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Le radici del mondo confraternale sono da ricercarsi nei movimenti dei disciplinati che nel 1200 e poi nel 1300 esplorarono in molte parti d'Europa ; tali movimenti avevano caratteristiche precise: l'abito, la processione e la disciplina.

Questi movimenti da prima spontanei e spinti dal bisogno di penitenza, pian piano si colonizzarono e già dal 1623 in Roma auspice, S. Bonaventura la Compagnia del Gonfalone poi Arciconfraternita con regole che si diffusero in tutte le parti del mondo compresa la Sardegna un antico confratello del santo monte, Don Ignazio Deloretta y Despinosa. Ci viene incontro con una sua memoria storica del 1723, per legare quanto detto alla storia di Roma e della città di Iglesias. Dice appunto che, dopo tempo dalla venuta dei pisani, si introdusse la congregazione dei disciplinati che poi gli spagnoli chiamarono "Batuts".

Successivamente, nell'oratorio dell'arcangelo San Michele, si eresse la confraternita del Santo Monte sotto l'invocazione della SS Vergine della Pietà.

La sovvenzione dell'ospedale di San Michele per l'assistenza dei condannati a morte erano le opere di misericordia. Le attività strettamente religiose di competenza dell' Arciconfraternita sono caratterizzate dai riti della Settimana Santa.

L'inizio dei riti della Settimana Santa ad Iglesias è da ricercarsi negli ultimi decenni del 1600. Il concorso del popolo fu un fatto essenziale fin dall'inizio: le tre confraternite più antiche, (Santa Chiara, Santa Lucia o di San Giuseppe e Santo Cristo o di San Marcello) rappresentavano quest'ultimo in processione. Anche altre confraternite, via via che si istituivano, furono ammesse a partecipare, e ricordiamo Rosaria, Anime del Purgatorio, Carmine, Madonna della difesa, Santa Barbara, l'ultima di San Giuseppe, negli anni '70.

Oggi i giovani d'Iglesias partecipano a tali riti, col vestito da baballottis di cui non si conoscono le origini: è formato da una tunica lunga fino al polpaccio, con una corda di canapa che cinge i fianchi, e il cappuccio con due fori per gli occhi . Le processioni si svolgono, il martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica. IL martedì che è la prima delle processioni è chiamata dei "Misteri". Viene aperta dalla croce dell' Arciconfraternita con ai lati due bambini vestiti da baballottis. Segue un gruppo di donne vestite di nero, dell'associazione del Santissimo, l'unica autorizzata a partecipare a tali riti. Seguono i seguenti simulacri: l'albero dell'ulivo,con Gesù che prega nell'orto dei Getsemani, la cattura, la flagellazione, l'ecce Homo, Gesù con la croce sulle spalle.

Il giovedì Santo, dopo il tramonto del sole si svolgela proccessione dell' Addolorata. Durante il corso nelle varie strade del centro storico della città, la croce della confratternita e il simulacro della Vergine che entra in tutte le chiese, la processione è preceduta dal suono di un tamburo e de IS Matraccas e delle Raganelle seguite da "IS Babalotti" banda musicale l' imulacro, dell' Addolorata e del popolo oranta. Sa matracca o crotalo, è costituita da una tavola con degli anelli che agitata produce un suono particolare.

Il venerdì mattina, si svolge la suggestiva processione di Gesù che porta la croce al calvario. Questa, si effetua, contrariamente alle altre, nella parte alta della città (Sa Costera). E' la tipica processione della S.Sorta iglesiente, l'unica del pomeriggio del venerdì, la più attesa.Questa imponente processione, che è anche l' ultima della manifestazione della arciconfraternita, rappresenta il funerale di Gesù.

La prima parte inizia come tutte le altre: tamburo; is Baballotis; banda musicale e confraternita femminile del Santissimo.

Aprono la processione due grossi stendardi che rappresentano personaggi della passione. Sono portati dai Baballotis.

Ancora seguono i bambini che rappresentano S. Giovanni e la Madonna, vestiti con abiti di foggia orientali del Santo Monte. Solenni come statue strigendo fra le dita martello e tenaglie seguono "is Varonis"- nobili- che impersonano Giuseppe D'Arimatea e Nicodemo. I due personaggi distinti fra gli alberi, amici de Gesù.

Dopo vengono altri due personaggi onomini che tengono sulla spalla due scale, servite per la deposizione di Gesù dalla croce.

Segue il bellissimo Gesù morto, di grandezza naturale, delicatamente adagiato in un artistica lettigia ricoperto da un velo, e sooto un baldacchino e tra luci e lampioni.

La croce quindi, viene portata a spalla da uomini senza distintivo, se non la buona fede. Da quando la forma liturgica della Settimana Santa ha reso il sabato giorno privo di liturgia in attesa della Pasqua, l'arciconfraternita del Santo Monte ha pensato di proporre ai fedeli nel suo oratorio di San Michele, il richiamo di Gesù nel sepolcro.

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