Tabula Peutingeriana, ca 250. Pars VII (Segmentorum VI, VII). Conradi Milleri facsimile totum, editio 1887/88. | Descrizione | |||
Tale documento, attualmente conservato nella Biblioteca
Nazionale di Vienna sotto il nome di Codex Vindobonensis 324,
fu rinvenuto nel 1507 da Konrad Celtes, bibliotecario dellimperatore
Massimiliano I, in luogo imprecisato, e deve la sua denominazione
corrente al secondo proprietario, Konrad Peutinger, cancelliere
di Ausburg. La Tabula, un rotolo di pergamena lungo m 6,80 e alto
cm 34 composto di 11 segmanta in origine incollati fra loro e esuccessivamente
(nel 1863) staccati in 11 fogli, contiene una rappresentazione che abbracciava
tutto il mondo conosciuto dagli antichi (Europa, Asia, Africa), che si
estendeva quindi, presumibilmente, dalle Colonne dErcole fino alle
estreme regioni orientali (India, Cina, Birmania, isola di Ceylon).
Il disegno risulta alquanto deformato, essendo la linea nord-sud ridotta
assai rispetto a quella ovest-est. Notevole appare l'inclinazione dell'Italia,
come di altre regioni, verso est. Ma la carta vuol essere un sommario
delle grandi strade dell'Impero romano, e delle stazioni situate lungo
di esse come delle distanze che le separavano. Le città sono segnate
da piccole case o torri; quelle piú importanti da mura torrite.
Roma, Costantinopoli e Antiochia sono distinte da un circolo che porta
nel mezzo una figura la quale per Roma è incoronata. Si ritiene
che la Tavola Peutingeriana sia copia di altra piú antica, nella
quale già mancasse il primo segmento, dove dovrebbe apparire la
parte occidentale della Spagna; i segmenti superstiti sono undici. Chi
sia l'autore e in quale epoca la carta sia stata disegnata è incerto.
Gli studiosi sono comunque d'avviso che l'originale sia da collocarsi
nell'età imperiale: alcuni ne situano la composizione nel IV secolo
d.C., altri nel III d.C., altri ancora nel II dopo Cristo. Sembra di notevole
significato per la cronologia dell'opera il fatto che sulla Tavola Peutingeriana
sono indicati egualmente templi pagani e cristiani. Le fonti usate dall'autore
sono state secondo certuni la carta preparata ai tempi di Augusto da Vipsanio
Agrippa e gli Itinerari imperiali; secondo altri le rappresentazioni greche
del mondo antico. |
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