C operti e nudi               

         

 

"... Emersero invece nella luce dei fanali due drappelli di strani individui. Camminavano inquadrati, per tre, con un curioso passo impacciato, il capo spenzolato in avanti e le braccia rigide. In capo avevano un buffo berrettino, ed erano vestiti di una lunga palandrana a righe, che anche di notte e di lontano si indovinava sudicia e stracciata. Descrissero un ampio cerchio attorno a noi, in modo da non avvicinarci, e, in silenzio, si diedero ad armeggiare coi nostri bagagli, e a salire e scendere dai vagoni vuoti.

 

Noi ci guardavamo senza parola. Tutto era incomprensibile e folle. Ma una cosa avevamo capito. Questa era la metamorfosi che ci attendeva. Domani anche noi saremmo diventati così.

 

Levi, Se questo è un uomo, p. 21.

 

 

In Lager si entrava nudi... La giornata del Lager era costellata di innumerevoli spogliazioni vessatorie: per il controllo dei pidocchi, per le perquisizioni degli abiti, per la visita della scabbia, per la lavatura mattutina; ed inoltre per le selezioni periodiche, in cui una "commissione" decideva chi era ancora atto al lavoro e chi invece era destinato all’eliminazione. Ora, un uomo nudo e scalzo si sente i nervi e i tendini recisi: è una preda inerme. Gli abiti, anche quelli immondi che venivano distribuiti, anche le scarpacce dalla suola di legno, sono una difesa tenue ma indispensabile. Chi non li ha non percepisce più se stesso come un essere umano, bensì come un lombrico: nudo, lento, ignobile, prono al suolo. Sa che potrà essere schiacciato ad ogni momento.

 

Levi, I sommersi e i salvati, p. 90.

 

 

 

Un’artista che era stata comandata a preparare tavole mediche per un medico nazista fu da questi salvata quando il resto del campo delle famiglie ebree ceche fu selezionato per la camera a gas:

 

(Q)uando i prigionieri erano costretti a marciare nudi davanti ai medici delle SS, per la grande umiliazione di Eva C. (resa ancora peggiore dal fatto che ella li conosceva): "Potei cogliere con la coda dell’occhio lo sguardo (di Konig) puntato dritto sui miei occhi e su nessun’altra parte, e fui molto grata per questo." Ella sentiva che la stava rassicurando "che tutto sarebbe andato bene, che mi era amico": "Sentii che si preoccupava per me."

 

Lifton, p. 233

 

 

 

L’internata Olga Lengyel:

 

Avevo un gran bisogno di una fascia per tenermi su i mutandoni... Nell’immondezzaio, per un meraviglioso colpo di fortuna, trovai tre pezzetti di spago che potevano essere legati insieme e servire allo scopo... sentii d’essere diventata una donna ricca nel campo.

 

Friedrich, p. 43.

 

 

 

      

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