Sostanze chimiche inquinanti



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L' emissione di sostanze chimiche inquinanti o tossiche nell' ambiente avviene tramite diverse fonti :

- scarichi industriali (es.: industrie chimiche)

- trasporti (es. petroliere)

-agricoltura (concimi chimici, erbicidi, insetticidi)

-consumo (es. pitture, contenitori di PVC)

-scarichi civili (es. detersivi)

E' evidente che il problema va affrontato a diversi livelli (locale, nazionale, sovranazionale), ricercando una soluzione globale :
l' inquinamento non conosce confini.

Una primaria esigenza è quella di conoscere e catalogare le sorgenti inquinanti : in alcuni paesi (USA, Canada, Australia, Gran Bretagna, Giappone) sono stati creati e pubblicati i relativi inventari delle sostanze inquinanti, questi possono fornire la base di più ampi programmi di riduzione delle emissioni. 

Esportazione di rifiuti pericolosi (Convenzione di Basilea)

L' esportazione di rifiuti pericolosi nei paesi in via di sviluppo era divenuta una prassi comune negli anni '80; in questo modo le nazioni più sviluppate risolvevano comodamente, e a bassi costi, il problema dei rifiuti, soprattutto industriali.

I paesi che ricevevano i rifiuti  erano spesso impreparati ad un trattamento sicuro, con evidente aumento dei rischi ambientali.

La Convenzione di Basilea ha vietato il trasporto di qualsiasi rifiuto pericoloso da paesi sviluppati (appartenenti all' OCSE) a paesi in via di sviluppo (non OCSE). Il bando (denominato Basel Ban) è operativo dal 31 Dicembre 1997.

Gli ecologisti ritengono che questa decisione debba stimolare la riduzione dei rifiuti tossici, orientando l' industria verso processi/prodotti meno pericolosi per l'ambiente, o incentivando i ricicli.

 

Liste di sostanze pericolose.

Alcune sostanze tossiche sono difficilmente degradabili e persistono a lungo nell' ambiente;  possono accumularsi a grande distanza dai luoghi di emissione, oppure, (essendo spesso liposolubili) concentrarsi nei tessuti adiposi umani o di animali che si trovano al vertice di una catena alimentare (fenomeno di bioaccumulazione).

Le più note fra queste sostanze sono il DDT e i PCB  (Bifenili PoliClorurati), che contaminano largamente gli oceani, tanto da essere stati ritrovati nelle balene ed in altri mammiferi oceanici. 

I PCB persistono nell' ambiente per anni e possono bioaccumularsi fino a 70000 volte .

Vi è ragione di credere che molte altre sostanze inquinanti organiche persistenti ( POP, Persistent Organic Pollutants) contaminino gli oceani.

Una prima lista di POP da bandire è stata concordata sotto gli auspici dell' UNEP ( United Nations Environment Protection); comprende 12 sostanze (o meglio classi di sostanze), soprattutto  insetticidi  clorurati di prima generazione (dieldrin, DDT, toxafene, clordano) e prodotti chimici industriali (PCB), o sottoprodotti  :

-PCB

-DDT

-Diossine (dibenzo-p-diossine)

-Clordano

-Furani  (dibenzo-p-furani)

-Esaclorobenzene

-Aldrin

-Mirex

-Dieldrin

-Toxafene

-Endrin

-Eptaclor

Le dodici sostanze menzionate sono state recentemente bandite dalla Convenzione di Stoccolma (Maggio 2001), con la parziale eccezione del DDT ( necessario in alcuni paesi per la lotta alla malaria)

Altre iniziative sono state intraprese su scala regionale.
Fra queste, particolarmente rilevante la commissione
OSPAR, per l' ambiente marino del Nord Atlantico, attiva dal 22-3-1998 : come primo passo verso l' eliminazione totale delle emissioni di sostanze pericolose nell' ambiente marino  è stata definita una lista di 15 sostanze identificate come prioritarie, fra cui gli idrocarburi poliaromatici (PAH), le paraffine clorurate a catena corta, il mercurio e i suoi composti organici, il cadmio, il piombo e i suoi composti organici, i composti organici dello stagno (compreso il TBT, usato nelle vernici navali), alcuni ftalati (dibutilftalato e dietilesilftalato).

Molte altre sostanze (comprese quelle presenti nella lista UNEP) sono state poste sotto esame da parte dell' OSPAR.

 

Principio cautelativo.

Spesso il danno provocato dalle sostanze chimiche all' ecosistema non è dimostrato scientificamente,  ad eccezione di casi particolari (la riduzione dello strato di ozono e gli impatti massivi, come per incidenti o fuoruscite locali.).

Tuttavia ciò non significa affatto che non vi siano effetti negativi : questi si possono manifestare, spesso in maniera irreversibile, dopo tempi lunghi di esposizione a basso dosaggio. Un caso particolarmente clamoroso è rappresentato dalle intossicazioni di Minamata (Giappone), dovute, come si è scoperto a posteriori) alla dieta ricca di pesce proveniente da acque  inquinate da scarichi industriali contenenti mercurio.

Si va quindi diffondendo, a livello internazionale, il "principio cautelativo" : ridurre l' esposizione senza attendere la prova sicura di tossicità, particolarmente nel caso di sostanze persistenti o che tendano ad accumularsi.