Il THEATRUM di Allifae. | |||||||
Elevato singolarmente su sostruzioni (Theatrum ex aggeratum), già ai primi del I sec. a.C., il nostro Teatro fu ubicato nel Quarto sud occidentale (Vescovado) del Castrum, su parte dellinsula compresa tra le coppie dei tracciati viari Decumano maggiore primo Decumano sud e Cardine maggiore primo Cardine ovest. Lasse maggiore della Cavea fu allineato parallelamente ai tracciati decumani, da Ovest Nordovest ad Est Sudest. Lesposizione a Sud Sudovest delle gradinate, garantendo la copertura dai venti del Matese, dava laccesso laterale (Parados) al primo Cardine ovest; laltra porta laterale ad Est, era data ad una stradina minore dellinsula di cui esistono oggi vaghe tracce. Larea retrostante la Scena (Post Scaenam), in genere porticata, fiancheggiava il (presumibile) tracciato del primo Decumano minore Sud. E evidente una forte relazione con lordito viario esistente. Trutta rilevò i resti del (triplice ?) Porticato: ne restan due ordini da settentrione a mezzogiorno e dette in palmi 140 il diametro dellemiciclo , 41 mt., corrispondenti ai miei rilievi. Aggiungendo a queste misure, prese dalla parte di dentro , quelle della Porticus , si raggiungono circa 50 mt. Proporzionalmente ad altri teatri (Casinum, 53 mt., posti 3000), sipotizza la capienza di circa 2000 posti. La Cavea, come Johannowsky attesta, detà sillana (100 70, 89 - 79 a.C.) ebbe sviluppo più che semicircolare sebben co lati un poco più lunghetti (Trutta) per il prolungamento del muro dellemiciclo, oltre i due muri radiali di contenimento (analemmata) posti allinizio delle gradinate e delimitanti anche i corridoi daccesso laterali allOrchestra. Le gradinate erano adagiate su di una massicciata sostenuta verso lesterno da setti radiali (con volte ?) innestati ai due anelli murari perimetrali del Portico descritto da Trutta, poi da Finelli nel 1928, in una doppia fila di arcate per circa 33 mt. . Una superstite arcata, e landamento del porticato, sono percettibili oggi (con il I° ordine) nelle abitazioni in cui è inglobata parte della struttura perimetrale antica. Nel 1836 D.C. Bonucci rileva i vomitori esteriori , che collegavano la Porticus alle gradinate della Cavea divisa orizzontalmente con corridoi ( Praecinctio ) nei Maeniana (ima, media, summa, cavea), di queste (media) furono trovati sei gradini alla profondità di mt. 4,41, appartenenti ad uno dei Kerkides, i Cunei (in totale quattro ?) che dividevano le gradinate con strette scalette (Klimakos). Anche Bonucci traesse misurazioni, però della Cavea dette misure interne, servendosi della bocca esteriore dei Vomitori e del muro della Scena: accomunò il Teatro a quelli di Miseno, Pesto e Pompei (Odeon - 80 a.C.). Nel 1864, iniziò lopera devastatrice del Teatro, allorché quellarea allora comunale, fu venduta a privati. Nel 1964, W. Johannowsky, rilevò lOrchestra con intorno ai larghi gradini della ima cavea, componenti la proedria (area con seggi riservati ai personaggi di rango magistrati, decurioni, augustali separata dalle retrostanti gradinate popolari da una balaustra, il balteus. Parti della Cavea, dellOrchestra e del Proscenio con Pulpitus e Fossa scenica furono irrimediabilmente devastati in quegli anni, per la costruzione di un fabbricato. Johannowsky, allora sovrintendente lasciò solo alcune relazioni e pochi resti in sito. Delle Paradoi (i due corridoi laterali allOrchestra), con i Vomitori accanto, se ne ebbe traccia negli scavi (Parados orientale): il Vomitorio del I° ordine del Portico, accedeva alle spalle della Proedria, sulla Praecinctio. I loro alzati finirono probabilmente crollati, nei secoli, con tutte le volte (e tribune soprastanti ?). La Parados occidentale, priva delle sovrastrutture, giace oggi sotto uno stretto viale scoperto tra i palazzi del lato Est di P.za Vescovado. La Scaena Eseguita in opus latericium risale ad età augustea (27 a.C. 14 d.C.). Il frontescena, Frons Scaena, si componeva di una nicchia curva fra due rettangolari (Johannowsky) con Podium decorato da lastre di calcare sagomato. Di certo, intonaci, colonne trabeate, arricchivano il prospetto monumentale (composto, come in età augustea, di un solo ordine) alle spalle degli attori, con le tre porte, Regia, la centrale e Hospitalia, le laterali più piccole; di esse le relazioni documentarie non fanno cenno. Sono invece citati reperti scultorei (altorilievi) di un torso togato, (la parte inferiore, in verità coperta da toga personaggio imperiale?) a grandezza naturale insieme a due teste ritratto detà augustea, importanti per identificazione e datazione. Analogo altorilievo marmoreo di personaggio togato, acefalo, ho potuto vedere in unabitazione vicino al Teatro. Certo il gruppo statuario faceva parte della Scena (come nel teatro di Cassino, ove erano raffigurati Ottaviano Augusto e i nipoti, Lucio e Gaio Cesare, figli di Ottavia). Il fronte del palco, il Pulpitum, sempre dalle relazioni, risulta composto da nicchie curve e rettangolari pure in laterizio. Altrove esse sono affrescate nello stile Pompeiano. LIposcaenium, la fossa del sipario Aulaeum è documentata, mancano i Parasceni, i laterali della scena, con i retrostanti ambienti del Post Scaenium. Nel 1978, scompaiono numerosi reperti lasciati in sito. Nel 1990, infine, in seguito a lavori di pavimentazione della P.za Vescovado, furono occultati considerevoli resti del nobilissimo monumento, che ritengo appartenere alla Parados del lato occidentale, con larea Post Scaenam, utilizzata lateralmente ed intorno con ambienti termali (le Terme abbattute dal terremoto del 369 d.C?). Questa lultima testimonianza del bellissimo ed elegante monumento ove duemila anni fa, gli Alliphani applaudivano le tragedie di Ennio, Pacuvio, Accio, le commedie di Plauto e dove, numerosi, si divertivano con i Mimi e con le Atellane. Fu anche lultimo atto della tragedia patita dal THEATRUM di ALLIPHAE. Su di esso, da allora, è calato pesantemente il sipario. Alessandro Parisi, A.S.M.V., quaderno n. 22 Gian Francesco Trutta (Considerazioni su alcune dissertazioni), AA.VV., Edizioni A.S.M.V., Piedimonte Matese, 1994. |
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