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Chi si prende cura di te?

 

Testo: Ebrei 4:14-16.

 

"Avendo noi dunque un gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figliuol di Dio, riteniamo fermamente la professione della nostra fede. Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato tentato come noi, però senza peccare. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno".

 

Penso che tutti quanti noi, nell'arco della vita abbiamo avuto il desiderio di sentire vicino qualch'uno che si prenda cura di noi, che s'interessi dei nostri problemi, che difenda la nostra causa, che sappia capirci e consolarci. Desiderio di per se stesso lecito, ma non sempre realizzabile, spesso nei problemi ci sentiamo soli, non si trovano orecchie disposte ad ascoltare, bocche che sappiano consolare, mani che sappiano sostenere, ciascuno ha già il suo fardello da portare, ma il brano della lettera agli ebrei che abbiamo letto ci parla di qualch'uno che è disposto a prendersi cura di noi, a difendere la nostra causa, a "simpatizzare con noi", nelle difficoltà, nelle sofferenze, un Sommo Sacerdote il cui nome è Gesù Cristo, il Figlio di Dio.

 

Perché un Sommo Sacerdote?

 

Per comprendere meglio il testo, è necessario affrontarlo dal punto di vista delle persone alle quali era indirizzato, erano Ebrei, i quali provenivano da tutto l'insieme delle regole cerimoniali dell'antico patto, e pur essendosi convertiti a Cristo, ancora sentivano l'influenza delle vecchie regole religiose. Lasciare completamente il vecchio per il nuovo era molto difficile per loro, e per di più subivano le pressioni e le persecuzioni dei loro connazionali, erano forse scoraggiati, forse quasi sul punto di "mollare tutto", e lo scrittore della lettera per confortarli, mette loro di fronte la superiorità dell'opera del Signore Gesù nei confronti di tutte le regole e le prescrizioni dell'antico patto, non solo, ma dimostra citando maestrevolmente le Scritture, che ogni legge cerimoniale stabilita da Dio, altro non era che la figura spirituale di ciò che Gesù aveva compiuto in modo perfetto, ed una volta per sempre, e lo propone alla loro attenzione cogliendo un aspetto importante della religione ebraica, e delle loro liturgie: "il sacerdozio".

Perché, partire proprio dal paragone con il Sommo sacerdote? Perché il Sacerdote era per gli ebrei il mediatore, colui che offriva il culto all'Eterno per tutto il popolo, colui che solamente era scelto e abilitato da Dio per offrire sacrifici per l'espiazione dei peccati del popolo, quindi una figura fondamentale per ogni ebreo.

La necessità di essere riconciliati con Dio.

Molti pensano che le priorità dell'uomo per essere felice, siano salute, famiglia, casa, lavoro, ma Dio afferma che la necessità principale dell'uomo è quella di essere perdonato, purificato dalle proprie colpe: Salmo 32:1. "Beato colui la cui trasgressione e rimessa e il cui peccato è coperto! Beato l'uomo a cui l'Eterno non imputa l'iniquità e nel cui spirito non è frode alcuna!", senza questa "espiazione - purificazione" nessun uomo può avere un rapporto di comunione con Dio, così ogni religione nasce e si prefigge lo scopo di stabilire un rapportato tra l'uomo e la divinità, e in ogni religione noi troviamo la figura del sacerdote, quale intermediario e guida del culto, colui che si dispone ad offrire preghiere e sacrifici per placare l'ira della divinità.

Il compito del sommo sacerdote nell'antico patto.

A differenza di tante religioni impostate dall'uomo, la religione ebraica, era stata impostata da Dio stesso, Lui aveva stabilito ogni cosa, anche tutto il sistema di sacrifici e i compiti dei sacerdoti, (Levitico capitolo 16), ma erano uomini sottoposti alle stesse debolezze del popolo, erano anche loro peccatori costretti ad offrire dei sacrifici per le loro colpe, e mai avrebbero potuto perdonare o liberare il popolo dai loro peccati, ma solo continuare ad offrire sacrifici, giorno dopo giorno, anno dopo anno, perché gli "adoratori" potessero essere consapevoli di avere ricevuto purificazione e i loro peccati espiati.

 

Cristo Sommo Sacerdote per la nostra espiazione.

 

A questo punto l'autore vuole proporre l'opera di un sacerdote che non verrà mai meno, che non è sottoposto alle debolezze degli uomini, che non può “scandalizzare”, come spesso succedeva in Israele, a causa di capi religiosi corrotti, e non solo, ma si tratta di un Sommo Sacerdote che non ha più bisogno di successori.

Unico mediatore.

Anche oggi gli uomini, non tutti, sentono la necessità di stabilire un rapporto con Dio, non sanno bene come, ma lo cercano, e spesso sentono anche la necessità di un mediatore, che li aiuti a stabilire questo contatto, che possa tranquillizzarli perché consapevoli della loro indegnità, ma i “sacerdoti” umani, e la religione si rivelano spesso insufficienti e inadeguati allo scopo, ma Cristo è l'unico mediatore perfetto, Dio stesso ha preso l'iniziativa in Cristo di riconciliare gli uomini con Se, Gesù è venuto per cercare e salvare ciò che era morto a causa del peccato.

Un Sacerdote perfetto.

Ebrei 7:23-28. "Inoltre, quelli sono stati fatti sacerdoti in gran numero, perché per la morte erano impediti di durare; ma questi, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non si trasmette; ond'è che può anche salvar appieno quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. E infatti a noi conveniva un sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al disopra de' cieli; il quale non ha ogni giorno bisogno, come gli altri sommi sacerdoti, d'offrir de' sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo; perché questo egli ha fatto una volta per sempre, quando ha offerto se stesso. La legge infatti costituisce sommi sacerdoti uomini soggetti a infermità; ma la parola del giuramento fatto dopo la legge costituisce il Figliuolo, che è stato reso perfetto per sempre".

 

Gesù non era semplicemente un brav'uomo, ma egli è Dio benedetto in eterno, e lo scrittore voleva fortificare la fede degli ebrei cristiani, facendo loro comprendere che non era più necessario affidarsi a dei sacerdoti umani, ma che in Cristo Gesù morto e risorto il Padre si era eletto e stabilito un Sommo Sacerdote che, in modo definitivo, era entrato nel luogo santissimo, e che per l'eternità avrebbe ministrato in favore degli uomini.

Un sacrificio perfetto.

Ebrei 9:11-14. "Ma venuto Cristo, Sommo Sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso il tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto con mano, vale a dire, non di questa creazione, e non mediante il sangue di becchi e di vitelli, ma mediante il proprio sangue, è entrato una volta per sempre nel santuario, avendo acquistata una redenzione eterna. Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d'una giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dar la purità della carne,   quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito eterno ha offerto se stesso puro d'ogni colpa a Dio, purificherà la vostra coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente?"

 

Non era sufficiente che il sacerdote entrasse nella presenza di Dio nel Luogo santissimo, anzi sarebbe morto, se non avesse offerto per se, per la sua casa, e per il popolo un sacrificio, e portato il sangue oltre la cortina del luogo santo, ma Cristo Sommo sacerdote, che non è passato attraverso un tempio costruito da mano d'uomo, e non ha calcato il terreno di un tabernacolo terreno, ma è "passato attraverso i cieli", e non solo, ma ha presentato il sangue di un sacrificio unico e perfetto, “il Suo sangue, il Suo corpo” il solo che definitivamente purifica le nostre coscienze dalle opere morte. La Sua morte non sarebbe stata sufficiente, per renderci giusti, ma è stata necessaria la Sua resurrezione, perché avessimo un Sommo sacerdote nei luoghi celesti che presentava il sacrificio per la nostra espiazione, e non solo ma ci è voluta anche la discesa dello Spirito Santo per chiamarci a ravvedimento, rigenerarci e per testimoniarci che il Padre ha pienamente accettato il sacrificio espiatorio di Gesù, e che in Lui siamo stati per fede completamente perdonati, riconciliati, giustificati e totalmente santificati.

Una fede ben riposta.

Ebrei 10:19-23. "Avendo dunque, fratelli, libertà d'entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù, per quella via recente e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci di vero cuore, con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d'acqua pura. Riteniamo fermamente la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è Colui che ha fatte le promesse".

 

Possiamo per tanto continuare a vivere e camminare per fede, sapendo in chi abbiamo creduto e che Lui è potente da custodire il nostro deposito, non è forse Cristo Sommo Sacerdote che ancora oggi prega perché la nostra fede non venga meno?

 

Cristo, Sommo Sacerdote per la nostra consolazione.

 

Ma tutti quanti noi come abbiamo detto all'inizio sentiamo anche necessità di qualcuno che ci conforti, e anche coloro che per fede nella grazia di Dio sono stati salvati liberati dai loro peccati, divenuti partecipi della vita eterna, hanno pur sempre tante debolezze e problemi da affrontare, e la necessità di qualch'uno che li conforti, chi potrà essere la nostra speranza la nostra consolazione? Spesso speriamo negli uomini, ma come sono insufficienti per salvare, a volte lo sono anche per sostenere, per capire, per consolare. A quanti è capitato di fare la triste esperienza di cercar d'esprimere la propria sofferenza, il dolore, la paura, in tutta risposta ci siamo sentiti sommersi dai guai del nostro interlocutore … "sapessi quello che sto passando io … ecc…" e così siamo costretti a chiudere la bocca e soffrire in silenzio. Oppure accorgersi che nel momento del bisogno gli amici sono tutti troppo impegnati, ti senti solo nella sofferenza, hai paura ma non sai con chi consigliarti, ti senti incompreso … ora senza cadere in un distruttivo vittimismo, tutto questo però potrebbe essere una realtà, magari la nostra! Ma ciò non toglie che dobbiamo imparare che coLui che ci ha salvati dal peccato e dalla morte, non lo ha fatto per abbandonarci poi al nostro destino.

Romani 8:31-32. "Che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?".

Cristo Sommo Sacerdote è la chiave di lettura delle Scritture, e l'interprete della volontà di Dio.

Lui è la perfetta rivelazione del Padre, e non a caso l'autore apre la lettera affermano che Cristo è "splendore della sua gloria e l'impronta della sua essenza", non c'è divergenza, né differenza di scopo tra il Padre e Il Figlio, la sua volontà è che tutti gli uomini siano salvati.

Cristo ci rivela l'amore del Padre.

Romani 8:33-39. "Chi accuserà gli eletti di Dio? Iddio è quel che li giustifica. Chi sarà quel che li condanni? Cristo Gesù è quel che è morto; e, più che questo, è risuscitato; ed è alla destra di Dio; ed anche intercede per noi. Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, o la distretta, o la persecuzione, o la fame, o la nudità, o il pericolo, o la spada? Come è scritto: Per amor di te noi siamo tutto il giorno messi a morte; siamo stati considerati come pecore da macello. Anzi, in tutte queste cose, noi siam più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Poiché io son persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore".

In Cristo, Dio si è rivelato per essere con noi "Emmanuele".

Dio c'è vicino in tutte le difficoltà, nelle sofferenze, non è assolutamente vero che Dio si è dimenticato degli uomini, al contrario vuole essere vicino a tutti quelli che hanno il cuore rotto, che soffrono, che sono nella prova.

Isaia 43:1-3. "Ma ora così parla l'Eterno, il tuo Creatore, o Giacobbe, Colui che t'ha formato, o Israele! Non temere, perché io t'ho riscattato, t'ho chiamato per nome; tu sei mio! Quando passerai per delle acque, io sarò teco; quando traverserai de' fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non ne sarai arso, e la fiamma non ti consumerà. Poiché io sono l'Eterno, il tuo Dio, il Santo d'Israele, il tuo salvatore; io t'ho dato l'Egitto come tuo riscatto, l'Etiopia e Seba in vece tua".

Isaia 63:8-10. "Egli aveva detto: ' Certo, essi son mio popolo, figliuoli che non m'inganneranno '; e fu il loro salvatore. In tutte le loro distrette egli stesso fu in distretta, e l'angelo della sua faccia li salvò; nel suo amore e nella sua longanimità ei li redense; se li tolse in ispalla, e sempre li portò nei tempi andati".

Quando Gesù si manifestò a Saulo, gli disse "Io sono Gesù che tu perseguiti", in pratica, s'identificava con le sofferenze dei suoi, della sua Chiesa.

Qualcuno che ci capisce, Egli è stato provato in ogni cosa.

Ti senti rifiutato e nessuno ti è vicino: "Cristo è venuto in casa sua e i suoi non lo hanno ricevuto". Ti senti disprezzato: Gesù lo fu dai suoi stessi famigliari. Hai fatto del bene e hai ricevuto del male: Gesù è venuto per benedire ed è stato maledetto sul legno della croce.

Lui ha sofferto ogni cosa per amore tuo, ha provato la fame e la stanchezza, la delusione e l'abbandono degli amici, l'opposizione delle "brave persone religiose", quando parlava della sua sofferenza, non volevano ascoltarlo, si è trovato solo nei momenti della sofferenza più intensa nel Getsemani, ingiuriato, offeso, deriso, frustato e infine inchiodato alla croce, ed anche lì poca simpatia per Lui, ma tanto disprezzo e abbandono fino alla fine … Lui solo può capirti e consolarti.

Qualcuno che si prende cura di noi.

In Cristo Dio ha orecchie per ascoltare le nostre sofferenze, le nostre necessità "Tutto quello che chiederete nel Mio nome Il Padre ve lo darà".

In Cristo c'esprime la Sua tenerezza, Isaia 42:1-3. "Ecco il mio servo, io lo sosterrò; il mio eletto in cui si compiace l'anima mia; io ho messo il mio spirito su lui, egli insegnerà la giustizia alle nazioni. Egli non griderà, non alzerà la voce, non la farà udire per le strade. Non spezzerà la canna rotta e non spegnerà il lucignolo fumante; insegnerà la giustizia secondo verità".

"Venite a me, voi tutti che …".

E' Dio che in Cristo vuole portare tutti i nostri pesi, non solo quello del peccato, ma anche delle sofferenze delle ansie, delle paure.

In Cristo Dio ha sconfitto la nostra solitudine "ecco io sono con voi tutti i giorni".

Nella malattia, nella sofferenza, nelle tue lotte quotidiane Gesù vuole essere sempre con te per darti la vittoria … "nel mondo avrete tribolazione, ma fatevi animo Io ho vinto il mondo", per noi ha sofferto anche la morte per poi risorgere e distruggere le opere del diavolo, e per liberarci dalla schiavitù della paura, Ebrei 2:14-18. "Poiché dunque i figliuoli partecipano del sangue e della carne, anch'egli vi ha similmente partecipato, affinché, mediante la morte, distruggesse colui che aveva l'impero della morte, cioè il diavolo, e liberasse tutti quelli che per il timor della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù. Poiché, certo, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla progenie d'Abramo. Laonde egli doveva esser fatto in ogni cosa simile ai suoi fratelli, affinché diventasse un misericordioso e fedel sommo sacerdote nelle cose appartenenti a Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo. Poiché, in quanto egli stesso ha sofferto essendo tentato, può soccorrere quelli che son tentati".

Il Consolatore.

Per farci realizzare concretamente ogni sua promessa e consolazione Gesù ha mandato ciò che aveva promesso: un altro come Lui, il Paracleto, colui che c'è posto accanto per aiutarci, lo Spirito Santo. Gesù non ci ha lasciati soli, ma ha mandato nei nostri cuori lo Spirito Santo che ci testimonia della nostra salvezza, delle nostre ricchezze, che ci aiuta a capire le Scritture, a fare si che diventino Spirito e vita. Consolatore che prega e intercede per noi, quando noi non riusciamo più a pregare, Consolatore che riversa nei nostri cuori l'amore di Dio, quando ci sentiamo aridi e delusi, Consolatore che ci da potenza per abbondare nella speranza, Consolatore che cambia la nostra tristezza in gioia. Puoi ancora affermare di non avere nessuno che ti possa aiutare, consolare, comprendere?

 

Cristo nostra speranza.

 

Per mezzo di Gesù abbiamo una porta sempre aperta per accedere alla grazia del Padre, una via che nessuno può chiudere, ma resta pur sempre una nostra responsabilità quella di accostarci al trono della grazia, e molto spesso questo non lo facciamo, restiamo sommersi dai nostri dispiaceri, delusi amareggiati, tristi, perché non stendiamo le mani per appropriarci delle promesse di Dio, perché non coltiviamo la comunione dello Spirito Santo.

 

Conclusione.

 

Abbiamo iniziato affermando che molto spesso l'uomo è solo nelle proprie sofferenze e desidera qualch'uno che si prenda cura di lui, ora possiamo concludere che Gesù il sommo sacerdote dei beni futuri è l'unico vero amico fedele, sincero, sempre presente. Egli non solo è l'autore della nostra salvezza, ma è il solo che può capirci, consolarci, sostenerci, il solo sempre disponibile ad ascoltare e correre sempre in nostro soccorso, e queste non sono solo belle parole, dense di sentimento, ma sono la realtà di tutti coloro che sperimentano ogni giorno la potenza dell'amore di Dio nella loro vita per mezzo dello Spirito Santo.

Tutto questo però, non ci deve distogliere anche dalle nostre responsabilità, se siamo discepoli del Maestro, e siamo stati consolati, guariti, soccorsi dalla sua grazia, allo stesso modo è necessario che impariamo a simpatizzare con coloro che soffrono, saper essere orecchie, occhi che vedono la sofferenza, mani che sostengono, bocche che sanno consolare, Dio sta cercano tanti Barnaba "Figlioli di consolazione", che sappiano portare guarigione spirituale, non è forse questo un ottimo mezzo per "servirci gli uni gli altri per mezzo dell'amore", non è forse questa la volontà di Dio, che impariamo a portare i pesi gli uni degli altri, mettendo da parte l'egoismo e l'amor proprio, lasciati consolare e guarire dall'amore di Dio, per portare a tua volta consolazione e ristoro al tuo prossimo … tutto quello che volete che gli altri vi facciano fatelo anche voi a loro.

 

Amen.

 

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