alla mamma di comprargli "le caramelle lassù in cima", perché giustamente, se in basso ci sono delle caramelle, anche quelle in alto dovrebbero essere caramelle, no?
Risultato: la mamma che tenta in tutti i modi di deviare l'attenzione del figlio per non dover iniziare una lezione di educazione sessuale al supermercato per spiegargli che quelle non sono caramelle...

Le prestazioni dei processori

In questo periodo, che in molti giornali del settore viene definito "della corsa ai MegaHertz" o "ai GigaHertz" vediamo che le frequenze dei processori stanno salendo ad un ritmo impressionante (e se non sbaglio anche superiore alla legge di Moore). Se penso che solo cinque anni fa uscirono i primi processori al di sopra dei 100 MHz e che adesso siamo già a quelli a 2 GHz...
Se vi capita tra le mani un pc con uno di quei vecchi processori, provate ad aprirlo e a guardare lo spazio ocupato da processore e sistema di ventilazione/dissipazione... fa quasi tenerezza! Un quadratino che se non fosse per la ventola sopra faresti fatica a vedere cosa è. Poi guardate un processore di quelli sui 500 MHz: diciamo che vederlo fa la sua bella impressione... Mi ricordo che quando un amico mi chiese di installargli un nuovo hard-disk andai da lui, tolsi le viti del case, lo aprii e questo amico mi chiese: "Scusa, ma che è quell'affare enorme lì?"
Si riferiva al processore-dissipatore-ventola. Sfortunatamente non ho avuto ancora la possibilità di vedere faccia a faccia un bel processorino sopra il GHz, e nel frattempo è stato annunciato che il nuovo processore Intel verrà portato fino alla frequenza di 10 GHz...
Beh, io me lo immagino così un processore di quella frequenza:
Bello, no?




Numero 1 del 17/05/2001
EDITORIALE
Finalmente siamo giunti ad un nuovo numero. Come vi avevo annunciato questo e' un periodico, e in questo ultimo 'periodo' ho avuto un bel po' di cose da fare e ho dato poca attenzione alle 'facezie' comico-drammatiche che infestano il nostro paese, anche se in questi ultimi giorni ho avuto un po' di tregua e mi sono dedicato a spulciare tutte quelle situazioni che ci fanno pensare "Pensavo che il casino di tutti i giorni mi avesse fatto diventare matto, invece c'è qualcuno che sta peggio di me!".
Godetevi la lettura.
AlexMfM

Pubblicità

Questa l'ho sentita alla radio mentre ero in macchina, e lì per lì non ci ho fatto tanto caso. Dopo un po' c'ho ripensato e mi sono detto: "no, non può essere, ho sentito male".
Da allora sono stato con l'orecchio teso, per vedere se riuscivo a sentirla di nuovo e, con mia grande sorpresa, avevo capito bene la prima volta.
Eccovene un breve riassunto, poi commenterete da soli...
Pubblicità di una nota marca di carta igienica e fin quì niente di male. La usiamo tutti, loro ci guadagnano da vivere, giustissimo che la pubblicizzino. Lo fanno in tanti. Ricordate il cagnolino che si fregava qualsiasi rotolo gli capitasse sotto il musetto? Per lo meno era simpatico!
Invece questa inizia con un bimbo che scrive (o parla) ad un rotolo di carta igienica, dicendo che "ai miei amici gli scappa sempre quando mi vengono a trovare, perche' ci sei tu".
E magari non gli passa nemmeno per il capino che ciò puo dipendere anche dal fatto che sia lui a fare c... ma lasciamo perdere.
Insomma il bimbo fa l'elogio al rotolo per morbidezza, resistenza e quanto altro e alla fine conclude con una frase del tipo: "ah, a proposito lo sai dove sono adesso?" alludendo sornione alla tazza.
Ma te immaginati questo bimbo tra trent'anni quando qualcuno (e speriamo lo facciano!) glielo rifarà sentire!
Tipo quando agli amici gli si fa vedere il filmino delle vacanze, ecco, a lui invece gli fanno risentire la chiacchierata con il rotolo!!!

L'ora intelligente

Chiodo fisso di ogni (finto) buon automobilista, asso nella manica dell'elettore smaliziato (confermato anche di recente), risultato di giorni e giorni di studio di madri di famiglia, molte delle cose che facciamo hanno un'ora ideale per essere compiute, o come piace dire ai giornalisti "l'ora intelligente".
Alla tv, il giorno prima del solito maxi-esodo estivo, schiere di 'esperti' ed eminenti figure del traffico stradale consigliano di fare la partenza intelligente. "Fate una partenza intelligente" dicono "Partite la mattina molto presto, ad esempio alle quattro". Fino a qui niente di male. Il problema è che la partenza in effetti è intelligente, ma l'arrivo è inevitabilmente stupido perché partendo tutti alle quattro ci troviamo al casello di uscita TUTTI alla solita ora! E in barba alla partenza intelligente, passi i tuoi primi sei giorni di vacanza in attesa di arrivare al casello. E magari quello che ha fatto la partenza stupida alle 10 del mattino, arriva esattamente dietro di te, con l'eccezione che tu sei il penultimo di una fila di 350 kilometri (anche se il luogo di villeggiatura ne dista solo 200) durata venti ore e lui è l'ultimo che però arrivando con venti ore di ritardo rispetto a te passa subito neanche avesse il telepass!!!
Altro caso esemplare quello dell'elettore che dice "vado la sera tardi perché così c'è meno gente". Non so se vi ricordate cosa è successo pochi giorni fa...




Numero 0 del 10/02/2001

EDITORIALE
Questo "periodico" (periodico perché il tempo che mi rimane dopo aver studiato e frequentato le lezioni è drammaticamente poco e sparso qua e là), vuole mettere in luce alcune delle stranezze che si vedono, si sentono o si leggono rispettivamente su TV, radio e giornali. Quello che mi fa spesso "rabbrividire" è che a volte sono riportate notizie senza alcun interesse per la popolazione di questo universo, oppure pubblicità che presumono la totale stupidità del genere umano.
L'ho chiamato "Il Distruttore" perchè il suo ideale sarebbe (sottolineo il sarebbe) far capire a questa gente che il quoziente intellettivo di alcuni di noi è leggermente più alto delle temperature minime della vetta dell'Everest in Dicembre.
Tutto questo cercherò di farlo in chiave umoristica mettendo in evidenza il lato divertente della cosa, così per sdrammatizzare un po'. Sperando che vi piaccia (altrimenti non leggetelo, nessuno vi obbliga!), vi lascio alla lettura.

I premi.

Avete notato che ogni volta che c'è l'estrazione di una qualche lotteria (ultimamente quella del 6 Gennaio, quella "della Befana", ma anche ai vari lotto, superenalotto, totocalcio ecc.), sui giornali appaiono titoli del tipo: "Scatta la caccia al vincitore" oppure "Alla ricerca del fortunato possessore del biglietto vincente". Nemmeno fosse un pericoloso criminale. Vengono sguinzagliate intere squadre di reporter per trovare la persona che ha vinto. Magari la persona vorrebbe fare un po' i cavoli suoi. Magari NON vuole far sapere a nessuno che ha vinto. Altrimenti poi vi immaginate quanti parenti che scapperebbero fuori? E amici conosciuti trenta anni fa, che non si fanno sentire da ventinove e che magicamente gli telefonano ricordando eventi di anni e anni prima, magari inventandoseli ("tanto magari non se ne ricorderà..."). Pensate a quel disgraziato che ha vinto. Dico disgraziato, perché per la colpa di aver vinto, viene braccato da giornalisti in cerca di uno scoop, che nemmeno "Chi l'ha visto" farebbe di meglio. Chissà poi cosa chiederebbero? Una cosa semplice del tipo "Come si sente ora?" mi sembra riduttiva. Per uno che ha vinto ci dovrebbe essere un domandone. Una cosa tipo domanda esistenziale. Tipo una domanda da Marzullo, ma di quelle impegnate. Tipo "i soldi non fanno la felicità, ma si può essere infelici con così tanti soldi?". Domande a cui magari il tizio risponderebbe con un semplice "Ma ci andate tutti in c...".

I film

Questa notizia era nella locandina, a caratteri cubitali. Alcune coppie della città dove stampano il quotidiano in questione avrebbero preso parte a film a luci rosse. Ci ho pensato su (alla notizia eh!!!), e mi sono chiesto: dato che molto probabilmente, per la privacy, i nomi non ci saranno stati (non ho comprato quel giornale, oramai ne avevo preso già un altro!), e che così nessuno avrà chiesto l'autografo al vicino di casa neoattore (o neoattrice), quale bisogno c'era di tanto inchiostro sparso?
(Io quasi quasi un'idea ce l'ho. Come si dice, tira più un pelo di ... ...) :-D

I feriti della pubblicità...

Pochi giorni fa mi è capitato di vedere la nuova pubblicità "Red Passion" di un noto 'liquido' (:-D).
Vi ricordate quella precedente, con le due ragazze avvinghiate, di cui una mostrava lo stesso segno di "artigli" dell'uomo? Ok. Avete visto quella nuova? Anche lì lo spot finisce facendo vedere due persone con due ferite simili. Mi domando io, ma non gli è passato per la testa che a fare quello spot finivano feriti e potenzialmente cornuti? L'avranno vista anche loro la pubblicità precedente, o no?

...e quelli che non sanno mai quando stare uin silenzio.

Un'altra pubblicità che mi rende perplesso è quello della compagnia telefonica che ha come punto forte dei suoi spot la frase "Ma lo sai che è aumentato il canone?" seguito da disgrazie più o meno grosse.
Come se a tutti fosse capitato di guidare, sentire alla radio che è stata messa una nuova tassa (tipo la tassa sui bottoni del telecomando del videoregistratore: più ne hai, più paghi!) e fare un frontale con una colonna di autotreni per la sorpresa!
È impossibile! Oramai a cose del genere ci siamo abituati!!!

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