"Quant'è a me, fratelli, quando venni a voi, non venni ad
annunziarvi la testimonianza di Dio con eccellenza di parola o di sapienza;
poiché mi proposi di non saper altro fra voi, fuorché Gesù Cristo e lui
crocifisso. Ed io sono stato presso di voi con debolezza, e con timore, e con
gran tremore; e la mia parola e la mia predicazione non hanno consistito in
discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di
potenza, affinché la vostra fede fosse fondata non sulla sapienza degli uomini,
ma sulla potenza di Dio. Nondimeno fra quelli che son maturi noi esponiamo una
sapienza, una sapienza però non di questo secolo né de' principi di questo
secolo che stan per essere annientati, ma esponiamo la sapienza di Dio
misteriosa ed occulta che Dio avea innanzi i secoli predestinata a nostra
gloria, e che nessuno de' principi di questo mondo ha conosciuta; perché, se
l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signor della gloria. Ma,
com'è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e
che non son salite in cuor d'uomo, son quelle che Dio ha preparate per coloro
che l'amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; perché lo
spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio. Infatti, chi, fra
gli uomini, conosce le cose dell'uomo se non lo spirito dell'uomo che è in lui?
E così nessuno conosce le cose di Dio, se non lo Spirito di Dio. Or noi abbiam
ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo Spirito che vien da Dio, affinché
conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio; e noi ne parliamo non con
parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando
parole spirituali a cose spirituali. Or l'uomo naturale non riceve le cose
dello Spirito di Dio, perché gli sono pazzia; e non le può conoscere, perché le
si giudicano spiritualmente. Ma l'uomo spirituale giudica d'ogni cosa, ed egli
stesso non è giudicato da alcuno. Poiché chi ha conosciuto la mente del Signore
da poterlo ammaestrare? Ma noi abbiamo la mente di Cristo".
La situazione che si era venuta a creare nella chiesa di Corinto induce l'apostolo Paolo a ribadire con fermezza i principi ed i fondamenti della fede cristiana e la sostanza della sua predicazione (I Cor.2:1-2). La chiesa di Corinto era una chiesa ricca di doni spirituali, ma purtroppo al suo interno erano sorte delle divisioni, perché i credenti guardavano alla sapienza, alle capacità, alle prestazioni oratorie dei conduttori: c'era chi seguiva Paolo, chi si compiaceva della bell'arte oratoria di Apollo, chi apprezzava la dottrina di Pietro, altri si sentivano al disopra di tutti, perché loro, e solo loro, erano i veri cristiani: erano "di Cristo". Ma Cristo è forse diviso chiedeva Paolo? E mentre perdevano tempo in vane speculazioni dottrinali, e disquisizioni d'appartenenza, compiacendosi dei loro modelli umani, permettevano che il peccato lievitasse, che liti tra fratelli arrivassero davanti ai tribunali del mondo, e l'immoralità s'infiltrasse con audacia nel corpo di Cristo, allontanandosi dalla semplice e pura verità dell'Evangelo, che Paolo aveva tra di loro predicato con vera potenza spirituale, e non con sapienza umana. Così l'apostolo è costretto a correggere la loro tendenza riportando la loro attenzione all'unica e vera base sulla quale può, e deve poggiare la fede cristiana: Gesù Cristo e Lui crocefisso. Ogni qualvolta la chiesa si allontana da questa fonte e fondamento, sarà vittima delle insidie del nemico, chi si allontana dalla croce, è preda del facile peccato d'orgoglio, lontani dalla croce non si possono giudicare con severità ed obiettività i nostri peccati, lontani dalla croce di Cristo non può esserci unità nella chiesa. Lontani dalla croce di Cristo non c'è speranza né consolazione. Paolo consapevole di questa realtà, come un buon amministratore, fedele al proprio Signore, non si propone di risolvere la questione facendo sfoggio di sapienza umana, ma riporta l'attenzione alla croce di Cristo dove ha luogo la salvezza di qualunque peccatore, dove ha inizio la vita, la speranza di ogni credente, da dove è sgorgata la vita dell'unica e vera Chiesa, quella acquistata mediante il Suo sangue.
Tra i credenti di Corinto vi erano alcuni che erano giunti a mettere in discussione l’autorità di Paolo, a causa della sua apparente debolezza e forse anche perché i contenuti della sua predicazione potevano apparire monotoni, privi di quella ricchezza e di quei contenuti filosofici, ai quali erano abituati, e che tanto amavano, ma Paolo non si preoccupava di essere messo a confronto con i sapienti di questo mondo, ne delle accuse di debolezza che alcuni di loro gli lanciavano. Lui aveva preso la ferma decisione in cuor suo di predicare quello che Dio stesso gli aveva rivelato, e lo avrebbe fatto senza puntare sulle proprie conoscenze e capacità oratorie, ma con l'aiuto e la guida dello Spirito Santo, lui predicava Cristo crocefisso perché Egli è potenza e sapienza di Dio.
Sono molte le persone che preferiscono "l'altro", i greci cercavano sapienza i giudei chiedevano dei segni. Oggi in alcuni ambienti pseudo cristiani la predicazione dell’evangelo ha ceduto il posto alla sociologia, alla filosofia, altri amano molto di più le sottili speculazioni dottrinali piuttosto che la rivelazione di Dio in Cristo Gesù, amano sentire bei discorsi, esposti da eloquenti dottori, che sanno soddisfare il loro prurito d'udire. Altri cercano, e affidano la loro fede esclusivamente a segni e miracoli. Prestiamo attenzione alle macchinazioni di satana, alle sue insidie, vigiliamo perché la vana sapienza del mondo non entri nelle nostre case e nelle nostre chiese.
Ancora oggi valgono le affermazioni dell'apostolo Paolo: "Poiché i Giudei chiedon de' miracoli, e i Greci cercan sapienza; ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per i Gentili, pazzia; ma per quelli i quali son chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio". I Cor.1:23-24. Egli avrebbe potuto fare sfoggio di tutta la sua conoscenza e sapienza, non aveva forse studiato ai piedi di Gamaliele, uno dei migliori "Rabbi"? Paolo con le sue confutazioni, non aveva forse dimostrato di possedere una buona conoscenza dei filosofi e dei poeti greci? Ma il suo scopo non era quello di annunciare un evangelo abbellito con cornici di filosofie e di saggezza puramente umana, sapeva che questo modo di annunciare l'evangelo poteva distogliere le menti da Cristo crocefisso, e privarlo della sua gloria totale e assoluta. "Ma quanto a me, non sia mai ch'io mi glori d'altro che della croce del Signor nostro Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso, e io sono stato crocifisso per il mondo". Galati 6:14.
In mezzo a questa chiesa “dal palato difficile” Paolo si proponeva d’innalzare Cristo, e non intendeva usare artifici per rendere la sua predicazione più gradevole. Questo c’insegna che l’annuncio dell’evangelo non deve, e non può essere condizionato dal grado di cultura, dal livello d'istruzione, dalla posizione sociale delle persone alle quali viene rivolto, perché nel caso specifico, non è la Parola di Dio che deve essere adeguata alle presunte esigenze dell'uomo, ma sono gli uomini che devono sottomettersi alla parola di Dio, e qualunque sia l’uditorio, l’Evangelo deve essere annunciato con l’umiltà di chi si sente solo amministratore, con la semplicità che lo rende adatto ad ogni orecchio, con la sapienza che viene dall’alto che rende lo rende avvincente ed unico, e con la potenza dello Spirito, il quale rende idoneo lo strumento che annuncia e illumina la mente di chi ascolta.
Molti amano sentire parlare di Gesù, perché no! Era un'ottima persona! Così la religione ci ha fatto conoscere un Cristo storico, e anche un Cristo che si è sacrificato, che commuove: "Parliamo anche della sua morte, ma non coinvolgeteci troppo” dicono le persone. Si fanno tante belle opere d'arte sul tema della croce, tante persone adornano se stessi e le loro abitazioni con stupendi e costosi crocefissi, dai quali pende un Cristo sofferente, ma la cui rappresentazione non potrà mai dare il senso della vera tragedia, della vergogna, della sofferenza, dello scandalo della crocifissione, e soprattutto resta l’immagine di un Cristo che non può salvare l’uomo, il Gesù che è Signore e Salvatore è stato crocefisso, ma il terzo giorno è risorto ed è alla destra del Padre e che dichiara “io sono il primo e l'ultimo, e il Vivente; e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell'Ades”. Apocalisse 1:18.
Per quanto la fede cristiana ripone tutta la propria speranza in Cristo crocefisso, e soprattutto anche risorto dai morti e glorificato, resta comunque da considerare che la crocifissione di Gesù Cristo è stato un momento di straziante sofferenza e dolore. "Egli è venuto su dinanzi a lui come un rampollo, come una radice ch'esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza, da farcelo desiderare. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con il patire, pari a colui dinanzi al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna. E, nondimeno, eran le nostre malattie ch'egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s'era caricato; e noi lo reputavamo colpito, battuto da Dio, ed umiliato! Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui, e per le sue lividure noi abbiamo avuto guarigione". Isaia 53:3-5.
Al calvario non è stato solamente giustiziato un uomo in modo atroce, ma quel giorno è stato commesso un omicidio brutale, che non ha nulla a che vedere con le belle opere d'arte. Consideriamo le sofferenze di Cristo, e vedremo quanta malvagità e crudeltà nei suoi confronti, le ingiurie, le percosse, le torture e le beffe. Poi le frustate, la corona di spine, ed infine la crocifissione, un supplizio vergognoso, infamante, umiliante ed estremamente doloroso. La morte di Cristo non potrà mai essere semplicemente rappresentata da un'opera d'arte raffigurante un uomo scarno e sofferente, nessuna rappresentazione sarà mai esauriente, perché quel giorno, su Cristo erano la maledizione, l'infamia, la vergogna, l'orrore di un uomo seviziato e dal viso tumefatto, moribondo appeso ad una croce, e nessuno potrà mai farne un'opera d'arte. Ma la cosa che più ci scandalizza, è che Dio, il Padre non solo ha permesso tutto questo, ma lo ha addirittura voluto.
"Uomini israeliti, udite queste parole: Gesù il Nazareno, uomo che
Dio ha accreditato fra voi mediante opere potenti e prodigi e segni che Dio
fece per mezzo di lui fra voi, come voi stessi ben sapete, quest'uomo, allorché
vi fu dato nelle mani per il determinato
consiglio e per la prescienza di Dio, voi, per man d'iniqui,
inchiodandolo sulla croce, lo uccideste". Atti 2:22-23.
Dio ha sacrificato per noi il Suo Unigenito Figliolo, lo ha inviato per morire sulla croce per essere il sacrificio perfetto per l’espiazione del peccato. Molti secoli prima del sacrificio di Gesù, Dio ordinò ad Abramo di sacrificare il suo unico figlio, quello che amava. Lo lasciò preparare tutto per il sacrificio, ma all'ultimo momento una voce dal cielo disse: "Abramo non metter mano addosso al ragazzo", e Dio provvide per un sacrificio sostitutivo. (Gen.22:2,12). Ma lo stesso Dio non fermò la propria mano quando si trattò del Suo Unigenito Figlio, su di Lui fece ricadere tutta la sua ira. Cristo non è diventato un peccatore, al punto di meritarsi la condanna ma è stato fatto peccato per noi, ha portato la pena del nostro peccato e su di Lui si è riversata la condanna e il giudizio di Dio sul peccato. "Colui che non ha conosciuto peccato, Egli l'ha fatto esser peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui". II Corinzi 5:21.
Gesù è l'agnello ben preordinato
prima della fondazione del mondo: "Sapendo
che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati
dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso sangue di Cristo,
come d'agnello senza difetto né macchia, ben preordinato prima della fondazione
del mondo, ma manifestato negli ultimi tempi per voi". I Pietro 1:18-20.
Dio non è stato preso alla sprovvista dalla ribellione e dal fallimento
continuo dell'uomo, ma pienamente consapevole di ciò che sarebbe accaduto ha
perfettamente e pienamente provveduto una via di salvezza.
"La benignità e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si son baciate. La verità germoglia dalla terra, e la giustizia riguarda dal cielo". Salmo 85:10. Il cuore di Dio pieno di misericordia e compassione lo spinge a non distruggere l’uomo castigandolo per la propria ribellione "Il mio popolo persiste a sviarsi da me; lo s'invita a guardare in alto, ma nessun d'essi alza lo sguardo. Come farei a lasciarti, o Efraim? come farei a darti in mano altrui, o Israele? a renderti simile ad Adma? a ridurti allo stato di Tseboim? Il mio cuore si commuove tutto dentro di me, tutte le mie compassioni s'accendono. Io non sfogherò l'ardente mia ira, non distruggerò Efraim di nuovo, perché sono Dio, e non un uomo, sono il Santo in mezzo a te, e non verrò nel mio furore". Osea 11:7.
Ma nello stesso tempo la giustizia perfetta di Dio non può venire meno, e richiede che il colpevole debba essere punito, "Egli non terrà il colpevole per innocente", e poiché tutti gli uomini hanno peccato, tutti hanno trasgredito alla legge di Dio, tutti sono sotto la sua giusta ira, ma per il suo amore per i suoi profondi sentimenti di misericordia, per la sua ardente passione nei confronti dell’uomo ha deciso di salvarlo adempiendo Egli stesso alla propria giustizia mediante il sacrificio del Suo unico diletto e amato Figlio. “Difatti, tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, il quale Iddio ha prestabilito come propiziazione mediante la fede nel sangue d'esso, per dimostrare la sua giustizia, avendo Egli usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; per dimostrare, dico, la sua giustizia nel tempo presente; ond'Egli sia giusto e giustificante colui che ha fede in Gesù". Romanj 3.24-26.
Dio non era obbligato a salvare gli uomini, dopo la prima disubbidienza, e poi in seguito per la loro continua ribellione, Dio avrebbe potuto determinare fallito il progetto uomo, ma il suo amore perfetto, la sua compassione gli imponevano di salvare l'uomo mediante quel sacrificio: "In questo s'è manifestato per noi l'amor di Dio: che Dio ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo, affinché, per mezzo di lui, vivessimo". I Giovanni 4:9.
E' anche necessario che consideriamo la personalità di Colui che è stato crocefisso.
Consideriamo Gesù come uomo: Egli era puro, senza peccato,
mansueto, umile, gioioso, e disponibile, autoritario e dolce, Egli andava in
giro facendo del bene a tutti, guarendo tutti coloro che erano e che sono sotto
il dominio del Diavolo, un esempio perfetto, ecco chi è colui che è morto su
quella croce per me e per te.
"Poiché in lui
sono state create tutte le cose, che sono nei cieli e sulla terra; le visibili
e le invisibili; siano troni, siano signorie, siano principati, siano potestà;
tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui".
Colossesi 1:16. Ma non dimentichiamoci che Gesù non ha mai smesso di essere
Dio, nel libro del profeta Isaia
cap.9:5 di Lui è scritto: "Poiché
un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato, e l'imperio riposerà
sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre
eterno, Principe della pace”.
Gesù in quanto vero Dio, avrebbe potuto evitare la pena della sofferenza e della morte, ma Lui era perfettamente consapevole che questa era la missione per la quale era venuto come uomo in mezzo ad una umanità corrotta, per manifestare ad ognuno l’amore del Padre, per aprire una via di riconciliazione e redimere i peccatori con il proprio sacrificio. "Per questo mi ama il Padre; perché io depongo la mia vita, per ripigliarla poi. Nessuno me la toglie, ma la depongo da me. Io ho podestà di deporla e ho podestà di ripigliarla. Quest'ordine ho ricevuto dal Padre mio". Giov.10:17-18.
Se non vogliamo che la croce si riduca ad un semplice simbolo di una religiosità esteriore, ma desideriamo piuttosto che la crocifissione di Cristo assuma un valore personale per ognuno di noi, allora dobbiamo appropriarci dei benefici che per grazia scaturiscono da quel sacrificio unico, perfetto.
"Giustificati dunque per fede, abbiam pace con Dio per mezzo di
Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la
fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi; e ci gloriamo nella
speranza della gloria di Dio". Romani 5:1.
"Perché, se il sangue di becchi e di tori e la cenere d'una
giovenca sparsa su quelli che son contaminati santificano in modo da dar la
purità della carne, quanto più il sangue di Cristo che mediante lo Spirito
eterno ha offerto se stesso puro d'ogni colpa a Dio, purificherà la vostra
coscienza dalle opere morte per servire all'Iddio vivente?" Ebrei 9:14.
"E voi, che eravate morti nei falli e nella incirconcisione della
vostra carne, voi, dico, Egli ha vivificati con lui, avendoci perdonato tutti i
falli, avendo cancellato l'atto
accusatore scritto in precetti, il quale ci era contrario; e quell'atto ha tolto
di mezzo, inchiodandolo sulla croce". Colossesi 2:13-14
"E avendo spogliato i principati e le potestà ne ha fatto un
pubblico spettacolo, trionfando su di loro per mezzo della croce".
Colossesi 2:15
"In virtù di questa ' volontà ' noi siamo stati santificati,
mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre".
Ebrei 10:10
"Avendo noi dunque un gran Sommo Sacerdote che è passato attraverso i
cieli, Gesù, il Figliuol di Dio, riteniamo fermamente la professione della
nostra fede. Perché non abbiamo un Sommo Sacerdote che non possa simpatizzare
con noi nelle nostre infermità; ma ne abbiamo uno che in ogni cosa è stato
tentato come noi, però senza peccare.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo
misericordia e troviamo grazia per esser soccorsi al momento opportuno".
Ebrei 4:14-16
"Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. Chi è colui che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figliuol di Dio? Questi è colui che è venuto con acqua e con sangue, cioè, Gesù Cristo; non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e col sangue. Ed è lo Spirito che ne rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità". I Giov.5:4-5.
" Non aver
dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro, né di me che sono in
catene per lui; ma soffri anche tu per l'Evangelo, sorretto dalla potenza di
Dio; il quale ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non secondo le
nostre opere, ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata
fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, ma che è stata ora manifestata
coll'apparizione del Salvator nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la
morte e ha prodotto in luce la vita e l'immortalità mediante l'Evangelo” II Timoteo.1:10.
"Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato dai morti, primizia di quelli che dormono. Infatti, poiché per mezzo d'un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo d'un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saran tutti vivificati; ma ciascuno nel suo proprio ordine: Cristo, la primizia; poi quelli che son di Cristo, alla sua venuta; poi verrà la fine, quand'egli avrà rimesso il regno nelle mani di Dio Padre, dopo che avrà ridotto al nulla ogni principato, ogni potestà ed ogni potenza. Poiché bisogna ch'egli regni finché abbia messo tutti i suoi nemici sotto i suoi piedi. L'ultimo nemico che sarà distrutto, sarà la morte". - "E quando questo corruttibile avrà rivestito incorruttibilità, e questo mortale avrà rivestito immortalità, allora sarà adempiuta la parola che è scritta: La morte è stata sommersa nella vittoria". I Corinzi 15:19-26, 54.
Considerare costantemente il
sacrificio di Cristo ci aiuterà a mantenere nel nostro cuore la giusta
attitudine:
"E rendendo grazie con allegrezza al Padre che vi ha messi in
grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce". Colossesi 1:12.
"Che direm
dunque? Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi? Così non sia. Noi che
siam morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? O ignorate voi che quanti
siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?
Noi siam dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte,
affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre,
così anche noi camminassimo in novità di vita.” Romani 6:1-4
Ci rivolgeremo con più fiducia al trono della grazia. “Avendo dunque, fratelli, libertà d'entrare
nel santuario in virtù del sangue di Gesù, per quella via recente e vivente che
egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, e
avendo noi un gran Sacerdote sopra la casa di Dio, accostiamoci di vero cuore,
con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell'aspersione che li
purifica dalla mala coscienza, e il corpo lavato d'acqua pura. Riteniam
fermamente la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele
è Colui che ha fatte le promesse". Ebrei 10:19-23.
Odieremo il peccato che ha reso necessario il sacrificio della croce. “E non sapete voi che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Poiché foste comprati a caro prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo”. I Corinzi 6:19-20.
"E quelli che
son di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue
concupiscenze". Galati 5.24.
"Che diremo dunque a queste cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Colui che non ha risparmiato il suo proprio Figliuolo, ma l'ha dato per tutti noi, come non ci donerà egli anche tutte le cose con lui?" Romani 8:31-32.
Considerando quanto detto fin ora
possiamo ben comprendere il perché predicare Gesù Cristo crocefisso in modo
radicale ed onesto come Paolo faceva è una scelta impopolare, in modo
particolare la dove l’uomo vuole regnare, perché:
Ogni speranza nelle buone opere e
nelle belle apparenze religiose, è vanificata, e questo non piace alle persone
"buone e religiose"
La Parola di Dio è come una spada e penetra nel cuore dell’uomo, separa l’anima dallo spirito, ne rivela la miseria spirituale, mette a nudo tutta la malvagità e la gravità del peccato, si! Parlate pure di Cristo crocefisso alla gente e piangeranno di commozione, ma provate a proclamare che Cristo è morto per loro personalmente, che a causa della loro malvagità quell'uomo innocente è stato inchiodato sulla croce, a causa dei loro e dei nostri peccati, e spesso purtroppo le lacrime lasciano il posto allo sguardo altero e orgoglioso, e questo fino a quando lo Spirito Santo non convincerà i loro cuori di peccato, di giustizia e di giudizio. Ecco perché Paolo non confidava in discorsi di sapienza umana, ma faceva assegnamento nella potente opera di convinzione che solo lo Spirito Santo è in grado di promuovere nei cuori delle persone. Non penso che Paolo si riferisse a miracoli quando faceva accenno alle dimostrazioni di spirito e potenza, ma penso che facesse riferimento all'azione della Parola guidata dallo Spirito Santo nel cuore delle persone.
Il testo che abbiamo considerato c'insegna che la persona di Cristo, la Sua morte il Suo sacrificio sostitutivo, la Sua resurrezione e la Sua glorificazione, devono essere il soggetto principale dei nostri studi e delle nostre meditazioni, perché l'evangelo è potenza di Dio per chiunque crede, e la sostanza del Vangelo di Dio è questa: "Cristo crocefisso … potenza di Dio, e sapienza di Dio".
Purtroppo anche fra i credenti ve ne sono alcuni che vivono una vita spirituale di qualità mediocre, sapete perché? Perché conoscono poco Cristo crocefisso e la potenza della sua resurrezione, alcuni si perdono in lunghe e vane disquisizioni dottrinali, altri si sforzano carnalmente di vivere una vita di santità all'altezza della Parola di Dio, ma spesso crollano, altri si accontentano di una fede semplicemente emotiva, e si ritrovano ad edificare su terreni instabili, ma se leggiamo con attenzione le lettere dell'apostolo Paolo, scopriremo che alla base della dottrina, della santità pratica, delle spinte emotive, c'è la conoscenza di Cristo crocefisso, e quando parlo di conoscenza non intendo la "gnosi", come la intendevano i filosofi epicurei e stoici cioè una conoscenza delle cose spirituali che era puramente intellettuale e fine a se stessa, no! Parlo di quella conoscenza dell'amore di Cristo che sorpassa ogni intelligenza, che non possiamo giungere a comprendere per mezzo dell'intellettualismo religioso, ma mediante l'azione potente dello Spirito Santo in noi, il quale ravviva la nostra fede, aprendo gli occhi del nostro cuore, affinché conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio in Cristo Gesù.
Missione Cristiana Evangelica
per la diffusione dell'Evangelo
Via Mazzini, 22 - 20090 SEGRATE MI
Tel. 339-8917053 02-9241553
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Orario delle riunioni:
Domenica 10,15 Culto - Mercoledì 20,30
Studio Biblico - Venerdì 20,30 Preghiera
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