Introduzione
«Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio, però, spiegarlo a chi
me lo chiede, allora non lo so più»
Così Agostino scrisse a proposito del tempo, l'ente che regola la nostra via, che ne
detta i ritmi, comunque così sfuggevole al nostro controllo: avanziamo
"insieme" o attraverso esso indipendentemente dalla nostra volontà, e il nostro
spostamento avviene sempre nella medesima direzione, dal passato al futuro, sempre con la
stessa velocità, 24 ore al giorno. Non si può tornare indietro nemmeno un secondo, né
balzare in avanti per vedere il futuro.
La particolarità di questo ente è che assume una dimensione personale. Il paziente che
aspetta l'ora dell'operazione seduto su un lettino in una camera di ospedale percepisce il
tempo in maniera diversa da un altro uomo che si trova al cinema. Molto spesso ci accade
di rimanere soprappensiero, lasciando che la nostra mente spazi senza restrizione in tutte
le direzioni, in ogni luogo. Quando ci si sveglia da questo sonno ci si accorge che sono
passati cinque minuti secondo il nostro orologio,quasi un eternità per noi.
Nemmeno la scienza ci viene in soccorso, visto che all'inizio di questo secolo ci si è
accorti che il tempo non è assoluto, ma varia in relazione alla velocità di ogni
osservatore. Anzi, lo studio scientifico del tempo si è dimostrato fonte di turbamento,
di sconcerto, di sorprese.
Questo ipertesto tratterà dunque il tempo in tre momenti diversi:
il primo, quella della teorizzazione della scienza, quindi quello delle descrizioni
esistenziali, ed infine il tempo che assume una dimensione collettiva nella storia.
Si può navigare in questo ipertesto in tre modi diversi: