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La pesca miracolosa

Testo: Luca 5:1-10

 

Mentre egli stava in piedi sulla riva del lago di Gennesaret e la folla si stringeva intorno a lui per udire la parola di Dio, Gesù vide due barche ferme a riva: da esse i pescatori erano smontati e lavavano le reti. Montato su una di quelle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra; poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla. Com'ebbe terminato di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo, e gettate le reti per pescare". Simone gli rispose: "Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti". E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. Allora fecero segno ai loro compagni dell'altra barca, di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutt'e due le barche, tanto che affondavano. Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: "Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore". Perché spavento aveva colto lui, e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini".

 

Dio, vede il bisogno intimo dell'uomo, ed ecco Lui interviene con "la pesca miracolosa".

Prima, come uomo secondo la carne, una fiducia nelle proprie capacità di esperto pescatore. Poi, come uomo spirituale, una fiducia in Gesù, abbandonando qualsiasi avvisaglia di pensiero da uomo carnale e autosufficiente, sentendosi attratti e abbandonando al Signore le nostre necessità.

Qualcuno potrebbe dire: ora ci sono i radar come scandagli, si possono individuare facilmente i branchi di pesci. Questo è il bisogno esteriore dell'uomo.

Così fu pure per la moltiplicazione dei pani e dei pesci: un bisogno intimo e un bisogno esteriore.

Nessun uomo o macchinario, può assolutamente vedere il vero bisogno intimo dell'uomo, come il Signore Gesù, che libera dall'oppressione, dall'angoscia, dalla morte causata dal peccato, dando all'uomo la vera pace della Sua presenza. Il Suo giogo è dolce e il Suo peso leggero.

Come il pesce non può vivere fuori dall'acqua, così è per l'uomo: non può assolutamente vivere senza la Parola che procede dalla bocca del Signore Gesù.

L'uomo è intrappolato nel peccato, come un pesce in acque dense di "alghe e mucillaggini" soffocanti. Ma, un sommozzatore eccezionale è sceso dal cielo tra gli uomini, libero dagli impedimenti e dalle contaminazioni, prende su di se tutte le alghe paralizzanti e mortali per l'uomo e le porta su una collina detta del teschio o golgota.

E li, intrappolato e paralizzato dalle "alghe" appiccicategli addosso si fa inchiodare sulla croce, distruggendo le mucillagini del peccato che soffocano e portano l'uomo alla morte.

Non stare nelle mucillagini!

Ora vai alla croce, ai piedi di Gesù, con tutte le tue alghe mucillaginose di peccato e chiedigli: "ho bisogno di ... vera libertà". Confessagli che vuoi ravvederti.

Il Suo nome? Il Suo nome è il più bello di tutti, è Dio, è Santo, è: "il Signore Gesù Cristo il Nazareno".

 Ringrazialo perché: si rallegrerà in te nel momento che gli chiederai aiuto e perdono.

Ora vuoi dunque essere anche tu un pescatore di uomini?

 

 

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