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Il Vangelo come rimedio

 

Mi chiamo Sebastiano, ho 57 anni. Ho conosciuto la Verità dell'Evangelo nel 1971, quando fui come costretto a leggere una copia del vangelo, a causa dell'insonnia che non mi dava tregua.

Avevo esaurito ogni forma di lettura nella speranza di trovare un sonno ristoratore. Forse è meglio precisare per chi si vorrà soffermare a leggere che in quel tempo mi trovavo imbarcato in una nave della marina mercantile addetta al trasporto di petrolio in America, avevo 28 anni, e trovai quella benedetta copia del Vangelo nella scrivania della mia cabina.

Questa volta aprii un libro che avevo sempre reputato noioso in tutta tranquillità, ben consapevole che avevo la notte intera davanti a me, e non c'era nessuna fretta. Cominciai a leggere l'Evangelo di Matteo, più che per comprendere quello che leggevo, con la speranza che i miei occhi si sarebbero chiusi per la stanchezza. Effettivamente il mio pregiudizio verso un libro cristiano di religione era insormontabile, ed il pregiudizio era questo: 1) la religione cristiana era un inganno, considerati i misfatti storici del cristianesimo. 2) Nel migliore dei casi, cioè di uomini veramente sinceri che avevano dato la vita per la causa di Cristo, il cristianesimo non era che una pia illusione.

Adesso che avevo tutto il tempo per riflettere su quel che leggevo, man mano che scorrevo le pagine, mi rendevo conto che in quel libro c'erano delle cose diverse da quelle che mi aspettavo. Quel libro mi rendevo conto che non parlava il linguaggio della religione della quale ero stufo, ma Gesù stesso parlava agli ascoltatori del suo tempo ed ai lettori di oggi con un linguaggio immediato e diretto. Comprendevo chiaramente che le parole di Gesù non erano una delle tante esposizioni teologiche che possiamo trovare nei libri di religione il cui fine è il premio del paradiso. Gesù comprendeva i problemi e i bisogni dell'uomo: dolore, preoccupazioni, ansia, stress, malattia, paure varie, morte.

Al termine di una lettura veloce mi sembrò che il pensiero dominante del Vangelo fosse riassunto in due soli punti, perché sempre e sempre ripetuti: 1) Ama il tuo prossimo, ama il tuo prossimo, ama il tuo prossimo. 2) perdona il tuo prossimo, perdona il tuo prossimo, perdona il tuo prossimo. Ama e perdona il tuo prossimo.

Strano. Pur vivendo in una società apparentemente cristiana questi concetti mi apparivano fuori della realtà. L'insegnamento che avevo capito era di considerare ogni uomo un rivale che ti vuole sempre sopraffare, e che quindi devi combattere. Altro che amare. E poi se qualcuno ti ha fatto un torto devi fare di tutto per fargliela pagare. Altro che perdonare.

Riflettevo, fra le due chi ha ragione? Gesù dice ama il tuo prossimo, ama il tuo nemico, perdona se hai ricevuto un'offesa. Il mondo dice "attento a quello, ti vuole fregare, ti ha offeso, non la deve passare liscia". Amore o odio? Perdono o rancore?

Pensai che l'odio e il rancore l'avevo già sperimentato per una vita intera, e la condizione preoccupante in cui mi trovavo in quel momento, di cui l'insonnia ne era solo il fenomeno più evidente, era la diretta conseguenza del mio modo di vivere. Avevo un'acidità di stomaco perenne che le pastiglie riuscivano a lenire solo qualche ora. Una forma di conflitto evidente o nascosta verso i miei compagni di viaggio e in special modo verso i superiori.

Un versetto dell'Evangelo di Matteo cap. 11 verso 28 mi fece fermare a riflettere, esso contiene un invito e una promessa: "venite a me voi tutti che siete travagliati e oppressi, ed io vi darò riposo". Io pensavo: in ogni porto vado dal dottore a chiedere un rimedio per i miei mali senza risultati. Qui Gesù mi dice "se sei travagliato e oppresso, vieni da me, io ti darò riposo". Pensavo che forse non avrebbe funzionato seguire il consiglio di Gesù. D'altra parte non avevo un granché da perdere provando a mettere in pratica magari per una settimana quello che mi sembrava d'aver capito: ama e perdona il tuo prossimo.

Così mi misi per un po' a riflettere nella maniera in cui avrei affrontato la giornata di domani: avrei perdonato tutti i compagni con i quali c'era stato qualche attrito, sarei stato attento a non parlare male di nessuno, avrei cominciato a guardare le persone non più come avversari ma con simpatia. Così mi addormentai mentre rimuginavo per la prima volta propositi di pace e d'amore per il prossimo. Notai con meraviglia che la mattina quando vennero a bussare alla porta per il turno di guardia non ero già sveglio come il solito, ma strano per me, dormivo. Cominciai a pensare che forse avevo trovato la via giusta, e così con più convinzione decisi di iniziare una nuova giornata diversa dalle altre: amare e perdonare, perdonare e amare.

Fu una giornata bellissima, la sera quando fui solo nella mia cabina ritornai a leggere il Vangelo, volevo capire meglio gli insegnamenti di Gesù per cercare di viverli l'indomani. Mi addormentavo pensando come mi sarei comportato l'indomani. Dopo tre giorni mi resi conto che dormivo perfettamente, non avevo bisogno di prendere pastiglie per il bruciore di stomaco, il cuore aveva smesso di palpitare disordinatamente, mi sentivo veramente bene senza bisogno di pastiglie varie; e tutto questo soltanto mettendo in pratica le parole di Gesù.

Da allora ho accettato Gesù come mio Salvatore e Liberatore, e la Sua Parola come regola di comportamento per la Salvezza e per la salute spirituale, mentale e fisica.

Mi auguro che questa testimonianza di vita possa toccare il tuo cuore e ti saluto con la pace di Cristo.

Sebastiano

 

 

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