Storia e Architettura del Castello Normanno di Alife.
Storia

E’ citato nelle cronache di Alessandro Telesino (dal 1127 al 1135), ospite nel Castello in Alife di Matilde Altavilla sposa di Rainulfo III de Quarrel Drengot duca di Puglia e conte di Alife, per scrivere la “Historia Rogerii II Regis” e nelle cronache di Falcone Beneventano, che descrisse le lotte per il potere dei casati normanni Drengot e Altavilla. Le scarne fonti d’età longobarda nulla dicono sull’esistenza in Alife di un Castello; la cui edificazione può risalire ai primi del sec. XI a seguito dell’ incastellamento del territorio realizzato dai conquistatori normanni della dinastia Drengot, conti di Alife dal 1066. Il Castello insieme alla città subì violente devastazioni (11 ottobre 1125, terremoto, Ciarlanti V. III c. 38). La fortezza fu rasa al suolo da Ruggero II nel 1135 quando occupò e incendiò la città, “ Ruggiero e i suoi soldati hanno costretto coi più crudeli tormenti, gli uomini d’ogni età, sesso e condizione a consegnare il danaro e tutti i loro averi. Testimoni della verità delle mie asserzioni sono le città di Pozzuoli, Alife e Telese delle quali può affermarsi che non sono più, e se di qualcuna rimanevano in piedi dei ruderi, sono stati rasi al suolo, come è avvenuto di Capua; inperocché dopo aver rubato gli averi ed uccisi gli abitanti, sono state date alle fiamme ” (Guibaldo, Abate Cassinese, lettera all’imperatore Lotario – Ciarlanti V. IV c. 4). Nel 1205 il Conte di Celano, capitano di Federico II, assediò Città e Castello dando tutto alle fiamme “ Il conte Pietro di Celano, … venne in possesso di Alife e occupò la Rocca, ma come udì la rovina e la morte del Conte di Gualtieri, lasciata libera la Rocca e posto fuoco alla terra, di là si partì ” (Finelli, Città e Diocesi di Alife p.43). In età angioina Re Carlo I d’Angiò regalò al secondogenito Filippo il feudo di Alife e proprio dal Castello emanò un decreto basilare per l’amministrazione dell’Abbruzzo in due Province o giustizierati. Altri terremoti violenti certo causarono danni al Castello nel 1349 e nel 1456. Con i Gaetani (1459) fu edificato il “Palazzo nuovo della Corte ” nel quarto San Francesco della città. Il Castello Medioevale fatiscente e abbandonato, ormai con le sue mura non offriva più sicurezza contro le devastanti armi d’attacco cannoni e bombarde. Il saccheggio della città per mano delle truppe di Re Filippo II e di Papa Pio IV nel 1561 e il sisma del 1688, l’abbandono progressivo degli abitanti di Alife, a causa della malaria, dalla metà del ‘500 causarono intorno al 1715 il decadimento quasi totale della città. Da allora in poi, la fortezza normanna fu sempre più depauperata delle sue pietre. Ulteriormente devastata dal bombardamento degli alleati del 1943 e dall’abusivismo del dopoguerra, oggi si presenta alquanto desolante.

Testimonianze storiche

Il castello risulta testimoniato da G.V. Ciarlanti, nel 1644 nelle Memorie Historiche del Sannio (L. I cap. XIII p.31 ) ove il “ forte Caftello… fe bene hora defolato…” ricompare ancora in una stampa di Pacichelli nel 1701, insieme a tutta la città di Alife, colta a volo d’uccello; con i suoi altissimi torrioni cilindrici spiccati da tamburi troncoconici, perfettamente ( nel disegno ) conservati. Nel 1776 G.F.Trutta ne dà notizie nelle sue Dissertazioni istoriche delle Antichità Alifane:“All’angolo poi della Città che riguarda Oriente, evvi un ben formato Caftello, tuttoché rovinofo, con i fuoi foffi e terrapieni e strade coverte. Fortezza che molto valeva a tempi che l’artiglieria non eransi ancora inventate e che foffrì un assedio dal Conte di Celano a’tempi dell’imperadore Federico II, ma senza venir espugnato " (DISS. V p.58 ). Compare inoltre in un dipinto ad olio (Sacrestia della Cattedrale di Alife) del sec.XVIII, assimilabile alla raffigurazione di Pacichelli. G.Mennone nel 1894 fornisce altre notizie e la biografia si conclude con le scarse descrizioni del canonico Finelli del 1928 “ All’angolo orientale delle mura, su di un piccolo poggio si vedono avanzi di un magnifico castello, con quattro torri fossati e terrapieni, probabilmente dell’epoca Longobarda o Normanna, il quale sfidò molte volte gli assalti degli invasori ”.
La spiccata caratteristica degli imponenti torrioni angolari tutti e quattro esistenti prima del II Conflitto Mondiale, ne ha coniato anche la definizione popolare del sito come le “ Turri” (le Torri ) e “ Turrisi” (torresi ) i suoi abitatori.

Architettura

Il Castello di Alife è un esempio della tipologia dei “castelli a cittadella” con quadrilatero formato da cortine murarie e quattro torri angolari: la Torre di Nord-Est, la più grande (diametro mt. 11,80 e mt. 20 di altezza con camera superiore di mt. 5 di diam.) fu rasa al suolo dai tedeschi nel 1943; la Torre di Nord-Ovest di mt. 9,50 di diam., che oggi appare dimezzata e svuotata per usi abitativi, se ne conserva metà del paramento originario; la torre di Sud-Est, quasi del tutto scomparsa, se ne conserva una piccolissima parte inglobata in casamenti; la Torre di Sud-Ovest fortunatamente intatta nella forma originaria (di mt. 10 di diametro con camera circolare superiore di mt. 5 di diametro, camino e ampio finestrone per il controllo della città). La torre alta mt. 15 priva della sua volta per crollo, fu cerchiata di ferro “a guisa di botte ” nei restauri del 1866. Nel 2001 sul lato Nord, all’esterno del Castello fu ritrovata una quinta torre, edificata sulla cerchia muraria romana. Il Castello Medioevale appare oggi infestato da abituri specie nel cortile ove nell’angolo occidentale si conservano i ruderi della cappella. Il piano del cortile è sopraelevato di mt. 3 rispetto all’esterno, che è sopraelevato sul piano normanno di circa mt. 2,90. Il notevole spessore di circa 6 mt. certo contiene ambienti, segerete, ecc. Il Castello è un esempio singolare nella storia degli impianti difensivi realizzati dai conquistatori normanni, e assume particolare significato, ove si pensi alla singolare interazione in Alife con le poderose precedenze difensive d’età romana.

Alessandro Parisi,
Alife, 24 Febbraio 2002
Documenti
Pacichelli, 1702. Vista della città di Alife colta a volo d'uccello.
Il Castello Normanno. Vista dall'angolo Nord- est del Castrum romano. A.Parisi, 2002.
Il Bastione di Sudovest. Costruzione del bastione di SO del Castello Normanno. A.Parisi, 2002.
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