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Simbologia (parte I) - tratto liberamete da Juan Eduardo Cirlot.
Storia dell'arte (parte I) - dal libro "Perchè l'arte" di Luca Temolo Dall'Igna
Valutazione del mercato dell'arte (I°)
APPUNTI SULLA SIMBOLOGIA NELL'ARTE
Uno dei compiti
principali è quello di delimitare il campo dell'azione
simbolica, per non confondere fenomeni che possono
sembrare esteriormente uguali quando solo si somigliano o
hanno una relazione esteriore. Come dice Marius Schneider,
non vi sono idee o credenze ma idee e credenze, ovvero,
nelle prime c'è sempre un po' o molto delle seconde.
Ad esempio, la mera assimilazione di Marte alla guerra
non è mai stata caratteristica dello spirito simbolico
che rifugge dal determinato e da qualsiasi riduzione
costrittiva. Questa è realizzata con l'allegoria, come
derivazione meccanizzata e riduttrice del simbolo, ma
quest'ultimo è una realtà dinamica e plurisignificativa,
caricata di valori ideali ed emozionali e perciò, di
vera vita. Come dire, il valore simbolico fondamenta e
intensifica quello religioso.
Le allegorie sono state forgiate molte volte per finalità
scenografiche o letterarie. Grecia e Roma usarono ed
abusarono di esse come si osserva, ad esempio, nella
numismatica. La letteratura antica e medievale usò anch'essa
l'allegoria.
Gli elementi dell'allegoria possono ritornare al loro
stato simbolico in determinate circostanze, ad esempio,
se sono captate come tali dall'inconscio, dimenticando la
finalità semiotica e meramente rappresentativa che
possiedono. Per questo possiamo parlare di un regno
intermedio, di immagini create coscientemente, pur
utilizzando esperienze ancestrali dovute a sogni e
visioni. Un esempio lo abbiamo nelle lamine dei Tarocchi
le cui composizioni sembrano essere realizzate
secondo un criterio similare a quello di molte allegorie
o figure mistiche. Solo che la loro misteriosità le
rende impalpabili alla ragione e capaci di attuare come
stimolo per l'inconscio. Con l'arte succede
frequentemente la stessa cosa; i simboli furono
ordinati in sistemi coscienti e tradizionali, canonici,
ma la loro vita interiore continua ad essere latente
dietro questa ordinazione razionalizzata, potendo così
apparire in ogni momento. Nell'ornamento appare di più
il ritmo puro del significato simbolico. La forza
endopatica del ritmo si comunica allo spettatore e lo
stimola secondo il suo carattere, essendo molto raro che
affiori alla coscienza il sospetto di un
significato psicologico o cosmico, anche se egli ne
percepisce l'essenza energetica. Ciò si ritrova
soprattutto nelle astrazioni che vanno dal neolitico all'arte
vichinga, irlandese, islamica e termina con l'arte
moderna e contemporanea.
Succede la stessa cosa con il fenomeno della espressione,
che si può imparentare con quello della simbolizzazione,
però senza confondersi con esso. L'espressione è una
relazione continua, fluente, casuale e diretta tra l'origine
e la manifestazione; termina in questa, dove incontra la
sua causa e allo stesso tempo il suo limite. La
simbolizzazione è discontinua, statica, indiretta,
trascendente l'opera in cui appare plasmata. In musica o
in pittura, si potrebbero delineare perfettamente i
fattori di espressione e quelli di simbolizzazione. La
formula dell'espressionismo, confrontandosi con il mondo
materiale, con gli oggetti, tende a distruggerli e a
sommarli in una corrente caotica di carattere psichico,
che dissolve le figure e le incorpora allo stato di ritmi
liberi alla loro forza. Il simbolismo isola, al contrario,
ogni forma e ogni figura, però lega tra essi tramite
ponti magnetici quanto possiede "ritmo comune",
ovvero, concomitanza naturale. Così rende trasparente la
serie di oggetti simbolici al significato profondo che
motivò la sua apparizione nel mondo fenomenico. Per ciò
che concerne la relazione tra la forma d'arte e il suo
autore, andiamo al concetto di endopatia, già presagito
da Dante, il quale disse nel suo canzoniere: "Chi
deve dipingere una figura, se non può convertirsi in
essa non può disegnarla". Nel simbolismo tutto
possiede un significato, tutto è manifestamente o
segretamente intenzionale, tutto lascia una traccia o una
firma che può essere oggetto di comprensione o
interpretazione.
Tutti gli oggetti naturali e culturali possono apparire
investiti della funzione simbolica che esalta le loro
qualità essenziali perchè tendano a tradursi nel campo
spirituale; astri, rocce, montagne, alberi e vegetali,
fiori e frutti, gli animali, così come le opere
architettoniche, le membra del corpo umano o gli elementi
astratti. Però ricordiamo che questa molteplicità si
riduce notevolmente di fronte a determinate tensioni
simboliche, quando si inseriscono, per così dire, tali
oggetti in linee di uguale significato. Per esempio,
la montagna, l'albero, il tempio, la scala, possono
identificarsi per il loro carattere assiale (asse del
mondo). In alcune occasioni, queste connessioni di
simboli appaiono create o quanto meno segnalate per l'impronta
di un simbolo principale. Per ciò, dice Mircea
Eliade che "l'aver intuito la luna come qualcosa che
rige i ritmi ed è fonte di energia, di vita e di
rigenerazione (nel campo materiale), ha tessuto una vera
rete in tutti i piani cosmici, creando simmetrie,
analogie e partecipazioni tra fenomeni di infinita varietà.
Incontriamo, per esempio, la serie: luna, pioggia,
fertilità, donna, serpente, morte, rigenerazione
periodica, però a volte raggruppati in gruppi parziali.
Intorno a questi gruppi parziali e secondari si crea
tutta una mitologia" che tende verso il simbolo
principale.
L'errore
dell'artista o del letterato simbolista è stato quello
di voler convertire tutta la realtà in un insieme di
simboli e relazioni di analogia infinite, senza
comprendere che il simbolico si contrappone all'esistenziale.
Bisogna tenere conto di un'ulteriore condizione: già
Hamlock Ellis indicò che i sogni straordinari
corrispondono solo a personalità geniali. Da ciò deriva
che le teorie interpretative in materia simbolica debbano
distinguere se vengono basate: sull'interpretazione di
idee e sogni di esseri più o meno patologici; persone
normali; persone straordinare o miti collettivi. Vediamo
quindi che la simbologia che proviene da filosofi,
creatori di religioni, poeti mostra un orientamento
assolutamente idealista, una tendenza cosmica.
Per il filosofo hindù Ananda K. Coomaraswamy, il
simbolismo è "l'arte di pensare per immagini",
perduta dall'uomo civilizzato. Senza dubbio, questo oblio,
concerne solo la coscienza, non l'incosciente.
Per riassumere l'analisi del simbolo, le idee, i
presupposti che permettono la concezione simbolista, la
nascita e il dinamismo del simbolo sono i seguenti: A)
Nulla è indifferente. Tutto esprime qualcosa e tutto è
significativo. B) Nessuna forma di realtà è
indipendente: tutto è relazionato in qualche modo. C) Il
quantitativo si trasforma in qualitativo in certi punti
essenziali che costituiscono precisamente il significato
della quantità. D) Tutto è seriale. E) Esistono
correlazioni di situazione tra le diverse serie, e di
significato tra queste serie e gli elementi che integrano.
La serialità, fenomeno fondamentale, abbraccia sia il
mondo fisico (gamma di colori, di suoni, di forme, di
paesaggi, ecc.) che il mondo spirituale (virtù, vizi,
sentimenti, ecc.). Così la spada, il ferro, il fuoco, il
colore rosso, il dio Marte, la montagna rocciosa, si
relazionano tra di loro per essere in una di queste
"direzioni simboliche" di uguale significato,
per appartenere ad uno stesso "ritmo". La spada
però acquisirà un significato secondario a seconda che
questo simbolo appaia nel sistema mentale di un
collezionista, di un militare, di un sacerdote o di un
poeta, intervenendo successivamente pure un
condizionamento caratteriologico. Il simbolo dunque
ascende o discende a seconda del livello cui è chiamato.
La difficoltà di interpretazione è dunque enorme mentre
la comprensione del simbolo è quasi elementare.
Paleolitico
superiore
Oggetti
per la collettività, convivenza, comodità e utilità
dell'uomo. Nessun'idea di abitazione.
Neolitico
Oggetti
di adorno. L'arte ha una finalità metergica (magica),
energetica, soprattutto relazionata con la propagazione
della specie e secondariamente con i problemi sociali,
mentali, psicologici e materiali della collettività. Il
valore visuale è importante, ma in nessun modo esclusivo.
L'elemento motore nell'arte è il simbolo che acquisisce
valore magico.
Egitto
e nazioni collegate
L'arte
al servizio della religione. L'immagine sostituisce la
scrittura (disegno, pittura, scultura
). I testi
sacri sono descritti attraverso il linguaggio visuale.
Grecia
(Nell'epoca cosiddetta classica)
Si
giunge ad un'arte individualista. Gli scalpellini si
trasformano in artisti. Gli artisti firmano le loro opere.
Si giunge ad un'interpretazione della pura copia della
natura: un'arte che ha per tema la forma ordinaria.
L'arte
illustrativa di una concezione religiosa di carattere
teogonico.
Roma
Culmina
il naturalismo della sua versione più stretta. Agonizza
l'arte metergica.
Cristianesimo
Ritorno
dell'arte antica alla tradizione religiosa ma questa
volta l'arte non è metergica, poiché non vi è la
versione animica, teogonica; il messaggio artistico è
teologico, la figura è imitazione della realtà
ordinaria ma espressa in termini molto elementari.
Medioevo
Segue
la stessa traiettoria del capitolo anteriore. Lavoro
anonimo al servizio della collettività.
Rinascimento
Si
presenta alla fine del XIV secolo fino alla metà del XVI.
E' il passaggio dal Medioevo all'Età Moderna. E' la fine
dell'Impero Bizantino. Rappresenta la presenza dei grandi
pittori della storia. L'individualismo e la formazione di
scuole. Le tre grandi scuole: Firenze, Umbria e Padova.
La scoperta delle tecniche di stampa lascia a quest'ultima
le finalità letterarie. E' un momento in cui l'arte
entra nell'astrazione intesa come attenzione esclusiva
all'oggetto per l'oggetto. Le tematiche, pur con una
dominante religiosa, abbondano di situazioni profane.
Nascita della natura morta. Per la prima volta nella
storia dell'arte l'artista conquista lo spazio; in questo
senso: distrugge la superficie piana, crea la terza
dimensione ovvero la relazione visione-oggetto, occhio-figura,
luce e immagine. La scoperta della prospettiva, o fuga, o
realtà virtuale, una realtà visiva.
Questo
concetto regge l'opera d'arte fino al XIX secolo, durante
il quale nascono gli ismi.
Il Rinascimento produce artisti come:
Giotto. Questo pittore si distaccò dalla tradizione bizantina realizzando una pittura essenziale senza ritocchi. Sua opera più rappresentativa è la leggenda di S. Francesco nella chiesa Superiore di S. Francesco in Assisi.
Donatello: la sua pittura ottenne una grande risonanza per essere molto personale, cosa non molto comune all'epoca.
Masaccio: la sua opera è di una costruzione opaca, curando l'essenziale, nuda di qualsiasi ornamento. Opere più rappresentative sono la Madonna in Trono e la Crocifissione
Beato Angelico
Piero della Francesca fu uno dei pittori più famosi del rinascimento. La sua opera è di una rigorosa prospettiva materica. Soluzione dei volumi con una luminosità sottile e brillante. Opera più rappresentativa è la Madonna della Misericordia.
Mantegna: discepolo di Squarcione. Apprese molto da Donatello. La sua opera è una costante evocazione del mondo classico. Tra le sue opere più famose figurano gli affreschi della storia dei Santi Giacomo e Cristoforo della Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani.
Verrocchio: seguì le tracce di Donatello. La sua opera è di un plasticismo di grande vigore con uno straordinario dominio del chiaroscuro.
Botticelli: discepolo di Lippi. La sua opera presenta marcate influenze del Verrocchio. E' un'opera molto luminosa con trasparenze di colore sfumato. Realizza una realtà trasfigurata e un po' metafisica. Sua opera più rappresentativa è la nascita di Venere.
Perugino: discepolo del Verrocchio. Opere nella Cappella Sistina (Vaticano).
Signorelli: discepolo di Piero della Francesca. La sua opera è in stile fiorentino di un plasticismo drammatico. Michelangelo nei suoi nudi si ispirò all'opera di questo pittore. Le sue opere più rappresentative sono nella Cappella di S Brizio a Orvieto.
Leonardo da Vinci: discepolo del Verrocchio. , la sua opera è di una tecnica sfumata con deboli contrasti di luce e ombra, fino ad un certo punto opposto a quello di Caravaggio. Sue opere più rappresentative sono la Gioconda e l'Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie a Milano.
Michelangelo: pittore e scultore che si formò sull'opera di Donatello, Giotto e del Masaccio, La sua opera è un'anticipazione del barocco. E' l'autore degli affreschi della Cappella Sistina.
Raffaello: discepolo di Perugino (Affresco delle stanze di S. Pietro)
Tintoretto. La sua pittura è inquadrata in un certo manierismo tosco-romano-emiliano con opere di tema religioso. Sua opera più rappresentativa è la storia del Vecchio e Nuovo Testamento nella scuola di S. Rocco a Venezia. E' un opera monumentale dell'arte cristiana.
Caravaggio: questo pittore fu un maestro indiscutibile del chiaroscuro. La realizzazione del quadro è incisiva e a volte un po' severa. La versione dominante della sua opera è l'espressività, La sua opera più rappresentativa è la Crocifissione di Pietro.
ARTISTI NON ITALIANI
Van Eyc. E' considerato come uno dei pittori più importanti dell'arte fiamminga. Una pittura, la sua, di forte penetrazione psicologica.
Dürer. Pittore tedesco involucrato nell'espressione tardogotica di derivazione fiamminga. Nel suo soggiorni in Italia si approssimò a Leonardo e Mantegna.
Holbein. Pittore tedesco autore di splendidi ritratti. Fu molto influenzato dalla pittura italiana.
Velazquez. Pittore spagnolo. La sua opera è di un profondo realismo. In principio è influenzato da Caravaggio. Può considerarsi il primo preimpressionista. La sua opera più importante è "Las Meninas".
Rembrandt. Pittore olandese. Si interessò molto alla pittura di Caravaggio. La luce e l'ombra dominano la composizione del quadro. Una luce penetrante su di un ombra densa e pesante.
Murillo.
Si formò partendo dall'opera di Tiziano e Van Eyc. La
sua opera è di un grande virtuosismo e raffinatezza
dominante. L'opera più conosciuta è "La Vergine di
Murillo". Una Vergine con il piede destro appoggiato
sopra un quarto lunare.
Pur
essendo vissuti successivamente comprendiamo anche:
Goya. In principio influenzato dalla pittura di Velazquez. E' considerato come uno dei più grandi pittori di tutti i tempi.
Delacroix. Pittore
francese, di ritratto e temi storici. Una pittura di
forte fattura realistica.
VALUTAZIONE DEL MERCATO DELL'ARTE
Inizia da questo mese una serie di articoli aventi lo scopo di
monitorare il mercato dell'arte in modo tale da offrire ai
collezionisti, o aspiranti tali, l'opportunità di essere
informati con tempestività delle tendenze di valore delle opere
d'arte. L'analisi verrà svolta tenendo conto delle rilevazioni
di mercato effettuate sia a livello di acquirente finale e,
sperando di fare cosa gradita ai non addetti ai lavori, anche a
livello degli scambi che avvengono tra mercanti, galleristi ed in
trattativa privata. Ovviamente per queste ultime vale il
principio di rispetto della privacy, per cui cercheremo di
offrire delle tendenze di massima, anche se a volte più
significative dei prezzi finali rilevati.
Cercheremo quindi di mettere i collezionisti, vuoi compratori o
venditori, nella condizione di venire a conoscenza del reale
prezzo di acquisto o di vendita dell'opera. Questo in quanto, e
chi ha provato sa cosa significa, i prezzi a cui le opere sono
poste sul mercato raramente sono riscontrabili nella trattativa
tra privati, o tra privati e commercianti. Ciò avviene non per
la poca serietà degli operatori, almeno non sempre, che
giustamente devono avere il loro margine, ma per l'estrema
volatilità dei prezzi che, non essendo legati ad un riferimento
preciso, come i grammi o le once per l'oro o i barili per il
petrolio, fluttuano in funzione di diversi parametri che
cercheremo ora di sintetizzare.
Innanzitutto la prima cosa di cui tenere conto è il fattore "mercato" che, come per qualsiasi altro valore, quando "tira" fa salire i prezzi e quando è "debole" li diminuisce, e questo è valido sia per il mercato particolare dell'arte che per quello più generale di tipo macroeconomico nazionale o internazionale. Nel campo dell'arte, e qui subentra il secondo fattore di più difficile rilevazione, il mercato è però più facilmente influenzabile dagli operatori, i quali, previ accordi, più o meno taciti tra loro, possono favorire l'innalzamento o la diminuzione dei valori di un artista, e ciò può avvenire per i più diversi scopi.
Un altro indice per la valutazione delle opere, di cui tenere conto, è il livello di diffusione e quindi la regionalità o l'internazionalità dell'artista, per cui se quest'ultimo è diffuso su più mercati, può garantire una maggiore standardizzazione dei prezzi, tanto da consentire l'ottenimento di cifre doppie se venduto a Londra piuttosto che a Roma. Vi sono ad esempio artisti che sono molto apprezzati in determinate zone e totalmente sconosciuti in altre e ciò non favorisce certo l'ottenimento di alti prezzi in caso di vendita, ma può essere un buon metodo di investimento per chi sa destreggiarsi in questo campo.
Bisogna poi tenere conto che esistono numerosissimi artisti che, per i più disparati motivi, sono pressochè sconosciuti al grande pubblico pur avendo una valenza di altissimo livello, mentre altri, il cui nome suona più frequentemente sulla bocca di tutti, non hanno lo spessore artistico per reggere nel tempo, ma, sostenuti da complesse operazioni di mercato, godono, anche se nessuno può dire per quanto, di buona diffusione.
Ultimo in ordine ma
primo per l'importanza che riveste, è l'effettivo valore
qualitativo dell'artista, fattore di complessa valutazione, ma di
fondamentale importanza. Comprendere quest'ultimo valore, anche
se quasi tutti si azzardano a dare giudizi di merito a destra e a
manca, è molto difficile poiché richiede una sensibilità ed
una perizia molto particolari che esulano dal campo della tecnica
e, sorrette dall'esperienza, si riscontrano in una
predisposizione personale molto particolare, anche se chiunque può
acquisire una buona e consapevole sensibilità.
Come linea di principio bisogna tenere presente che un opera d'arte
deve poter comunicare qualcosa allo spettatore; sia una
sensazione di piacere che di disgusto, di ammirazione o di
incomprensione, ma comunque qualcosa che, attraverso i sensi
della vista, del tatto, dell'udito, del gusto e dell'olfatto,
deve però raggiungere la sfera mentale o quantomeno sentimentale
degli spettatori. Questi ultimo non presentano però le medesime
caratteristiche e quindi l'effetto di un opera può e deve essere
diverso in funzione della persona che ne fruisce. Lo spettatore
deve comunque sforzarsi di acquisire questa sensibilità, tramite
la frequenza di esposizioni, concerti ed altri eventi artistici;
in poche parole acculturandosi, senza fretta ma con curiosità e
continuità. E a ciò mi auguro possano contribuire, in maniera
più o meno profonda, gli altri articoli che troverete all'interno
di queste pagine.
Per concludere, affronteremo di volta in volta le evoluzioni del
mercato dell'arte tenendo conto di tutti questi fattori, cosa che
ci permetterà di effettuare scelte più consapevoli e di maggior
soddisfazione.