ORIENTAMENTI SOCIALI DELLA CHIESAForum a Cefalù

Fra tutte le attività diocesane, quella che il nostro Vescovo, Mons. Rosario Mazzola ha cercato di spingere di più in questi ultimi anni è senza dubbio la Pastorale sociale che comporta impegno del cristiano nella politica. A questo scopo, sono stati organizzati a Cefalù, degli incontri con esperti per offrire ai laici l'opportunità di comprendere meglio l’attuale momento storico. Nel primo incontro, SE. Mons. Fernando Charrier, Vescovo di Alessandria e Presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali, ha fatto un'attenta analisi della situazione attuale e ha tracciato dei percorsi che possono così sintetizzarsi:

I) Introdurre nella catechesi la dottrina sociale della Chiesa;

2) Formare la comunità all'impegno sociale e politico;

3) Capire le ragioni per cui la Chiesa deve interessarsi alla politica.

Non dobbiamo dimenticare che la chiesa è missionaria e deve annunciare e testimoniare il Vangelo, sempre e in ogni luogo, e che il cristiano che ne fa parte per diritto deve essere la sua anima. Bisogna riscoprire l’amore di Dio Padre che da sempre ha cercato l'uomo, lo ha amato e lo ha salvato donandoci il suo unico Figlio. Nei momenti più difficili, l'uomo guarda alla Chiesa e questa ha il dovere di farsi carico dei suoi bisogni e di aiutarlo. Nel secondo incontro, P. Sorge, ha « trattato il tema "Orientamenti sociali e, rivalutando la missionarietà dei laici, ha messo in evidenza come le strutture della società siano diventa- te un colabrodo e hanno perduto l'unicità dei valori. Tutto è diventato relativo e soggettivo; si sono perse le evidenze etiche. L'uomo si è allontanato da Dio; non ha più Dio come modello di vita. C'è urgente bisogno di una ricostruzione morale del credente impegnato e dell'uomo in genere: se non si recupera l`etica, le riforme del tipo `tanto per cambiare", che ormai proliferano numerose, non servono a niente. In una società poìvalente non può esistere il monocentrismo culturale, bisogna trovare una soluzione di cambiamento vero, offerta dal Concilio con l'indicazione di tre vie "rivoluzionarie ed esplosive":

1) una maggiore presa di coscienza, da parte della Chiesa della sua natura religiosa e della sua missione spirituale che non esclude impegno nella politica, intesa come servizio alla persona;

2) la rivalutazione dei laici ai quali viene riconosciuta una propria missione che proviene da Dio, per mezzo del Battesimo. Senza un laicato maturo non c'è Chiesa;

3) la crisi della Chiesa clericale. La "laicità" ha posto fine al confessionalismo, cioè alla strumentalizzazione della fede e ha favorito la rivalutazione delle attività temporali, evidenziando che facendo bene il proprio lavoro si glorifica Dio.

La Chiesa si interroga su questi problemi e ci viene incontro con il progetto culturale della CEI che ha lo scopo di costruire in Italia un nuovo tessuto sociale, di rafforzare il piano socio-culturale, quello cioè della democrazia matura e della responsabilità civile che si colloca tra il piano pastorale e quello partitico. Tra il piano pastorale e quello partitico vi è quello intermedio o pre partitico cioè della società civile. La prima ricaduta del progetto culturale dovrebbe essere nel sociale, con la promozione della persona e della giustizia. Bisogna capire che fare politica è l'atto più grande di carità, I cattolici devono essere il fermento, il lievito e il sale non la minestra. Occorre pensare politicamente per non rimanere emarginati e non farsi strumentalizzare. Si deve formare una classe politica con qualità morali, spirituali e professionalmente valida: cattolici politici e non politici cattolici.

Leonardo Raia