La croce non è la fine, ma la vita

Aprile, mese pasquale per eccellenza, ci invita a una riflessione sull'evento centrale dei cristianesimo: la Resurrezione di Cristo. Si, è proprio la Resurrezione il centro della nostra fede eppure tanta gente si ferma alla morte di Cristo, prova ne è l’affluenza delle persone il Venerdì Santo e la scarsa partecipazione invece, alla Veglia Pasquale, la notte del Sabato Santo. Come si spiega tale atteggiamento? La gente vuole fatti concreti"! Con la morte di Gesù siamo di fronte ad un fatto "umano" e "visibile", ma per quanto riguarda la Resurrezione non cè niente nè di umano nè di visibile. E vero è u evento complesso, inspiegabile che si radica nel tempo e nello spazio cioè nella morte e in una tomba improvvisamente vuota, ma esso fiorisce nell'eterno e nel divino, per questo esige un analisi nella fede. Nessuno ha mai visto la Resurrezione in sé. Due sono gli elementi che le donne recatesi al sepolcro hanno visto: il primo è la pietra ribaltata (superamento della morte), quindi la tomba vuota che conserva le tracce di un morto non più presente: le bende per terra e il sudario. I secondo elemento è l'esperienza del divino che irrompe nella storia rappresentato dal Vangelo che dice: `E' Risorto". Siamo dunque di fronte a un "mistero" ad una realtà che supera l'orizzonte umano. Ma ciò che è stato evidente sono stati gli effetti derla Resurrezione cioè l'esperienza che gli Apostoli hanno fatto del Risorto che ha cambiato totalmente la loro vita, ora non sono più timorosi, sono pronti a testimoniare la propria fede, ad annunciare la `Buona Novella". A noi forse manca questa esperienza, la Croce non è la fine, non fermiamoci a contemplare la morte, ma guardiamo alla vita, a Cristo.

Rosalia Iovino