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Il territorio del comune di Iglesias confina ad ovest con il Mediterraneo sul quale si affacciano coste meravigliose raggiungibili in soli 10 min. dalla città.

Il tratto litoraneo che va dalla spiaggia di Fontanamare fino a Cala Domestica è considerato tra i più spettacolari delle coste italiane. Dall'arenile di Fontanamare, lungo alcuni chilometri e in grado di attirare migliaia di turisti, la costa si fa rocciosa e multicolore.

Una comoda strada panoramica permette di ammirare un rosario di faraglioni calcarei precipitati in acqua dalle coste di 500 milioni di anni fa. Il più famoso è quello di Pan di Zucchero, con 132 mt. d'altezza, il quale è stato dichiarato monumento naturale. Prima di giungere a Nebida sono evidenti i segni del lavoro minerario che si è svolto dal secolo scorso, lasciando esempi molto suggestivi come la laveria "Lamarmora".Proseguendo oltre Nebida si giunge a Masua da dove si discende ad una piccola spiaggetta dominata dalla bastionata del Monte Nai che fronteggia Pan di Zucchero. Oltre Masua la costa è percorribile solo per via mare.

Da Masua si giunge per via terra a Cala Domestica, un piccolo ma importante complesso di dune molto importanti.

Capo Pecora è situato su una costa implacabilmente battuta dal maestrale, che modella la vegetazione mediterranea in fantastiche sculture, ed è una delle aree più impervie e selvagge dell'isola.

Il panorama lungo la costa che da Capo Pecora porta a Buggerru, vecchio borgo minerario diventato centro balneare, è considerato di grande bellezza.

L'area è dominata dalla mole di punta Pabillonis, 499 mt.d'altezza meta di interessanti escursioni.

Capo Pecora costituisce l'ultima formazione granitica lungo la costa che verso sud e oltre Buggerru è caratterizzata dal susseguirsi di dune calcaree spinte costantemente dai venti verso l'interno.

Nei dintorni sono stati sfruttati, fin dai tempi più remoti, diversi giacimenti di metalli. L'attività estrattiva ha lasciato testimonianza di antichi insediamenti che vanno dai villaggi nuragici ai centri fenici e romani.

Le rovine dei templi e di altri edifici civili e militari arricchiscono di una particolare suggestione le aspre zone a macchia mediterranea situate a breve distanza dal litorale.

Le dune di Piscinas sono fra le più alte d'Europa e arrivano anche ai 50 mt. d'altezza. Estese su un'area di 3 Km. quadrati, costituiscono le uniche dune vive (cioè ancora modellate dal vento, che in questa zona è un gagliardo maestrale) in tutta l'isola.

Alle spalle di questo incontaminato paesaggio c'è una regione di giacimenti minerari, il cui sfruttamento è cessato da pochi decenni. E' una terra di borghi minerari fantasma, abbandonati dagli abitanti. Il principale è Ingurtosu situato in una posizione molto felice, su un pendio coperto di pini che guarda verso la costa. Per apprezzare nella sua singolare bellezza questo territorio si può salire al monte Arcuentu (785 mt.), che si incontra percorrendo la carrozzabile da Arbus a Marina d'Arbus. La zona sotto la vetta della montagna è impervia ma non presenta particolari difficoltà. Il percorso è di solito battuto da venti occidentali.

Per quanto riguarda il verde il territorio iglesiente ha conservato un notevole patrimonio boschivo e botanico, nonostante la lunga frequentazione umana del territorio che ha profondamente modificato l'assetto della vegetazione originaria, soprattutto durante lo svolgersi della fase industriale della attività mineraria.

Specie di grande interesse scientifico sono distribuite in tutti gli ambienti da quelli costieri fino ai compendimontani i quali, per le loro caratteristiche geomorfologiche e botaniche, rappresentano la punta di diamante dell'estesa ricchezza floristica dell'iglesiente.

Il massiccio del Marganai è tra i siti di maggior fascino per chi voglia entrare in contatto con l'espressione più tipica della vegetazione della Sardegna: la lecceta.

Esteso per circa 3600 ettari il Marganai è interamente coperto da una densa foresta di lecci, a tratti impenetrabile anche ai raggi del sole, che nelle sue aree più remote custodisce rare specie endemiche di grande interesse naturalistico e scientifico. Specie che possono essere ammirate presso il giardino botanico "Linasia" realizzato di recente nel cuore del Marganai.

Il giardino "Linasia",esteso per 9000 mt. quadrati, permette al visitatore, ma anche allo studioso, di osservare in uno spazio relativamente limitato esemplari difficilmente reperibili in natura, sia per la loro rarità sia perché vegetano, a volte accantonati in siti scoscesi e impercorribili.

Per visitare il giardino botanico "Linasia" e il monte Marganai da Iglesias si percorre la S.S.126 in direzione di Fluminimaggiore. Dopo 8 Km. si giunge al bivio per San Benedetto (frazione d'Iglesias) che occorre raggiungere.

Giunti nella frazione del centro prende avvio una strada a fondo naturale, segnalata da appositi cartelli, che prosegue per la foresta demaniale di Marganai. Dopo alcuni Km. si arriva ad una sbarra che permette l'ingresso al complesso forestale. Alla destra è presente un'area di sosta con tavoli e acqua.

Si prosegue in linea retta percorrendo la comoda strada sterrata fino alla località Palazzina, centro direzionale della forestale. Qui personale forestale farà da guida alla visita del Giardino botanico "Linasia". Presso il Giardino è stato allestito un piccolo museo naturalistico che illustra le caratteristiche faunistiche e botaniche del Marganai.

In nessun altra parte d'Europa forse del mondo, si ha la possibilità di percorrere in una sola giornata, come nell'iglesiente, l'intera serie di apparizioni di forme di vita sulla terra (500 milioni di anni fa) fino ai nostri giorni. E' una lunghissima collana di rocce diverse, dalle arenarie ai calcarei, dai graniti agli scisti e alle trachiti, ognuna delle quali caratterizza un paesaggio.

In queste formazioni sono riscontrabili i segni impressi dai grandi avvenimenti geologici che hanno contraddistinto la creazione delle più grandi catene montuose d'Europa, come l'orogenesi Caledonica,ercinica e Alpina.

Percorrere l'Iglesiente é come intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo fino alle più profonde radici della storia della terra quando gran parte dell'Europa ancora non esisteva e la Sardegna era una piccola parte di un vastissimo continente dal quale si staccò per iniziare il suo viaggio al centro del Mediterraneo.

Per quanto riguarda i fossili ritrovati nell'iglesiente sono state scoperte faune fossili tra le più antiche del mondo. Le più interessanti pare che siano del periodo Cambriano inferiore (cioè circa periodo Cambriano inferiore (cioè circa 500 milioni).

I depositi fossiliferi di Canalgrande, quelli dei rilievi a nord di Nebida, quelli di Cabitza, sono stati dei ritrovi molto importanti per gli studiosi di tutto il mondo. Esemplari delle faune fossili dell'Iglesiente sono stati esposti in molti musei stranieri, come i campioni di trilobiti presso il museo di Halle in Germania.

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