"Enoc, dopo aver
generato Metusela, camminò con Dio trecento anni e generò figli e figlie."
Genesi 5:22.
"Per fede Enoc fu
rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva
portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di
essere stato gradito a Dio." Ebrei 11:5.
Leggendo attentamente il testo di Genesi e poi quello d'Ebrei e confrontandoli, possiamo notare che "camminare con Dio" diventa sinonimo di "piacere a Dio".
Alcune persone sono restie a prendere seriamente in considerazione la possibilità di camminare con Dio, perché sono convinte che Dio sia un "padrone troppo duro", e che per l'uomo sia cosa troppo difficile mettere in pratica la volontà di Dio.
Molti considerano i precetti di Dio fondamentalmente contrari al carattere dell'uomo e per tanto ritengono inutile e svantaggioso sforzarsi di camminare con Dio, o adoperarsi per piacergli, ma regolarmente la Parola di Dio smentisce le nostre convinzioni, le nostre scuse, e grazie all'esempio di uomini come Enoc, Abramo, Mosè, Elia e altri ancora, la Scrittura ci mostra che è possibile per l'uomo camminare con Dio e piacergli.
Certo potremmo dire che Enoc era un uomo speciale, e anche se non conosciamo molte cose sul suo conto possiamo arguire da alcuni testi (Giuda 14-15 - "Per loro pure profetizzò Enoc, il settimo da Adamo, dicendo: Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi per fare giudizio contro tutti, e per convincere tutti gli empi di tutte le opere d'empietà che hanno empiamente commesse, e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno proferiti contro di lui".) che era un predicatore fervente, il quale annunciava con franchezza la Parola di Dio, Abramo fu chiamato ad essere "padre di molte nazioni", ma non dimentichiamoci mai che fondamentalmente erano uomini come noi sottoposti alle nostre stesse passioni: "Elia era un uomo sottoposto alle stesse passioni che noi, e pregò ardentemente che non piovesse, e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Pregò di nuovo, e il cielo diede la pioggia, e la terra produsse il suo frutto". Giacomo 5:17.
Come uomini commisero degli errori,
ma con il loro esempio di umiltà, sottomissione, fede perseverante e costanza
nella speranza, ci dimostrano che per ogni uomo è possibile camminare con
Dio e piacergli, un cammino che inizia per fede, prosegue per fede, giunge
al termine per fede. (piacciamo per fede, camminiamo per fede).
L'uomo è per natura nemico di Dio, la Scrittura specifica che per natura ogni uomo è "figlio d'ira" Efesini 2, una parola dura da digerire per molti che si reputano giusti, pieni di buoni sentimenti, ma ciò non cambia la realtà delle cose, non sono le nostre buone azioni, le nostre sensazioni che possono ristabilire il rapporto di amicizia con Dio.
L'inimicizia nei confronti di Dio si è manifestata sin dal principio, Adamo non solo peccò, ma nel tentativo di giustificarsi accusò Eva, la donna che Dio gli aveva messo accanto, e sempre nello scorrere della storia l'uomo ha manifestato la sua avversione nei confronti di Dio, ribellandosi alla Sua volontà, disprezzando la Sua Parola, innalzando se stesso, unendosi all'opera del diavolo per distruggere le opere di Dio, crocefiggendo Gesù, colui che Dio ha mandato per salvare il mondo.
E' evidente che nessuno passa del tempo a passeggiare con qualcuno che odia, pertanto è necessario che chi desidera camminare con Dio sia prima di tutto liberato da quest'inimicizia, anche se questa a volte è coperta, nascosta da un manto religioso (esempio Paolo sulla via di Damasco).
La causa di quest'inimicizia è la
legge del peccato, che abita nell'uomo, una forza che governa e che domina la
vita delle persone, ma Dio per mezzo della potenza dello Spirito Santo libera
tutti quelli che per fede riconoscono in Cristo il loro Salvatore, e benché
sappiamo che ancora il peccato abita nella nostra carne, ed il suo totale
dominio sarà distrutto solo quando saremo alla presenza del Signore, oggi però
in qualità di figli di Dio e servi della giustizia non siamo più costretti ad
ubbidirgli, certamente il male che ancora si manifesta in noi cercherà di
opporsi al bene, ma ubbidendo allo Spirito Santo noi possiamo vincere il male
con il bene. Rom.8:1:4.
Amos 3:3. "Due uomini camminano eglino assieme, se prima non si
sono concertati?"
Non solo dobbiamo essere liberati dall'inimicizia, ma dobbiamo essere riconciliati con Dio.
Qui si manifesta l'errore di
tante persone che si affaticano in mille modi e in mille maniere, per cercare
di guadagnarsi il favore di un Dio adirato e offeso, ma quello che dice la
Scrittura è ben diverso, non siamo noi che possiamo fare un'offerta di pace a
Dio, ma è Lui, Dio, la parte offesa che ci offre la riconciliazione per mezzo
di Cristo, "Giustificati per fede abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù
Cristo"Rom.5:1. Dio non ha bisogno di essere riconciliato con noi,
siamo noi che dobbiamo essere riconciliati con Lui: "Perché, se mentre eravamo
nemici siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte del suo Figliolo,
tanto più ora, essendo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita".
Romani 5:10.
Alcuni personaggi della Bibbia
possono farci capire quali sono le qualità necessarie per camminare con Dio:
Abramo = fede, Mosè = umiltà e mansuetudine, Elia = ubbidienza.
Riconoscere i suoi tempi e
rispettare la Sua tabella di marcia, (Num.
9:15-23), seguire attentamente le sue direttive, esempio Elia, I Re 17:3, 8.
L'ubbidienza a Dio non consiste
nell'assoggettarsi passivamente a delle regole, ma viene piuttosto dal
desiderio di piacere a Dio e dalla consapevolezza che l'ubbidienza ai suoi
comandamenti è fonte di benedizione.
Salmo 119:33-35.
"Come dunque avete ricevuto
Cristo Gesù il Signore, così camminate uniti a lui, essendo radicati ed
edificati in lui e confermati nella fede, come v'è stato insegnato, e
abbondando in azioni di grazie. Col.2:6.
Camminare insieme significa fare della strada insieme, condividere le stesse esperienze, significa essere nello stesso posto insieme, la dove c'è perdono c'è Cristo, dove c'è pace c'è Cristo, dove c'è amore c'è Cristo.
Noi dobbiamo camminare uniti, in
comunione con il Signore anche quando le circostanze sono avverse e negative: "Se
uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, quivi sarà anche il mio servitore;
se uno mi serve, il Padre l'onorerà". Giov.12:26, se noi saremo
uniti a Lui, Lui sarà unito a noi, in comunione con noi, insieme a noi, vicino
a noi in ogni nostra circostanza: "Ma ora così parla l'Eterno, il tuo
Creatore, o Giacobbe, Colui che t'ha formato, o Israele! Non temere, perché io
t'ho riscattato, t'ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando passerai per delle acque, io sarò teco; quando traverserai
de' fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non ne sarai
arso, e la fiamma non ti consumerà". Isaia 43:1-2.
"L'Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà. Egli mi fa giacere in
verdeggianti paschi, mi guida lungo le acque chete. Egli mi ristora l'anima, mi
conduce per sentieri di giustizia, per amor del suo nome. Quand'anche
camminassi nella valle dell'ombra della morte, io non temerei male alcuno,
perché tu sei meco; il tuo bastone e la tua verga son quelli che mi consolano.
Tu apparecchi davanti a me la mensa al cospetto dei miei nemici; tu ungi il mio
capo con olio; la mia coppa trabocca. Certo, beni e benignità m'accompagneranno
tutti i giorni della mia vita; ed io abiterò nella casa dell'Eterno per lunghi
giorni". Salmo 23.
Niente è più bello che seguire il Signore nella piena
consapevolezza che ci sta guidando nella direzione giusta, è un vero riposo per
l'anima stanca e preoccupata, certamente il nemico cercherà di spaventarci:
"non ce la farai ad andare fino in fondo, sei debole, è troppo difficile
per uno come te, prima o poi cedi, vedrai che la paura della morte e della
malattia ti faranno cedere", non ascoltiamo la voce del leone ruggente,
ascoltiamo la voce del buon pastore, in Lui abbiamo la vittoria, "nel
mondo avrete tribolazione, ma fatevi animo Io ho vinto il mondo".
Giov.16:33
"Da questo conosciamo che
siamo in lui: chi dice di dimorare in lui, deve, nel modo ch'egli camminò,
camminare anch'esso". 1Giov.2:6. Significa camminare in modo degno
dell'evangelo, onorare la posizione in cui Dio ci ha posti in Cristo Gesù.
"O uomo, egli t'ha fatto
conoscere ciò ch'è bene; e che altro richiede da te l'Eterno, se non che tu
pratichi ciò ch'è giusto, che tu ami la misericordia, e cammini umilmente col
tuo Dio?" Michea 6:8. Seguire l'esempio di Cristo. "Perché
a questo siete stati chiamati: poiché anche Cristo ha patito per voi,
lasciandovi un esempio, onde seguiate le sue orme..." I Pietro 2:21.
Se diciamo di camminare, sarebbe assurdo che con il trascorrere del tempo ci ritrovassimo sempre fermi al punto di partenza.
L'azione del camminare comporta un avanzamento, la Parola ci consiglia di: Camminare nell'amore, camminare per lo Spirito, crescere nella grazia e nella conoscenza.
Purtroppo alcuni credenti al
posto di correre la gara restano fermi alla partenza: "Poiché, mentre per ragion
di tempo dovreste esser maestri, avete di nuovo bisogno che vi s'insegnino i
primi elementi degli oracoli di Dio; e siete giunti a tale che avete bisogno di
latte e non di cibo sodo..." Ebrei 5:12.
"Camminate per lo Spirito e non adempirete i desideri della carne". Galati 5:19.
Per desideri della carne non
intendo dei peccati grossolani, ma tutte quelle piccole banalità quotidiane che
troppo spesso tolleriamo e che infestano il nostro cammino spirituale, quella
tendenza a soddisfare tutte le nostre voglie emotive e materiali senza curarci
se ciò è in armonia con la volontà di Dio, e così alcuni credenti al posto di
essere spirituali, che non significa assumere l'atteggiamento da santone ma
significa ubbidire allo Spirito e fare delle scelte in armonia con lo Spirito
Santo, sono carnali, cioè sottoposti ai desideri della carne, del proprio io,
Dio ci chiama a separare il vile dal prezioso.
Enoc non si limitò a camminare
con Dio per qualche giorno quando gli faceva più comodo, ma camminò con Dio per
trecento anni, ci vuole costanza: "Poiché voi avete bisogno di costanza,
affinché, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate quel che v'è
promesso". Ebrei 10:36.
Dio a messo a nostra disposizione strumenti validi, efficaci per rendere il nostro cammino perseverante e sicuro.
"Ma tu persevera nelle cose che hai imparate ..." II Tim.3:14
II Pietro 1:18. Pietro era stato un testimone oculare della
maestà di Gesù, riteneva importante ciò che aveva udito sul monte santo, ma non
dimenticava e riteneva altrettanto importante la Parola profetica, la Scrittura
ispirata dallo Spirito Santo. Purtroppo alcuni si affidano solo a sogni e
visioni, e a sedicenti "annunci profetici" senza considerare e
approfondire gli insegnamenti, e la conoscenza della Parola, altri
"spengono lo Spirito", diventando dei freddi intellettuali religiosi,
Paolo c'insegna una via equa: "Non spegnete lo Spirito, e non
disprezzate la profezia, ma esaminate ogni cosa, e ritenete il bene". II
Tess.5:19.
"Questo libro della legge
non si diparta mai dalla tua bocca, ma meditalo giorno e notte, avendo cura di
mettere in pratica tutto ciò che v'è scritto; poiché allora riuscirai in tutte
le tue imprese, allora prospererai. Non
te l'ho io comandato? Sii forte e fatti animo; non ti spaventare e non ti
sgomentare, perché l'Eterno, il tuo Dio, sarà teco dovunque andrai '".
Giosuè 1:8-9.
"Tutti quelli che sono figli di Dio sono condotti dallo Spirito Santo". Rom.5:14
Egli è colui che ci guida in
tutta la verità, non per mezzo delle nostre fantasie ma per mezzo della Parola,
Egli è il Consolatore, cioè è Colui che ci è vicino, che ci aiuta nelle
difficoltà, "Io non vi lascio soli..", Gesù, l'Emanuele, Dio con
noi, non ci ha lasciati soli nel cammino, ci ha mandato lo Spirito Santo, il
Paracleto, un altro come Lui, cioè Dio sempre con noi, in noi, come Gesù fece
ardere i cuori dei due discepoli sulla via di Emmaus, allo stesso modo lo
Spirito Santo fa ardere i nostri cuori dell'amore e della gioia dello Spirito
Santo.
Se vogliamo perseverare nel
cammino, come Gesù perseverò fino alla fine, dobbiamo pregare costantemente
come Lui pregava, "come era solito fare", in disparte, nella solitudine
cercando la comunione con il Padre, "vegliate e pregate", "non
cessate mai di pregare", quando le cose vanno bene e quando vanno
male.
Leggendo dal versetto 22 del
capitolo 5, fino al versetto 10 del capitolo 6 della lettera agli Efesini
vediamo che il Signore ci chiama ad ubbidire ad alcune regole fondamentali,
affinché possiamo condurre la nostra vita secondo la sua volontà, ma vi è poi
un altro tipo di combattimento per il quale è necessario equipaggiarci
adeguatamente, parla di un combattimento spirituale e di armi spirituali, le
quali diverranno efficaci per mezzo della preghiera, Efesini 6:11-12.
"Guardati bene dal
dimenticare il tuo Dio, l'Eterno, al punto da non osservare i suoi comandamenti,
le sue prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do; onde non avvenga, dopo che
avrai mangiato a sazietà ed avrai edificato e abitato delle belle case,dopo che
avrai veduto il tuo grosso e il tuo minuto bestiame moltiplicare, accrescersi
il tuo argento e il tuo oro, ed abbondare ogni cosa tua, che il tuo cuore
s'innalzi, e tu dimentichi il tuo Dio, l'Eterno, che ti ha tratto dal paese
d'Egitto, dalla casa di schiavitù; che t'ha condotto attraverso questo grande e
terribile deserto, pieno di serpenti ardenti e di scorpioni, terra arida,
senz'acqua; che ha fatto sgorgare per te dell'acqua dalla durissima rupe; che
nel deserto t'ha nutrito di manna che i tuoi padri non avean mai conosciuta,
per umiliarti, per provarti, per farti, alla fine, del bene. Guardati dunque
dal dire in cuor tuo: ' La mia forza e la potenza della mia mano mi hanno
acquistato queste ricchezze '; ma ricordati dell'Eterno, dell'Iddio tuo; poiché
egli ti dà la forza per acquistar ricchezze, affin di confermare, come fa oggi,
il patto che giurò ai tuoi padri". Deuteronomio 8:11-18.
Se consideriamo la creazione, restiamo stupiti per la sua grandezza, e ancora di più il nostro cuore si commuove pensando che il Creatore di tutto ciò è Colui che allo stesso modo ci ha fatto in modo meraviglioso e che nello stesso tempo con infinito amore si prende cura delle sue creature.
Noi sappiamo che ogni capello del nostro capo è contato da Dio, Egli ci conosce personalmente, Egli si prende cura personalmente di ciascuno dei suoi figlioli, ma a volte rischiamo di essere troppo generici.
Proviamo a meditare sulla grandezza di ciò che Dio ha fatto per me e per te, ragiona in termini individuali, concentrati sull'opera che sta portando a compimento nella tua vita, ripensa alle meraviglie che già ha compiuto per te, sono la dimostrazione che ti ama, se lo ha fatto in passato continuerà a farlo, la sua provvidenza non cesserà, "colui che non ha risparmiato il suo Figliolo, ma lo ha dato per noi come non ci darà tutte le altre cose con Lui", Rom.8:32, questa è la certezza che ci dà il coraggio di perseverare, pur sperimentando avversità e combattimenti.
Quando parliamo della provvidenza di Dio, però non dobbiamo pensare solo alle cose piacevoli, non dimentichiamoci che anche le prove, la disciplina del Signore sono una sua opera di provvidenza nella nostra vita, Egli corregge i Figlioli che ama per il loro bene.
"Il ferro forbisce il ferro;
così un uomo ne forbisce un altro". Proverbi 27:17.
E' pur vero che la salvezza è una questione personale, la fede è personale, "Enoc camminò", non dice che camminò insieme ad altri, coinvolto nella fede di altri, sostenuto da altri, egli era solo. Il nostro rapporto con Dio deve essere di natura individuale, ma questo non significa separarsi dagli altri, escludersi, anzi se vogliamo adempiere alla volontà di Dio e alla preghiera di Gesù siamo chiamati ad essere un solo corpo un solo pane, non solo facciamo parte dell'edificio spirituale che Dio sta innalzando per contenere la sua gloria, e per tanto non possiamo essere pietre sparpagliate qua e la ma dobbiamo anche imparare a confrontarci con i fratelli in Cristo.
Confronto non significa scontro,
significa camminare insieme anche se non tutte le nostre idee combaciano
l'importante è che l'obbiettivo della nostra fede sia lo stesso: "il
Signore Gesù e la sua gloria".
Dio ci onora chiamandoci a
servirlo nonostante la nostra indegnità: "Io rendo grazie a colui che mi ha reso
forte, a Cristo Gesù, nostro Signore, dell'avermi egli reputato degno della sua
fiducia, ponendo al ministerio me, che prima ero un bestemmiatore, un
persecutore e un oltraggiatore; ma misericordia mi è stata fatta, perché lo
feci ignorantemente nella mia incredulità;" I Tim.1:12-13.
Gesù ha detto che non ci considera come dei semplici servi, ma come amici. Ricordiamo come Dio onorò Abramo mettendolo al corrente dei suoi piani, Gen.18:16-21, "il segreto dell'Eterno è per quelli che lo temono".
In Cristo Dio ci onora della più
alta posizione, Efesini 1:3, elevati
nei luoghi celesti.
Servire il Signore è piacevole,
non è un peso, non si tratta di caricarsi di penitenze e sacrifici, il Regno di
Dio non è fatto di queste cose: "perché il regno di Dio non consiste in
vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito
Santo". Romani 14:17.
Facciamo attenzione a non farlo
diventare noi, un peso sgradevole per altri, "guai a voi scribi, farisei
perché caricate...". Luca 11:46.
Camminare con il Signore è
piacevole perché Lui riscalda i nostri cuori anche nei momenti di tristezza,
ricordiamoci dei due discepoli sulla via d'Emmaus.
Ma se è veramente così piacevole camminare con Dio, come mai molti sono perseguitati, malati, provati, tentati, disprezzati? "Beati voi quando vi oltraggeranno, e vi perseguiteranno e mentendo contro di voi diranno ogni sorta di male, rallegratevi e giubilate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli". Matteo 5:11-12.
Per fede continuiamo a credere che "le sofferenze del tempo presente sono poca cosa di fronte alla gloria del cielo" Romani 8:18, crediamo che nessuna prova o sofferenza potrà mai privarci dell'amore e della comunione con Cristo, crediamo che anche le prove abbiano un senso se affrontate con la fede in Cristo, servono per renderci più simili a Lui, più pazienti, più umili.
Gesù ci consola nelle prove
affinché a nostra volta noi consoliamo chi è afflitto, la sofferenza a volte fa
in modo che il "crescere in grazia e conoscenza", non sia solo
dottrina, ma esperienza di comunione con Cristo e con le sue sofferenze.
Non è piacevole camminare con Dio quando vogliamo fare la nostra volontà, allora diventa un cammino pesante, sgradevole e siamo insoddisfatti, senza pace.
Molte persone e tra questi anche
credenti, sono insoddisfatte, frustrate, il loro cammino piuttosto che nella
luce è tenebroso e grave, non ha nulla di piacevole, questo perché i loro
desideri sono rivolti esclusivamente verso se stessi, sono egocentrici, vivono
solo per soddisfare il proprio io, vogliono possedere tesori su
questa terra, ricchezze, ambizioni, vanità, ma tutte queste cose impediscono
all'amore di Dio di soddisfare il loro cuore. I Giov.2:15-17.
Il concetto di felicità secondo il cuore di Dio si trova nel "perdere la propria vita", vi è più gioia nel dare che nel ricevere. Se saremo troppo concentrati su noi stessi, saremo troppo preoccupati.
Al contrario diventa piacevole
potersi spendere per il Regno di Dio, quante ansie e quante tristezze ci
risparmieremmo sapendo che Lui, l'Onnipotente Dio, si prende cura dei suoi
figlioli sempre.
"Or i settanta tornarono con
allegrezza, dicendo: Signore, anche i demoni ci sono sottoposti nel tuo nome.
Ed egli disse loro: Io mirava Satana cader dal cielo a guisa di folgore. Ecco, io v'ho dato la potestà di calcar
serpenti e scorpioni, e tutta la potenza del nemico; e nulla potrà farvi del
male. Pure, non vi rallegrate perché gli spiriti vi son sottoposti, ma
rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti ne' cieli". Luca 10:17-20.
L'onore, la gioia maggiore che
noi possiamo vivere, è nella consapevolezza che abbiamo un posto preparato
nella casa del Padre.
Enoc camminò con Dio, continuò a
camminare con Dio, la conclusione del suo cammino la conosciamo, fu rapito in
cielo, questo è il destino di tutti coloro che camminano con Dio, e noi
sappiamo che spiritualmente Enoc è la figura della chiesa che sarà rapita prima
dei giudizi che cadranno sulla terra, il nostro pellegrinaggio ci conduce alla
gloria del cielo, dove eternamente vivremo nella gloria di Dio.
Esorto i non credenti ad iniziare a camminare con Dio "Perché molti camminano (ve l'ho detto spesso e ve lo dico anche ora piangendo), da nemici della croce di Cristo; la fine de' quali è la perdizione, il cui dio è il ventre, e la cui gloria è in quel che torna a loro vergogna; gente che ha l'animo alle cose della terra". Filippesi 3:18-19.
Sempre nella Bibbia è scritto:
"Vi è una tal via che all'uomo sembra giusta ma che finisce col portare alla morte", oggi vi è la possibilità di scegliere per quale strada camminare e con chi percorrerla. Puoi camminare con Dio, sostenuto dalle sue braccia eterne, oppure camminare secondo i tuoi desideri, ma pur sempre sotto il peso del peccato, in balia dell'incertezza, confidando sulle instabili forze.
Se sei stanco di camminare curvo sotto il peso del tuo peccato, delle tue angosce puoi decidere oggi di "gettare il tuo peso sull'Eterno ed Egli ti sosterrà", il salmista dice: "benedetto sia il Signore che giorno dopo giorno porta i nostri pesi".
Voglio anche incoraggiare i credenti a "non seguire Gesù da lontano", a non essere tiepidi nel cammino, a prendere responsabilità camminando con fermezza nelle vie del Signore, "fatevi dei sentieri dritti per i vostri passi, affinché anche coloro che zoppicano non vadano fuori strada, ma che piuttosto siano guariti"Ebrei 12:13.
Ricordati che il tuo cammino deve essere una traccia per coloro che ti seguono, chiediti oggi dove li stai conducendo! A Cristo, o verso un'apparenza religiosa, alla vita o alla morte?
Amen
Missione Cristiana Evangelica
per la diffusione dell'Evangelo
Via Mazzini, 22 - 20090 SEGRATE MI
Tel. 0339-8917053 02-9241553 02-92105133
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Orario delle riunioni:
Domenica 10,30 Culto - Mercoledì 20,30
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