x come raggi               

           

 

Tra gli esperimenti medici eseguiti nel Blocco 10 ve n’era uno che prevedeva la sterilizzazione di prigionieri inconsapevoli tramite raggi X. Erano eseguiti da Horst Schumann, un medico nazista che era già stato coinvolto in precedenza in casi di morte per eutanasia e che arrivò ad Auschwitz nel 1941:

 

I soggetti degli esperimenti – donne e uomini relativamente sani e giovani, tra i diciotto e i ventiquattro anni, ottenuti dai campi tramite un ordine del giorno precedente – erano fatti allineare in una sala d’aspetto e portati in laboratorio uno ad uno, spesso del tutto ignoranti di ciò che stava per esser fatto loro. Le donne erano messe tra due piastre che premevano loro l’addome ed il dorso; gli uomini dovevano mettere il pene e lo scroto su uno speciale piatto. Schumann stesso azionava la macchina, che faceva un gran rumore… molte donne rientrarono con quelle che Marie L. definì "grosse ustioni", che potevano infettarsi e mettere molto tempo a guarire; e molte svilupparono velocemente sintomi di peritonite, tra i quali febbre, forti dolori e vomito. Non molto dopo i raggi X, le ovaie delle donne erano rimosse chirurgicamente, spesso in due interventi separati…

 

Lifton, pag. 282

 

 

 

Tra le donne si verificavano pleuriti, suppurazioni, aggravamento della tubercolosi polmonare, e decessi. Per quanto riguardava gli uomini, dopo i raggi X se ne raccoglieva lo sperma ("la prostata veniva brutalmente stimolata con pezzi di legno inseriti nel retto") e prima o poi uno od entrambi i testicoli erano rimossi chirurgicamente, dando luogo ad emorragie, setticemia e alla morte.

 

Lifton, pag. 282

 

 

 

Un’ebrea greca descrisse il suo terrore alla vista riflessa "del sangue uscire fuori quando mi aprirono la pancia"; e poi, dopo le due operazioni, "pus – come una voragine da una ferita infetta, e la febbre alta… polmonite. Il mio corpo si gonfiò, e se premevo sul braccio restavano i segni (un edema). Mi diedero una medicina. Ero paralizzata… non riuscivo a muovermi. L’intero corpo mi si era gonfiato." Per giunta: "Sapevamo d’essere come un albero senza frutto… l’esperimento era che loro ci distruggevano gli organi… piangevamo insieme per questo", e "presero noi perché non avevano conigli."

 

Lifton, pag. 282

 

 

 

 

Dopo la guerra, il dott. Schumann fuggì in Africa dove, cosa notevole, lavorò instancabilmente in luoghi remoti salvando vittime della malattia del sonno e descrisse se stesso come un uomo che "aveva trovato la serenità e la calma necessarie all’equilibrio morale di un essere umano." Nel 1966 fu estradato in Germania dove, fortemente indebolito dopo diversi anni di carcerazione, fu rilasciato senza processo. In prigione alternava affermazioni quali "quel che facemmo fu terribile" ad altre in cui negava o difendeva le proprie azioni. Morì nel 1983.

 

Lifton, pag. 284

     

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