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Un frutto fuori stagione

Testo: Marco 11:12-21.

 

Alcuni trovano in questo testo lo spunto per dichiarare la sola umanità di Cristo, da un lato è vero vediamo che Gesù "ebbe fame", che meravigliosa realtà quella della perfetta umanità di Cristo, simile a noi in tutte le cose, soggetto alle nostre stesse esigenze, il re del creato che cercava del cibo, ma d'altro canto, è un testo che ci pone di fronte alla perfetta divinità di Cristo, la maledizione del fico non esprime forse il potere di colui che un giorno "fiaccherà le nazioni con uno scettro", Gesù, Dio potente che è venuto come l'agnello per essere immolato, ma che un giorno giudicherà il mondo. Non possiamo negare che c'è da rimanere stupiti di fronte ad un simile gesto. Ci chiediamo per quale motivo Gesù abbia esercitato questa potenza miracolosa per seccare un povero fico, colpevole solo di non avere frutto, e per di più fuori stagione, voleva forse stupire i discepoli, mettersi in mostra, oppure il suo è un gesto di vendetta, dettato dall'ira? Niente di tutto questo, Gesù non faceva miracoli per stupire la gente, né tanto meno si trattava di una vendetta personale, quel miracolo aveva un chiaro significato spirituale, e doveva servire per fare comprendere e stampare nella mente dei discepoli, il giusto giudizio divino, e il conseguente castigo decretato da Dio nei confronti dell'ipocrisia religiosa, nel caso specifico era riferito ad Israele, una nazione, un popolo, amato, eletto, scelto, appartato e benedetto, ma terribilmente ingrato, infedele, disubbidiente e infruttuoso, sterile, per tanto inutile, quindi da estirpare, perché dannoso per tutto il terreno, come Gesù propone in un'altra parabola. Leggendo attentamente la Scrittura, vediamo che nel vangelo di Marco la maledizione fico, precede l'avvenimento della purificazione del tempio, nel vangelo di Matteo la segue, ma in ogni caso quest'avvenimento del fico trovato senza frutto, quindi maledetto e seccato, è messo in relazione con il giudizio espresso nei confronti della fede apparente di questa nazione, dove troviamo un tempio grandioso, luogo importante per la religione e la tradizione, luogo di sacrifici, di adorazione a Dio, vanto del popolo che in esso riponeva la fiducia, ma che in realtà era diventato una "spelonca di ladroni", una casta di ipocriti religiosi che si camuffavano dietro il loro fitto fogliame di buone apparenze. Un gesto, quello di Gesù che chiama ad una profonda e doverosa riflessione tutti coloro che si affidano ad una vuota e sterile professione di fede!

"Che delusione!". Le apparenze ingannano.

La delusione di Dio.

Dio si aspettava un frutto dal suo popolo, nel libro del profeta Isaia, Israele è rappresentato come una vigna ben coltivata, curata, ma che alla fine al posto di produrre uva buona, produce uva selvatica, Israele era un popolo che aveva ricevuto le cure amorevoli dell'Eterno il quale voleva essere per loro come un Padre, ma loro nel tempo si erano allontanati da Dio, avevano dimenticato cosa significasse avere il timore di Dio, e nello stesso tempo avevano imparato a nascondere la propria malvagità dietro una abbagliante struttura religiosa, ma questo non cambiava la loro condizione, Dio si aspettava da loro un frutto di ravvedimento, di gratitudine, uva buona e non lambrusche, un frutto simile all'uva, ma che in bocca scopriva il suo agro sapore!

La delusione di Gesù.

Gesù è vento in casa sua, ma i suoi non lo hanno ricevuto, è venuto per salvare gli uomini, è andato in giro facendo del bene a tutti coloro che incontrava, ma è stato giustiziato come il peggiore dei malfattori, Gesù cercava il frutto di una fede semplice e gioiosa, ma dovette scontrarsi con l'inveterata ipocrisia dei fanatici religiosi Farisei, il sistema religioso era divenuto importante e potente, i capi dietro le loro apparenze di grande spiritualità, nascondevano orgoglio amor proprio, cupidigia, erano avidi di guadagno e alla ricerca di onori e prestigio, legavano pesi gravi sulle spalle della gente per far vedere che la legge di Dio era al primo posto nei loro interessi, ma questi pesi gravi loro non li spostavano nemmeno con un dito. Gesù senza mezzi termini li definiva " sepolcri imbiancati...", ben curati di fuori, ma sempre sepolcri, adatti solo per contenere un morto, così come quel fico poteva attirare su di se l'attenzione a causa del suo rigoglioso fogliame, ma in realtà non portava alcun beneficio non avendo frutto, allo stesso modo tutto il sistema religioso dei farisei, aveva si una bella apparenza di fede fatta di lunghe preghiere, di digiuni ecc...., ma non vi era ravvedimento né ubbidienza a Dio, ma la fede che non produce frutto è vana.

La nostra esperienza.

Chi non è mai stato costretto suo malgrado ha pronunciare in vita sua il famoso detto non è tutto oro quello che luccica, sicuramente anche a noi sarà capitato di essere rimasti delusi dall'ipocrisia di qualcuno che ci sembrava una brava persona tanto buona e degna di stima, forse anche noi ci aspettavamo un frutto ma abbiamo trovato solo foglie, ci aspettavamo di essere aiutati, capiti, ma alla fine ci siamo accorti che tutte le belle parole le promesse, non erano altro che una facciata, o forse siamo stati noi a deludere qualcun altro cercando di apparire diversi da quello che in realtà siamo, l'uomo ama nascondersi dietro delle belle maschere per occultare o mitigare ciò che in realtà è veramente, forse lo fa per vergogna, oppure cerca di essere ciò che non è per questione di prestigio o guadagno personale.

Nascondersi dietro il rigoglioso fogliame dell'ipocrisia per prestigio e convenienze sociali. Abbiamo nella bibbia l'esempio d'Absalom, figlio del re Davide il quale si era accattivato il favore di tutto il popolo con i suoi modi gentili e la sua disponibilità, amore per il popolo? No! In realtà voleva solo usurpare il trono del padre.

Nascondersi dietro il fogliame della falsa spiritualità e carità fittizia: abbiamo l'esempio di Giuda, quale indignazione di fronte allo spreco di quell'olio sparso per ungere i piedi di Gesù, quanti poveri si sarebbero potuti sfamare con il ricavato della vendita di quell'olio, come siamo magnanimi apparentemente, in realtà lo scopo era quello di arricchire le sue finanze, perché la scrittura dice che "era ladro!".

Nascondersi per vergogna, come fece Adamo, il quale cercò di coprire la propria nudità con una cintura di foglie, cercare di apparire migliori, nascondendosi dietro il fogliame della religiosità, del perbenismo, delle buone opere.

Forse queste "foglie" possono ingannare l'uomo, ma non Dio!

Il Giudizio di Gesù.

Gesù non è un osservatore distratto o superficiale, si accosta al fico, non si accontenta di presumere che vi sia del frutto, non gli basta ammirare il fogliame rigoglioso del fico, ma desidera cibarsi del frutto. Gesù si accosterà alla nostra vita per trovare frutto, e non si accontenterà di trovare tante belle foglie che possono colpire l'occhio, ma che non danno sostanza, non si accontenterà della nostra appartenenza ad una denominazione religiosa, ma desidera un frutto, "Il frutto di labbra confessanti il suo nome", e anche allora, non si accontenterà di trovarci seduti ad ascoltare una bella predicazione o a cantare dei bei cantici, si accosterà alle nostre comunità nella speranza di poter gustare un frutto maturo, che soddisfi il palato che sazi la fame. Noi che genere di "fico" siamo? che tipo di credenti siamo? ciò che vedono di noi è veramente ciò che siamo, oppure attiriamo l'occhio con il nostro verde fogliame fatto di belle parole, di apparente devozione religiosa, ma non portiamo il frutto di una fede sincera? Che tipo di comunità cristiana siamo, attiriamo a noi le persone offrendo loro una bell'immagine, e poi le mandiamo alle loro case vuote insoddisfatte senza aver gustato il vero frutto della vita, perché siamo capaci di produrre solo abbondante fogliame? Gesù vide la folla e ne ebbe compassione, i discepoli volevano licenziarli, rimandarli a casa, certo per mangiare, d'altra parte cosa mai avrebbero potuto dargli loro che non avevano nulla, ma Gesù dice: "date loro voi da mangiare", Gesù si accosta e....

Il frutto.

Che genere di frutto desidera trovare il Signore, come credenti lo sappiamo a memoria. Gal.5:22. Il guaio è che spesso e volentieri rimane solo dottrina imparata, ma non messa in pratica, virtù da ammirare, ma troppo difficili da praticare, questo è una cosa innaturale, perché se è da considerarsi normale per una persona che materialmente nasce, cresce, e comincia a manifestare anche delle emozioni ed un carattere proprio che determina certi comportamenti e decisioni, allo stesso modo se siamo rinati spiritualmente in Cristo per opera dello Spirito Santo, questo nuovo carattere si deve manifestare, non si tratta di manifestare ogni tanto qualche virtù, non si tratta di essere "delle brave persone", Dio vuole che noi siamo delle nuove creature e come tali tutto ciò che facciamo è nuovo, "se dunque uno è in Cristo, oggi, le cose vecchie sono passate, sono divenute nuove".

La "Stagione del frutto".

Gesù ha detto: "Io vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto, ed il vostro frutto sia permanente!". Non dice un giorno si, e uno no, dice permanente, in ogni stagione! Come credenti non vogliamo conformarci a questo secolo, seguendo le opere del diavolo, ma neanche ci vogliamo conformare alla falsa moralità di questo mondo che accetta vi sia un tempo per amare ed un altro per dimenticarsi di Dio e del prossimo, un tempo per essere caritatevoli ed un tempo per essere egoisti, Dio ci chiama a portare un frutto fuori stagione, il che non significa fare cose strane o essere egocentrici né tanto meno stravaganti, significa che la nostra giustizia deve superare quella degli scribi e dei farisei, significa:

Amore, non si tratta di buoni sentimenti a fasi alterne, ma dell'amore che è senza ipocrisia, che non cerca il proprio interesse, che non si vanta, che mi porta ad amare non solo coloro che mi amano, ma anche coloro che mi fanno dei torti.

Allegrezza, essere allegri solo quando tutto va bene è normale, ma il Signore ci vuole allegri anche nelle prove, sapendo che la prova della nostra fede ci migliora e ci affina, e che non andrà mai oltre le nostre forze.

Pace, si vorremmo essere in pace, però solo con coloro che ci sono simpatici e che soprattutto non ci calpestano! Ma questo lo fanno già in molti, e non c'è bisogno di essere dei discepoli di Gesù, ma noi cerchiamo di vivere in pace con tutti, anche con i nostri nemici.

Longanimità, di che genere è la nostra pazienza, del tipo "la mia pazienza ha un limite", di conseguenza sopportiamo sbuffando e stringendo i denti, per poi sbottare quando non ce la facciamo più, oppure sappiamo essere indulgenti oltre quello che è lecito per il concetto umano sopportare?

Benignità, Bontà, Fedeltà, Dolcezza, Autocontrollo, tutte queste virtù, come e quando le manifestiamo? quando tutto va bene, nei giorni favorevoli, quando lo sentiamo, oppure sono diventate parte del nostro bagaglio caratteriale, perché abbiamo imparato ad essere sotto il controllo dello Spirito Santo?

Come portare frutto?

"come il tralcio da se non può dare frutto, così voi senza di me non potete fare nulla", queste parole di Gesù ci offrono la soluzione. Desideriamo che la nostra vita individuale porti frutto, e lo porti anche fuori stagione quando gli altri alberi sono spogli, desideriamo che le nostre comunità siano in grado di saziare le folle affamate di amore e pace, dobbiamo legarci strettamente a Gesù, ricercare la comunione dello Spirito Santo, le Sue parole devono dimorare in noi, lasciare che lo Spirito Santo operi la trasformazione, dalla sterilità fatta di apparenze religiose al frutto che viene dal dimorare ogni giorno in Cristo, ubbidisci alla voce dello Spirito Santo, segui le orme del maestro, anche se vanno contro i principi della tua volontà carnale, impara ad amare quando ti costerà, a perdonare quando il tuo io grida vendetta, la dove per il mondo è normale trovare solo fogliame, ricorda che Gesù cerca un frutto.

 

 

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