La
riforma Liturgica ha portato il popolo cristiano a una maggiore comprensione del
mistero della Salvezza. La Chiesa, durante l’anno liturgico, ricalcando l suo
cammino fa vivere i diversi tempi di essa proponendo, anche, degli esempi
illustri di questa storia: i Santi. In
ogni paese, infatti, si fanno festeggiamenti in onore dei Santi Protettori o
Titolari delle parrocchie. La Chiesa li propone ai popolo cristiano come stimolo
per vivere il Vangelo, come loro lo hanno vissuto. Molte volte, purtroppo, si
tralascia o si mette in sordina quello che è
essenziale e si pensa di più alla “formalità”. Si costituisce un comitato per la festa che raccoglie le
offerte dal popolo, per pagare un cantante in concerto che non c’entra niente
con il santo. Si fa una processione spettacolare, con la giunta comunale che fa
da cornice eccellente e che, spesso, nemmeno lontanamente rivolge una preghiera
al santo, perché deve apparire, come di fatto a volte è, agnostica: con la
banda musicale che esegue marce militari, come se il santo andasse in guerra: e
poi.. una marea di gente che
chiacchiera. sorride, pensa a tutt’ altro che a pre-gare. Dovè il vero
spirito della festa religiosa? Perché non dare risalto, valorizzare e
coinvolgere le forze della Comunità ecclesiale “es. banda in concerto,
giochi, festival e concerto di giovani con canti di impegno e valore
sociale...). Certo, è più comodo e sbrigativo assoldare qualcuno che poi,
magari, prende in giro il Santo e i valori da lui testimoniati. Se vogliamo
veramente rievangelizzare, tornare alla radice Gesù, giungere al Giubileo, al
terzo millennio con spirito rinnovato dobbiamo capire, specialmente i Parroci, i
consiglieri pastorali, tutti gli organismi di partecipazione… che anche le
feste, fuori del Tempio devono servire ad educare e a edificare il popolo santo
di Dio.